Milano
09 Luglio 2024
ORIONE • Marco Conte, tecnico che ha portato al trionfo i 2007 nell'ultima stagione, ora pronto per la Juniores
Il ritorno nell'isola felice, quella ricostruita piano piano, in silenzio. Quella che poi è diventata un arcipelago, tra mille tempeste e i raggi di un sole allucinante. Quell'isola destinata a diventare un continente. È la storia tra Marco Conte e l'Orione, una favola che ha avuto nell'ultima stagione e nella vittoria del campionato dell'Under 17, il suo punto più alto e più bello. Il filo magico e unicamente speciale che unisce il tecnico e i biancazzurri è un qualcosa che non risale però solamente agli ultimi due anni.
È datato 2018/2019, quando Conte inizia la carriera da allenatore tra le fila degli Esordienti Misti, il primo gruppo l'anno successivo - spezzettato dal Covid - prima del passaggio al Vighignolo per le due stagioni successive: «Quando ho deciso di andare a Vighignolo l'ho fatto per provare un'esperienza al di fuori della zona di comfort, avevo bisogno di buttarmi nella giungla per capire il valore che potessi avere. Alla fine dei conti devo comunque ringraziarli perché mi hanno fatto vedere le cose in maniera diversa». Un'avventura che, però, si conclude con un esonero al secondo anno alla guida dell'Under 15, e allora ecco che per il tecnico si spalancano di nuovo le porte di via Strozzi.
Conte a Vighignolo nella stagione 21/22
E il ritorno "a casa" ci mette poco per concretizzarsi: «L'accordo con l'Orione per tornare lo trovo col Ds Michielin nel gennaio del 2022, una decisione presa spinto dalla voglia di dover ritrovare me stesso e poi anche il fatto di essere stato esonerato da un gruppo di Giovanissimi A. Dopo un girone d'andata difficile con solo sei punti, nella mia prima vera esperienza in agonistica, al ritorno ne facciamo 27, il che significa aver lavorato molto bene. Un allenatore per fare molto bene ha anche bisogno di sentirsi apprezzato, questo all'Orione c'è sempre stato e con loro non ho mai perso i contatti. C'erano anche altre occasioni ma in quel momento la mia testa mi diceva di tornare per proseguire il mio percorso da mister».
Conte dunque ritorna in un Orione che lui stesso definisce completamente trasformato: «Al mio ritorno ho trovato tantissime differenze, la società è cresciuta e questo è merito del lavoro dei soci, dei consiglieri, del Ds e di tutte quelle persone che vogliono bene all'Orione». Ad accoglierlo c'è il gruppo 2007 e un campionato che in Under 16 si rivela difficile, complicato tanto che la squadra conclude all'ottavo posto e tra mille difficoltà l'annata 22/23. Tra le ombre però ecco che spunta una piccola luce datata 27 marzo 2023, quando di fronte c'è la Vigor Milano in uno degli ultimi atti della stagione: «Il cambio di mentalità l'ho visto nella partita in casa con la Vigor, vinciamo 5-3 e io vedo una squadra completamente diversa. Ho capito che ciò che avevamo fatto durante l'anno aveva portato i suoi frutti e lavorando su un ciclo di due anni si poteva fare tranquillamente bene. Quando due anni fa Michelin mi ha affidato la squadra, mi ha detto che il primo anno si doveva lavorare per puntare a vincere nel secondo».
Presto fatto, perché nell'estate del 2023 cambia tutto: «A fine stagione - prosegue Conte - avevo chiaro in mente che alla squadra serviva un portiere, un difensore in più e altri due trequartisti bravi con i piedi». Ecco che arriva Lorenzo Sala dalla Masseroni - remember the name - Fabrizio Moy e Stefano Licciardi dal Vighignolo, Procopio dal Magenta e Daniele Grieco dal Villapizzone. «Se l'anno prima mi giravo in panchina e avevo difficoltà, quest'anno avevo chi entrando poteva fare la differenza».
L'’Orione sboccia nel 23/24 con un cammino praticamente perfetto sin dal girone d'andata che conclude con nove vittorie, un pareggio e solamente due sconfitte. Una prima parte di stagione che lo erige a serio contendente della Triestina 1946 - un duello destinato a rimanere storico - per la vittoria finale: «Arriviamo agli scontri diretti nel girone d'andata senza Sagulo e Romano che avevano segnato una decina di gol in totale, e quando si presenta una situazione di questo tipo non è facile. Ma che potevamo vincere il campionato lo capii all’andata col Romano Banco (0-0) e contro il La Spezia (rimonta da 0-2), ancor prima della Triestina. La squadra in quel momento ci ha creduto più del mister, avevo capito che mentalmente si era instaurato un qualcosa di così forte che nessuno ci avrebbe potuto fermare. Pareggiare col Romano secondo in classifica andando lì molto rimaneggiati e quasi vincerla è stato un segnale. Con il La Spezia invece penso che la società si ricordi ancora la mia entrata in campo al gol del 3-2 come Mazzone a Brescia (ride, ndr). Poi chiaro che gli episodi aiutano nel corso di un campionato, non sono uno che crede nei segni ma se penso che a cinque dalla fine dell’andata con la Triestina è uscito il sole, e noi abbiamo rimontato in dieci minuti, qualcuno dall’alto che ho in mente chi possa essere ci ha dato una mano».
L'Orione la vince (2-3) col gol di Licciardi a tempo scaduto e finisce l'anno col botto, un preludio di quanto sarebbe accaduto nei mesi successivi. «Quello che se vogliamo è stato a nostro sfavore quest'anno è che abbiamo giocato diverse partite che sono finite tanto a poco, ci sono state poche volte in cui ci siamo trovati sotto e a dover reagire contro una squadra forte. Dopo esserci resi conto che si poteva fare bene abbiamo iniziato a macinare seriamente, e penso che il monumento di ciò sia il ritorno con la Real Trezzano. In generale - dice Conte - nel corso del campionato siamo stati bravi anche ad adattarci agli altri, segnandoci punti forti e deboli degli avversari dopo il girone d'andata. Mi piace far provare ai miei giocatori più moduli, sia per trovare soluzioni diverse sia per rendere più consapevoli i ragazzi di quello che succede in campo. Fa parte del mio pensiero, mi è stato detto tante volte che fosse una cosa sbagliata prendendomi anche dell'arrogante. Si diceva che Conte pavoneggiava, ma penso solo di avere il mio modo di pensare e mi piace vincere e perdere con le mie idee, non quelle degli altri, non mi interessa».
Proprio i colori gialloneri rappresentano un'altra e clamorosa sliding door della stagione. Perché a tre partite dalla fine - proprio prima dello scontro diretto col Trezzano di metà aprile - Conte rassegna le dimissioni: «Ho avuto un'esperienza che mai mi sarei aspettato nella vita da persone che pensavo mi volessero bene. Sono uno molto emotivo, se vedo che sono il primo che non riesce a passare quello che voglio ai ragazzi non mi ritengo la persona adatta per seguirli in quel momento. Succede quello che succede, prendo il telefono e mando una mai alla segreteria della società rassegnando le dimissioni. Non l'avessi mai fatto, ho ricevuto mille chiamate subito dopo, alcuni pensavano addirittura fosse uno scherzo. Io ringrazierò sempre il Ds Michielin, il vice presidente Paracchino, il mio vice Mancosu e anche il papà di Licciardi, come tutte quelle persone che mi hanno parlato e fatto vedere le cose in maniera diversa. Il martedì ci alleniamo, il mercoledì anche e la domenica vinciamo la partita, non voglio dire altro su quello che è successo. Solo che ci sono due persone a cui non voglio dare più importanza, perché per la pochezza d'animo che hanno dimostrato faranno già fatica a guardarsi allo specchio da soli. Mi limito a dire che prima o poi i nodi verranno al pettine».
Superato lo scoglio Trezzano (3-2) la squadra prosegue il suo cammino fino ad arrivare all'ultima giornata in cui Orione e Triestina 1946, entrambe a pari punti, si trovano l'una contro l'altra. L'esito? un combattutissimo quanto giusto 2-2: «Il sabato sera prima della partita mi mandano un messaggio Sagulo, Politanò proponendomi di vederci tutti insieme. A turno ho chiesto di parlare ai giocatori, di quello che volevano, anche i genitori, e non nego che qualcuno si è anche messo a piangere per l'emozione. Abbiamo cercato di stare il più tranquilli possibile pur sapendo di affrontare un avversario molto forte, è servito per unire ancora di più il gruppo. Quello ha fatto la differenza perché nel momento in cui rimaniamo in dieci prendiamo subito il gol del 2-2, alla fine siamo riusciti a sfangarla anche con qualche occasione».
Pari e patta, come si suol dire, e biancazzurri e biancorossi arrivano al tanto temuto spareggio, la sera del 2 maggio, nel campo neutro del Kennedy di via Olivieri. Ciò che ne esce è una partita folle, ai limiti dell'umana concezione: ne esce un 3-3 dopo oltre 120 minuti assurdi, con due rimonte - la prima dell'Orione da 0-1 a 3-1 e la seconda sul 3-3 della Triestina - , e l'errore di Zanardini dal dischetto con la parata di Sala che rimanda tutto ancora agli undici metri. L'esito? è storia nota. Cason sbaglia, Sala para ancora e l'Orione festeggia i Regionali sotto un diluvio universale. «Sbaglio io la formazione iniziale - ammette Conte - perché lascio Casucci più alto per dare più spinta anche con Guerritore, questo ci ha fatto schiacciare indietro; l’atteggiamento però non era quello giusto. Mi ricordo che a fine primo tempo ho guardato i ragazzi in panchina mandandoli tutti a scaldare, poi guardo Michelin, Mancosu e il dirigente Gullo dicendogli "non azzardatevi ad entrare in spogliatoio".
I ragazzi dell'Orione festeggiano la promozione ai Regionali (FOTO Angelo Ortenzi ORIONE)
Li ho ribaltati, sono volate parole, è giusto perdere ma non senza metterci il carattere che serve. Dopo lo sfogo ho dato qualche ultima indicazione, la cosa che mi è piaciuta è che prima di rientrare in campo Sala e Politanò mi hanno chiesto di uscire per parlare alla squadra. Poi è successo quello che è successo, sui rigori mi sono fidato dei ragazzi ed è stata la scelta giusta. Sono momenti che non ci si toglie più dalla testa e quello che mi emoziona di più rivedendo i video sono le lacrime di Teo (Guerritore) e di Sergio (Bolivar), se lo sono meritato tutti. Ho sempre detto ai ragazzi di godersi il momento perché quando saremo grandi ripenseremo a tutto questo, magari raccontandolo ai nostri figli. Poi non posso non ringraziare Nunzio (Gullo) e Ivano (Verzanini) che sono con me da sei anni e sempre presenti, il successo è anche loro». La ciliegina non c'è, perché nella finale per il Titolo Provinciale una perla di Angiò impone la Vigor sul tetto di Milano, ma l'annata rimane storica.
Una decisione che appare scontata ma non lo è stata: «Ho avuto diverse proposte, tra cui quella dell’Ausonia per l’Under 18, ma ho ancora tanta strada davanti e qui all’Orione so di poterla fare. So di avere la fiducia totale di tutti, che c'è una prima squadra che in futuro voglio portare in Promozione, sempre che Flavio Galli non ci riesca prima e glielo auguro. Qui sto bene, sono diventato anche socio e al momento non mi vedo con nessun'altra maglia che non sia quella biancazzurra». Parlando però di futuro immediato, per Conte esso significa l'Under 19 e un altro campionato provinciale da affrontare.
Un Conte tra incredulità e gioia matta dopo lo spareggio vinto (FOTO Angelo Ortenzi ORIONE)
Squadra di cui faranno parte alcuni dei fedelissimi del 2007. Ecco quindi Sala, Moy, Politanò, Licciardi, Procopio, Boella e Iazzarelli a rinforzare una Juniores giovanissima e che potrà contare anche - tra gli altri - sui gol di Davide Figliola, 26 gol l'anno scorso a Bonola per rimpiazzare il partente Sagulo diretto alla Calvairate. «Sono una persona a cui piace vincere e che si arrabbia anche se perde un sondaggio (ride, ndr). La squadra può fare bene perché il gruppo è forte, la difficoltà sta nell'amalgamare ragazzi di tre annate diverse, ma col lavoro e la giusta mentalità avremo le nostre soddisfazioni. Si riparte dalle idee, dalla difesa a 3 e da un gioco offensivo». A chiusura, non poteva mancare un fioretto che a questo punto - per peculiarità ed effetto spiazzante - tocca definire come in pieno "stile Marco Conte": «Se vinco il campionato con la Juniores? inizierò a pensare seriamente ad un futuro matrimonio».