Under 16
28 Luglio 2024
PERGOLETTESE, UNDER 17: Matteo Bellino, dall'Ausonia alla Pergolettese
Arriva la notizia. «C'è un contratto tra i prof che ti aspetta». Ansia, confusione, gioia, malinconia, problemi logistici da risolvere. Scuola, lontananza, l'addio ai compagni di una vita. «Fai quello che ti dice il cuore, puoi farcela». Papà Vincenzo tranquillizza, la squadra batte una sonora pacca sulle spalle: «Te lo sei meritato, adesso spicca il volo». Deve essere andata più o meno così quando Matteo Bellino ha scoperto che sì, le avance della Pergolettese si erano trasformate in un contratto matrimoniale. Il 15 luglio la data fatidica: camminata lenta e impettita verso l'altare, cerimonia solenne, firma apposta su carta intestata e uscita da via Alcide de Gasperi 47 con il tradizionale lancio del riso. La sposa veste un abito lungo tutto gialloblù. Un coro si alza dalla piccola folla riunita a festeggiare: «È tutto vero Matteo, sei nei prof».
Era la partita più importante della stagione. Dall'altra parte del campo c'era il Cimiano, lì davanti - a due passi - l'accesso ai playoff. Due passi sì, ma sembravano l'equivalente di sette chilometri. Sotto al sole. D'estate. Nel deserto. Perché il palcoscenico era quello difficile di via Don Calabria, perché la porta era vessata da attaccanti del calibro di Michele Cirasella e Aprea, perché quando ti giochi in una partita l'intera stagione, il pallone diventa pesante come un macigno.
Correva il 20 aprile 2024. Sembra una vita fa. E in realtà sì, di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia. Nasceva lì l'eroe di giornata, probabilmente nasceva lì anche la nuova stella di via Alcide de Gasperi. Quel 20 aprile 2024, Matteo Bellino decide di farsi prima furbo e subito dopo straordinario: due gol, uno più clamoroso dell'altro. Il primo di schiena - sì, sì, avete capito bene: di schiena - sfruttando una ribattuta di Donato: solo i più audaci riescono ad immaginare una giocata così. E poi il vero capolavoro, la seconda rete, quella che decide la partita, il campionato e forse forse anche il suo destino: direttamente da calcio d'angolo, sulla destra, appoggiandosi sul soffio del vento, a trafiggere la porta biancorossa là dove neppure facendosi in quattro Donato ci sarebbe potuto arrivare. Chissà se quel 20 di aprile c'erano già taccuini pronti a prendere appunti sugli spalti di via Don Calabria... intanto di lui hanno scritto i giornali: «A 16 anni segna il gol della vita». Lo era davvero.
Roma non venne costruita in un giorno. Matteo Bellino non si trasformò in un professionista in una sola partita. Questione di anni, partendo dall'oratorio, passo dopo passo fino al primo step per rendere il calcio il mestiere di una vita. Una storia d'amore che lo impegna da quando aveva cinque anni, praticamente dal giorno dopo aver imparato a camminare. Quel pallone ad esagoni bianchi e neri lo ha tenuto attaccato agli scarpini in ogni sua avventura, passando per l'Accademia Sandonatese, arrivando alla Milanese ed infine approdando all'Ausonia che lo ha lanciato.
Il campionato in Under 16 con i colori nero e verde tatuati sulla pelle non è stato semplicissimo. Uno scossone nel girone di andata, una bussola che non trova più le coordinate, qualche ingranaggio non oliato bene: e il patatrac è presto fatto, con via Bonfadini che in un attimo sprofonda nel pantano di metà classifica. Ma no, Roma non si è fatta in un giorno. Poteva forse una storia d'amore finire per così poco? Dagli spalti, papà Vincenzo rassicurava come sempre: «Un passo alla volta ne verrai fuori, insieme a tutta la squadra». Dal campo, Matteo lo guardava («Mi segue sempre!»), sorrideva e continuava a lavorare. Fino a quel 20 aprile 2024, fino a quel 15 luglio dello stesso anno: nell'ordine, il giorno della consacrazione, il momento della verità. Tutto il sudore della fronte alla fine è stato ripagato: ne valeva la pena.