Cerca

Under 16

Dai provinciali alla Serie C in due anni: il classe 2008 attraversa l'Italia per giocare nei prof

Andrea Crisci ha firmato con la Triestina

ANDREA CRISCI, CLUB MILANO

CLUB MILANO, UNDER 16: Andrea Crisci firma con la Triestina in Serie C per la prossima stagione

Quanta strada sei disposto a percorrere per inseguire la felicità? Tentennamenti, facce corrucciate, risposte evasive. Il tremendo auto-sabotaggio, tanto deprecato da orde di psicologi, è sempre dietro l'angolo: la felicità è lì, basta fare l'ultimo sacrificio. Ma all'improvviso fa paura. Sembrano ragionamenti filosofici da cioccolatini, o un messaggio segreto dentro il classico biscotto della fortuna che arriva, inesorabile, dopo l'abbuffata all'all you can eat. Eppure, a volte succede proprio così. Ci avrà visto giusto il biscotto della fortuna? La felicità in questo caso si chiama calcio, e il gran sacrificio sono quei 434 km che separano Milano dal luogo in cui Andrea Crisci si allenerà d'ora in poi. Davanti la Serie C, l'ingresso nel calcio dei professionisti, la felicità di correre dietro ad un pallone come mestiere di una vita. «Lo fai questo ultimo passo e vieni a giocare alla Triestina?». Andrea ha risposto

VIAGGIO

Dunque, quanta strada sei disposto a percorrere per inseguire la felicità? Quattro ore e trentatré minuti di macchina (in condizioni di traffico normali, e attenzione alle code in uscita da Milano!), partendo da Pero, percorrendo un lungo tratto di E70, per arrivare lì, allo stadio Nereo Rocco, in Piazzale Atleti Azzurri d'Italia, civico numero 2. Poco distante il mare di Trieste, a due passi il convitto, appena accanto la scuola. Nuovi compagni, nuova vita, nuove esperienze. Ma la promessa con il pallone rimane la stessa: la sua felicità Andrea Crisci non ha avuto alcuna paura di caricarsela sulle spalle e lavorare per farne una missione compiuta. Pare una sciocchezza, ma quando hai 16 anni è un atto di coraggio tutt'altro che scontato.

È un suo modus operandi, d'altronde. Lo è da quando da piccolino dava i primi calci ad un pallone nel parchetto dell'oratorio, ma soprattutto lo è da quando l'anno scorso la sua carriera nel calcio ha avuto la prima impennata. A 15 anni, dopo tanto sudore della fronte nei provinciali con il Romano Banco, comincia ad essere notato un po' dappertutto: diverse prof lo contattano per un provino, e lui - ovviamente - non si tira indietro. Insomma sì, il salto è grande, ma quando ti chiami Andrea Crisci e la tua idea di felicità ce l'hai ben in testa, non c'è passo che sembri troppo spericolato. Alla fine se lo accaparra il Club Milano: Pero si coccola il suo diamante grezzo, smussa gli ultimi angoli e lo consegna, brillante più che mai, al professionismo.

DUE STAGIONI

Calcolatrice alla mano, questa volta non per pensare ai chilometri. A 15 anni nel Romano Banco, a 16 anni in un club di Serie C. Esatto, la calcolatrice non sbaglia. In due stagioni, Andrea si è fatto decisamente grande. Grandissimo, tanto che ancora lo possono vedere da Pero, seguendo quell'E70 che porta a Trieste. Per la strada, aguzzando l'udito si sente l'eco delle esultanze con i colori bianco e rosso tatuati sulla pelle: quanta soddisfazione quell'abbraccio ai compagni dopo ogni gol, quanta gioia a poter lasciare l'Under 16 Élite in eredità alla prossima generazione di talenti. Nel girone di ritorno - spettacolare, perfetto, ineccepibile - la corazzata di Lorusso ha compiuto un mezzo miracolo: una scalata inesorabile verso una vetta preclusa solo per un soffio, con Andrea a guidare l'ambasciata di Pero alla conquista della Lombardia.

Rimane la tanta strada percorsa, il tanto impegno, i segni di un sacrificio diverso ogni giorno. Ma guai a pensare che sia finita qui. Il modus operandi rimane il medesimo, quella felicità che si chiama calcio è ancora una sfida da compiere passo-passo: «Quando saprò di aver dato tutto sarò felice, ma per ora lavoro a testa bassa». Sta tutto qua: una missione, un carico di talento che bisogna saper amministrare bene, una famiglia dietro che lo segue ad ogni scelta. La dedica a loro questa prima, piccola vittoria. Soprattutto al papà. E il viaggio, per quanto lungo sia, non gli fa davvero nessuna paura

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter