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Under 15 Élite

A 14 anni cambia ruolo e fa impazzire tutti: segna una rete clamorosa ed emula il fratello goleador

Vincenzo Catta fa volare il Lombardia Uno, nel mentre il fratello maggiore trascina il Lissone

VINCENZO CATTA, LOMBARDIA UNO

UNDER 15 ÉLITE, LOMBARDIA UNO: Vincenzo Catta è il nuovo attaccante di Alessio Gaiani

«Un'occasione, mister. Mi serve solo un'occasione». Semplicissima domanda, semplicissima richiesta. «Ho io la soluzione, non ti preoccupare: ci servi lì davanti». Risposta immediata, senza pensarci due volte. Sarà andata così quella fredda sera di giovedì scorso? Quella sera in cui Alessio Gaiani ha deciso che sì, era ora che Vincenzo Catta cambiasse lavoro e diventasse attaccante? Impossibile da verificare, ma i fatti intanto parlano chiaro: contro la Barona Academy il roccioso e ormai ex difensore centrale del Lombardia Uno veste la numero 9. «Mi serve solo un'occasione...», la richiesta ronzava ancora per gli spogliatoi. Detto fatto: alla prima da attaccante, alla prima grande chance a tu per tu con la porta, Vincenzo Catta non si esime dal fare gol.  

NUMERO 9

Non era banale. Spalle alla porta, la giravolta su se stesso come una ballerina di danza classica, il tiro potente di un cannone. Li ha fregati tutti, i difensori. Ma d'altronde quando sai tutti i trucchi del mestiere - quello che era stato il tuo mestiere - è facilissimo entrare nella testa dell'avversario e prevederne le mosse, come se fossero tutte scritte comodamente su un bel post-it appiccicato in fronte. Eccoci qua, dunque: al grande esordio nel nuovo ruolo, la roccia di via Pozzobonelli è già decisiva. La roccia? Sì, una roccia. Sicuramente per la sua presenza fisica (è decisamene uno che se ti si para davanti non ti lascia passare), ma probabilmente più per la sua costanza: Vincenzo è esattamente quella trave portante su cui non hai paura di poggiare tutto il peso della squadra. Solido, imponente, cocciuto ma intelligente: e ora pure letale davanti alla porta, cosa volere di più?

Il suo curriculum in realtà parlava chiaro già da sé: l'anno scorso al Biassono era tra gli inamovibili di Noe, il tecnico della grande impresa rossoblù, quello che ha portato i suoi classe 2010 a giocarsela a testa altissima nientepopodimeno che contro l'Alcione di Fontana. 21 presenze, 6 reti. Da difensore. Insomma, il fiuto per il gol era cosa ormai comprovata: serviva giusto il guizzo di mettere "la roccia" effettivamente a braccetto della porta avversaria. 

DNA

Nel database sono proprio uno sotto l'altro. Prima Salvatore, poi Vincenzo. Anche l'ordine alfabetico pretende la sua legittima attenzione. Appena davanti ai due nomi, lo stesso cognome: Catta. Ma quando il calcio ce l'hai nel DNA queste cose te le devi aspettare: 10 anni di differenza, ma sembra di vedere nell'uno la fotocopia dell'altro. Sopratutto quando procedono palla al piede verso la porta. Dalle retrovie o come punta, nell'Under 15 Élite o in Promozione, sotto la pioggia o con un sole che spacca le pietre: il pallone parla la stessa lingua ai due fratelli Catta, e a tutti e due consiglia sempre la stessa traiettoria perfetta che finisce categoricamente in rete. 

Proprio quel pallone che ha parlato a Vincenzo giovedì scorso e che domenica si è fatto una bella chiacchiera con Salvatore. Golazo contro il Biassono, ciliegina sulla torta nella settimana in cui il fratellino metteva a ferro e fuoco la porta avversaria durante la sua prima volta con la numero 9. Avrà tratto ispirazione da quel gol capolavoro di Salvatore nella finale di Coppa Lombardia con il suo vecchio amore, la Manara? Di nuovo, impossibile da verificare. Ma - di nuovo - i fatti intanto parlano da soli, senza bisogno di interpreti: i fratelli Catta il gioco del pallone ce l'hanno come progenitore nell'albero genealogico.

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