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Under 15 Élite

Il papà ha giocato in Serie A, lui segue le sue orme nello stesso ruolo: a 14 anni para di tutto!

Tommaso Storari è una vera saracinesca tra i pali della Masseroni

TOMMASO STORARI, MASSERONI

MASSERONI, UNDER 15 ÉLITE: Tommaso Storari incanta tutti in porta

Due spirali, o meglio - per gli appassionati di biochimica: una struttura a doppia elica costituita da amminoacidi e tenuta insieme da nucleotidi. La chimica toglie la poesia da ogni cosa, ma dalle definizioni non si scappa: stiamo parlando di DNA. Cosa succede quando al posto di adenina, citosina, guanina e compagnia cantante, la doppia elica destrorsa viene codificata da calcio e guantoni? Semplicissimo: succede che nasce un portiere, uno di quelli bravi davvero. Fuori le carte, vogliamo nomi e cognomi. Si chiama Tommaso Storari e di professione fa l'estremo difensore. Sì, proprio come il papà

COSE DI FAMIGLIA

Siamo partiti dal DNA, ma forse non serve scavare fino ai comandi atavici del patrimonio genetico per capire di che qualità stiamo parlando. Tommaso è semplicemente quel portiere che vorrebbero un po' tutti. Esplosività? A grappoli. Saggezza nei piedi? Neanche a dirlo, anche se non ha neppure 14 anni (gli auguri ce li teniamo per il 26 ottobre!). Leadership nella gestione dei compagni in difesa? Senza problemi. Contro l'Accademia Pavese, in quel famoso rimontone della sua Masseroni nel recupero di prima giornata, l'ha dimostrato una volta di più: Rognoni è sempre una brutta gatta da pelare quando si trova davanti alla porta, ma lui non trema neanche un secondo e ci mette i guantoni. Guantoni salvifici, guantoni che danno il la al recupero dei blues. Parte tutto da lì: si sa, d'altronde, «gol non fatto, gol subito».

Glielo avrà insegnato il papà quel riflesso? Quello inconfondibile di chi si è trovato a tu per tu con il pallone migliaia - forse milioni - di volte? Oppure gliel'avrà insegnato il fratellino Piergiorgio (classe 2011), che a furia di allenamenti davanti alla porta lo ha abituato ad aspettarsi di tutto e di più dagli scarpini di un attaccante? Non solo legame di sangue, anche legame di pallone: i fratelli Storari giocano entrambi con i colori della Masseroni, il più grande - lo abbiamo capito - in porta, il più piccolo in prima linea offensiva. Ruoli opposti oppure strettamente collegati, proprio come due eliche del DNA?

INIZI

Fedelissimo ai guantoni, fedelissimo alla Masseroni. Il suo percorso nel calcio Tommaso lo comincia proprio in quella via Terzaghi che presto diventa la sua seconda casa. Aveva solo dieci anni, mese più, mese meno, ma le idee erano chiare in testa come fossero state incise da chissà quale richiamo naturale: «Io voglio fare il portiere». Detto fatto: Pasquale Palazzo, responsabile dell'attività di base della Masseroni, non ha dubbi e lo accontenta. La gloria del gol? Nah, meglio il calore dei guantoni sulle mani. La corsa sfrenata palla al piede? No grazie, decisamente meglio riflessi felini ed esplosività di piedi. Tutto conduce lì, in quella zolletta di terra tra i due pali che da anni a questa parte si è candidata a diventare il terzo indirizzo di Tommaso Storari.

«È uno che non si tira mai indietro, uno che lavora sodo senza preoccuparsi di faticare. Ora è cresciuto sia fisicamente che mentalmente, ma quando era piccolo per lui non era una scelta semplice giocare in porta: non si è mai assentato da un solo allenamento, per questo ora è così forte». Parola di Pasquale Palazzo, parola di uno che per i suoi campi dei primi calci ha visto passare nientepopodimeno che Daniel Maldini e Simone Andrea Ganz - figlio di Maurizio. Insomma sì, uno che di pallone se ne intende giusto qualcosina. E se la matematica non è un'opinione, l'equazione è basilare: tanto duro lavoro = tanti ottimi risultati. Dunque, con buona pace della biochimica, il DNA è solo un piccolo ingrediente nella storia d'amore tra Tommaso e la maglia numero 1. Quel bambino nato e cresciuto tra i pali la sua storia se la scrive benissimo da solo, sempre e rigorosamente con i guantoni indosso. 

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