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Under 16 Élite

Viene dalla Moldavia, incanta l'Italia e giocherà in Nazionale: il classe 2009 fa innamorare tutti!

Egor Ciofu è il nuovo talento scoperto dal Cimiano, tornerà a casa per giocare nella nazionale Under 16 del suo Paese

EGOR CIOFU, CIMIANO

CIMIANO, UNDER 16 ÉLITE: Egor Ciofu è stato convocato con la nazionale moldava Under 16

«Egor! Torna qua!». Cristiano Gazzola deve sgolarsi per portarlo dalla giornalista. Se ne era già tornato negli spogliatoi dopo la foto di squadra ufficiale. D'altronde, Egor Ciofu è fatto così: poche parole, pochi riflettori, preferisce che a parlare per lui siano i suoi scarpini. Loro sì che sono due tipi loquaci! Inglese? Moldavo? Italiano? Non importa, loro parlano quella lingua che si capisce davvero in ogni singolo angolo della terra: è la lingua del talento, è la lingua del calcio

INCIPIT

12 luglio 2009: la storia comincia. Era il tempo lontano in cui quegli scarpini chiacchieroni non avevano ancora iniziato a parlare. Stavano chissà dove in una scatola, in attesa di poter imparare le loro prime parole e attaccare con la propria narrazione. Dovranno aspettare ancora un po', giusto i tempi tecnici di naturale crescita per un bambino che il richiamo del pallone lo sente vibrare nelle orecchie fin proprio dalla nascita. E infatti, non ci sono tentennamenti, non ci sono perdite di tempo: appena posa gli occhi sulla famosa palla ad esagoni neri e bianchi, Egor se ne innamora. Comincia a giocare a calcio a 7 anni, senza neanche prendere in considerazione strade sportive alternative. Da quel momento, non hai più smesso.

Il set di questo incipit è Chișinău, la capitale della Moldavia. È lì che il piccolo Egor comincia a muovere i suoi primi passi nel calcio. Che giorno meraviglioso, quando finalmente i suoi scaripini hanno cominciato ad avere qualcosa da dire: all'Academy Zimbru erano tutti incantati, con le orecchie ben tese e gli occhi sbarrati davanti a quel ragazzino che disegnava calcio sulla sua fascia destra. Attaccante di natura, sempre sulla palla, tanti spunti, tante idee, il talento che serve per realizzarle tutte. Altro che parlare: i suoi scarpini, da quando ha sette anni, cantano.

DOPPIO PASSAPORTO

Andiamo avanti veloce. I successi, il fratello Artion sempre sugli spalti a fare il tifo ad ogni singola partita, i sogni, le grandi giocate da sotto età con il suo ultimo club in Moldavia, l'AF Radu Rebeja, sotto la guida del tecnico Adrian Gusanu... sì, tocca schiacciare il pulsante "x2": le cose da dire sarebbero troppe. Passano gli anni, Egor macina chilometri, e un bel giorno di inizio settembre si ritrova in Italia. Precisamente a Milano, e ancora più precisamente in via Don Calabria 6. Fermi tutti: ora serve di nuovo stoppare il nastro e premere "play". Il nuovo capitolo si tinge di bianco e di rosso, i colori iconici del Cimiano. Cristiano Gazzola lo accoglie a braccia aperte, Egor per conto suo abbraccia del tutto lo stile di gioco italiano. «C'è molta differenza rispetto al campionato moldavo: qui in Italia si gioca meglio, sono più aggressivi, il livello è molto alto»: parola di Egor Ciofu, rigorosamente tradotta dall'inglese (ma il suo italiano è già avviato verso un ottimo livello, per onor di cronaca). Lo scorso weekend l'esordio con la nuova maglia - era la numero 16: gioca giusto una mezz'oretta, ma è tutto quello che serve per cominciare a far apprezzare la melodia dei suoi scarpini anche in Italia.

Dunque nuova nazione, nuova squadra e in un certo senso anche nuovo calcio. Tutto diverso, eppure pare non cambiare mai nulla. Il richiamo di casa sua è intramontabile, la chiamata della bandiera non si può di certo ignorare. Non quando sono ormai 7 anni che vesti i colori blu, giallo e rosso, non quando sei ormai un'habitué delle convocazioni in nazionale. La settima volta come la prima? Le emozioni sono sempre le stesse, ma ormai si vede che ci ha fatto il callo: «È la Nazionale, semplicemente non ci sono parole. Sono tanti anni che mi chiamano lì, ma tutte le volte è un'esperienza nuova: nuove tattiche, nuovi compagni, tutto nuovo»: ancora, traduzione libera dall'inglese. Già innamorato dell'Italia, legato indissolubilmente alla sua Moldavia: è una storia da doppio passaporto obbligato. E per fortuna che quei suoi scarpini riescono davvero a farsi capire ovunque vada...

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