Al cinema
05 Dicembre 2024
La storia raccontata dal film documentario in questi giorni su Sky, "Chi segna vince", potrebbe tranquillamente essere paragonata a una delle tante storie che il nostro giornale racconta tutte le settimane. È la storia cioè di un'intera nazione, seppur minuscola, le Samoe Americane, che vive per vedere la propria nazionale andare alle qualificazioni dei campionati mondiali e segnare un gol. Non vincere i campionati del mondo, nemmeno arrivare a qualificarsi, no, semplicemente riuscire a segnare un solo gol. Un storia che regala emozioni come quelle che i nostri ragazzi regalano nel fine settimana quando si presentano su un campetto di periferia con un solo obiettivo e cioè divertirsi inseguendo un sogno. Non conta quanto grande, l'importante è avere un sogno.
E le Samoe Americane il sogno ce l'avevano ma la sconfitta maturata qualche anno prima, 32-0 dall'Australia, pesava come un macigno nelle menti dei calciatori e di tutti i supporter. Tocca alla moglie del presidente della federcalcio locale, madre naturalmente anche di uno dei calciatori, dipanare la matassa con una lettera alla federcalcio statunitense affinché mandasse un tecnico all'altezza. E il tecnico arriva, anche se probabilmente non è esattamente quello che si aspettavano, ma chi è disposto a prendersi carico di una squadra composta da calciatori fuori forma, con scarse qualità tecniche e poca voglia di allenarsi?
Thomas Rongen, un'ex calciatore professionista olandese, che ha giocato principalmente come attaccante. Uno che ha iniziato la sua carriera professionale nell'Ajax, prima di trasferirsi in diverse squadre in Europa e negli Stati Uniti. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo, Rongen ha intrapreso la carriera da allenatore, guidando diverse squadre tra cui l'Arizona United e il Tampa Bay Rowdies. Nel documentario Thomas viene sollevato dall'incarico della Nazionale Under 20 a stelle e strisce e viene spedito alle Samoe Americane. Un solo gol, gli chiedono, vogliono che porti la squadra a segnare un solo gol, ma dopo aver passato in rassegna l'organico è del tutto evidente che anche un solo gol è una grande impresa. Dopo una serie di eventi che mettono in mostra l'animo di un popolo attaccato alle proprie origine, ai propri valori, arriva finalmente la prima partita di qualificazione con Tonga, non propriamente una superpotenza del calcio, ma ostacolo complicatissimo per le Samoe Americane. Alla fine non solo arriverà quel gol tanto sognato ma addirittura una vittoria per 2-1 mandando in delirio l'intera isola. E poco importa se poi arrivano tutte sconfitte e la strada verso i mondiali finisce subito. Il sogno si è avverato.
Il nostro giornale storie come queste le racconta tutte le settimane, quando andiamo a seguire la penultima in classifica, con un solo punto all'attivo, e se la dovrà vedere con l'ultima in classifica magari ancora a zero gol realizzati. Che gioia, che emozione quando una della due squadre segna un gol. È la storia del calcio delle periferie, quelle che entrano nei discorsi dei politicanti ma che di fatto non sanno nemmeno dove siano. È quel calcio che ha fatto grande la storia del nostro Paese, quel calcio che ha consentito una rapida integrazione, sessant'anni fa, tra gli immigrati chiamati dalla Fiat e stipati nei quartieri Falchera, Vallette, Mirafiori e i tecnici piemontesi che ai tempi partivano da Torino e portavano la moglie in viaggio di nozze a Chivasso perché così potevano anche andare a vedere una partita di calcio. [Da La Palla è rotonda del 1953, piccola inchiesta sul calcio minore, di Sergio Zavoli]
Quello che manca a chi governa il nostro calcio è comprendere che senza un sogno non c'è futuro, e dovrebbe far comprendere l'immensa forza di quello che è stato il nostro calcio (quattro volte campione del mondo, due europei) e di quale patrimonio rappresenti anche di termini di valori per la nostra economia. Non portare la Nazionale alla partecipazione dei campionati del mondo dovrebbe essere una responsabilità tale che un minuto dopo dovrebbero arrivare le dimissioni. Tutto questo se la dignità avesse ancora un valore. Stando invece da quanto emerge sui principali quotidiani italiani il calcio si troverà a eleggere un presidente sotto indagine e arbitri scoperti dall'Agenzia delle Entrate per aver evaso il fisco. Così il movimento cola a picco.