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Il Pungiglione

Velocità e Gol, come lavora la società dei miei sogni

Da un sogno di qualche giorno fa, alcuni spunti su come dovrebbero lavorare i club con i giovani

Velocità e Gol, come lavorano le società che vorrei

Sócrates, leggenda del calcio brasiliano che ebbe un impatto particolare con i metodi di preparazione italiani una volta approdato alla Fiorentina

Un sogno, sì è un sogno di qualche giorno fa che voglio raccontare ai lettori di Sprint e Sport, e a tutti coloro che lavorano nei calcio giovanile che conosco personalmente.
Ecco, mi trovavo in un centro sportivo di una grande società calcistica con il nome di due qualità importanti del gioco del calcio "Velocità e gol". Diceva così l'insegna scritta a carattere cubitali sull'entrata della struttura. All'interno: bar, ristorante, sala congressi, palestra attrezzatissima, piscina, ma soprattutto tanti campi da calcio, tutti in erba che emanavano un profumo particolare, quel profumo che mette nostalgia a chi non li può più frequentare. Nei campi tutti i gruppi, dalla Scuola Calcio, fino all'ultima squadra del Settore Giovanile. Sul terreno di gioco nessuna traccia (finalmente) di cinesini, barre, scalette, sagome, reti rimbalzanti, triangoli, cerchi, coni... a tal proposito un gruppo di giovani allenatori contestava questa scelta che impediva loro di avere un aiuto nel pianificare il lavoro di campo.
Nel sogno, entrai nei loro discorsi, chiedendo: avete mai visto un calciatore che in partita, prima di realizzare una rete, effettua uno slalom tra i cinesini, o esegue uno skip attraversando una scaletta messa a terra, o saltare un ostacolo? Mi guardarono stupiti, e in quel preciso momento mi venne a sostegno un grande fuoriclasse brasiliano: Socrates, leggenda dei Mondiali 1982 e 1986 (che con Cerezo, Falcao, Junior, Zico diedero lezioni di tecnica a tutto il mondo), il quale disse: «Quando venni in Italia  alla Fiorentina mi spaventai, non pensavo che i campi di calcio fossero in salita e pieni di ostacoli e cinesini, in preparazione non ho fatto altro che correre in salita, saltare ostacoli, e zig-zagare tra i cinesini per tre giorni senza mai toccare un pallone».
Le mie osservazioni e l'aiuto di Socrates fecero abbassare gli occhi ai giovani tecnici messi di fronte alla realtà. La società Velocità e Gol utilizzava esclusivamente tanti palloni (numero tre, quattro, cinque) e tante porte bifrontali su ogni campo, con reti che superano il terreno di gioco di mezzo metro, tendente così a fare morire su se stesse ogni pallone calciato con forza anche da giocatori adulti. In campo con i ragazzi, allenatori giovani, in grado di dimostrare tutto il repertorio tecnico situazionale che necessita in ogni zona del campo, frutto delle loro esperienze vissute nel mondo professionistico fin da bambini prima, e da calciatori poi. Le porte bifrontali, indispensabili, leggère, facili da spostare, consentono di preparare campi funzionali, per giocare tre contro tre, quattro contro quattro, idem a cinque, a sette, a nove in un attimo. Nel mio sogno vedevo raggruppamenti di tre Allievi, con più palloni e una porta bifrontale, un rapporto perfetto per affrontare tecniche di allenamento miste tutte indirizzate ad esercitare le conclusioni a rete di piede, di testa, in acrobazia, in tuffo. Era un piacere vedere chi calciava da fermo e in corsa con il collo del piede dritto per dritto, rasoterra, a mezza altezza con palla tagliata, cercando l'incrocio dei pali; chi a girare di taglio sul primo palo, sul secondo, idem con l'esterno, di controbalzo, al volo, in rovesciata, o dopo aver superato in dribbling prima uno poi l'altro del trio, con gesti tecnici che simulano la gara, dribbling frontali-laterali-con attacchi da dietro, tutti questi gol siglati anche senza portiere con i palloni sempre a portata di mano, poi la libertà di esercitarsi sugli stacchi aerei di testa dove spinta, coraggio e tempismo sono indispensabili nel calcio di oggi per presentare preparati i calciatori del futuro.
Vedevo la felicità dei ragazzi che passavano in un attimo dal trattamento della palla ai gesti estrosi dei grandi calciatori i quali indicano a tutti la strada da seguire, poi le partite a tema, cambiando il numero dei giocatori, ruoli, e compagni di squadra, rendendo le competizioni tra di loro aggressive e competitive, con un pressing a tutto campo. Ad un certo punto della seduta due colpi di fischietto, e tutti a raggiungere una porzione di campo dove sul prato c'era una breve e piccola scritta in bianco "speed": lì, in perfetto ordine, si sfidavano a gruppi di quattro alla volta, nella velocità sui dieci, venti, trenta metri. Senza palla prima, e con la palla poi, mettendo insieme i più veloci a sfidarsi tra loro, ad un colpo di fischietto, palloni a posto, e via di nuovo a sfidarsi in partite provando i gesti nuovi in situazione di gioco una diversa dall'altra. In sostanza, la società "Velocità e Gol" nel mio sogno offriva ai bambini da 6 a 12, da 13 a 15 da 16 a 18 anni solo palloni e porte, in zona speed la velocità indispensabile per arrivare primi su ogni pallone, allenata obbligatoriamente tutti i giorni.
Nel sogno mi veniva presentato il responsabile tecnico della società, il signor Fantasia, il quale mi spiegava: «Vede, il nostro modello di lavoro ha un percorso di 12 anni, partendo da un bambino di 6 fino ad un ragazzo di 18, ottimizziamo i tempi dei nostri allenamenti eliminando il torello, il gioco con le mani, il parlare al gruppo in mezzo al campo, il mettere attrezzature che non servono. Queste nostre regole ci permettono di guadagnare trenta minuti di allenamento vero, quello difficile. Questo nostro metodo - mi dice il direttore - tende a formare giocatori molto tecnici e veloci, che possono cambiare le sorti di una squadra». Nel sogno riesco poi ancora a sentire il responsabile tecnico che mi dice: «Abbiniamo alla tanta tecnica e alla velocità anche la forza, infatti nelle nostre palestre dai 16 anni in su tramite la leg extension, calf e pector machine, aiutiamo gradualmente i ragazzi a rafforzare la muscolatura senza perdere agilità, sveltezza, e rapidità».
Mi sveglio, sono contento, rivedo tutto, ricordo tutto, sono d'accordo in tutto.
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