Under 14
21 Gennaio 2025
ALDINI, UNDER 14: Giuseppe Zappia, capitano degli imbattibili 2011 di via Orsini
«I 2011 dell’Aldini sono veramente forti, i più forti di tutti». La voce che parla è quella di un attore esterno, del tutto disinteressato, una certezza di neutralità. E pure uno che di calcio ne sa giusto qualcosina. Signore e signori, questo è il commento di Beppe Bergomi. Ma quali sono le prove? Scritte nero su bianco, nel sintetico di vai Felice Orsini e tra i numeri delle statistiche. È la squadra dei record (nessuna sconfitta in campionato), è la squadra dei fenomeni (79 gol fatti, solo 11 subiti), è una meraviglia per gli occhi (chiedetelo agli osservatori di tutta la Lombardia). E il giocatore più iconico di tutti, il simbolo di questa parabola straordinaria tutta bianca, rossa e blu? Pochi dubbi: colui che porta sul braccio la fascia di capitano. Si chiama Giuseppe Zappia, gioca all’Aldini, di professione fa il difensore centrale e questa è la sua storia. La storia di una stella che nasce.
E d’un tratto, il big bang. Come una forza primordiale che ti chiama, un richiamo verso la grandezza che sarà. È un giorno come tanti (inverno? Primavera? Poco importa), una semplice domenica degli anni ’10 del 2000. Il piccolo Giuseppe è invitato a partecipare ad un’attività nuova: andare a vedere il papà mentre gioca a calcio. La prima partita di tante, da allora non se perderà nemmeno una. La nascita di un tifoso, sì, ma anche l’inizio di qualcosa di più: guardando quella sfera rotolare sull’erba il ragazzino si innamora. È questo il big bang, l’idrogeno comincia a bruciare e la stella manda la sua prima luce. Da lì in poi, sarà tutto un crescendo.
«La sua passione diventò anche la mia»: c’è forse un regalo più bello che un papà può fare al figlio? Parla da vero gentleman, Giuseppe - 14 anni da compiere a maggio -, quando racconta i suoi inizi nel calcio. La prima tappa è alla Mocchetti di San Vittore Olona, ma la trama si intreccia quasi subito con via Felice Orsini. È all’Aldini da 7 anni, si può dire ormai che sia un fedelissimo della maglia. Ma le cose non sono state facili fin da subito, non come si potrebbe pensare. Il lungo periodo a sudare sette camicie nella seconda squadra, la testa che si riempiva di sogni, il duro lavoro per realizzarli. E intanto, il fisico cresceva, cresceva, cresceva… a vederlo oggi in campo, non gli daresti l’età che ha: alto, altissimo, ma con la promessa di crescere ancora, strutturato e veloce con i piedi. Quando te lo trovi davanti ti mette in soggezione. «Portiamolo nella squadra A, questo è un giocatore che ti cambia le partite»: sarà suonata più o meno così la discussione ai piani alti della società quando, 4 anni dopo l’arrivo di quel difensore straordinario, si è deciso di promuoverlo prima a perno della prima squadra, e poi a capitano indiscusso. Ci si mettano pure le sue non poche escursioni nella squadra di Fontana, da sotto età in Under 15 Élite, per completare il quadro: l’Aldini ora il suo gioiellino se lo coccola per bene.
Fisico sì, ma anche tanta testa. Giuseppe è uno a cui piace entrare in campo ben preparato e con un’idea chiara di quello che andrà a fare. «Ho sempre amato fare il difensore, guardavo video su You Tube dei migliori interventi per prendere spunto»: riavvolgere il nastro anche 100 volte per cogliere ogni sfumatura di quella giocata di Serie A per poterla replicare, imparare a memoria i movimenti dei migliori difensori d’Italia, studiare tattiche e posizioni. Se non è passione questa, cosa lo è?
I risultati si vedono, si toccano, si leggono. Non c’è proprio bisogno di inventarsi niente. Solo 11 gol subiti non sono certamente un caso: è la difesa migliore del campionato - ad onor di cronaca, anche il miglior attacco - e tutto passa per gli scarpini dell’inconfondibile capitano. Un tipo tranquillo, finché non indossa la sua maglia del cuore. Poi, come si suol dire, «sono cavoli amari». Non solo chiusure alla Baschirotto («È uno dei miei giocatori preferiti, anche lui ha dovuto fare molta fatica per arrivare a livelli alti»), non solo mentalità da campione in difesa, non solo tanto studio: Giuseppe non si accontenta. Lui sa anche fare gol. Sono 4 in questa stagione con i classe 2011, il più bello di tutti quello contro la Milano FA, quando il suo talento è prestato al centrocampo. Da mezzala, Giuseppe si inventa una perla che fa drizzare le orecchie a tutta la Lombardia. La stella è nata, ora c’è solo bisogno di un cielo terso per farla risplendere. Che sia ancora l’Aldini? Oppure il Milan vorrà portarsi al Vismara quell’astro nascente che fa sospirare tutte le professioniste? D'altronde, al Memorial Frosio ha tenuto testa nientepopodimenot che all'Atalanta: uno così può fare comodo in rossonero. Ci sarà da rimanere con il naso all’in su, per capire in quale cielo finirà a brillare la stellina di via Felice Orsini.