Under 19
08 Febbraio 2025
UNION NOVARA-PRO EUREKA 0-3• In foto da sinistra Vitale, autore di una doppietta, e Ferrazza, che ha ribadito in rete il gol del due a zero.
Tre punti sul campo di una delle formazioni più in forma del campionato che danno una bella botta di continuità. Si sintetizza così il successo per 3-0 della Pro Eureka contro l'Union Novara, un successo che ha visto il grande ritorno al gol con una doppietta dell'attaccante Alessio Vitale. Novaresi poi trafitti con il tris da Loris Ferrazza, e rimasti anche in 10 a metà ripresa per l'espulsione del portiere De Vico, lo stesso che nel primo tempo aveva neutralizzato anche un calcio di rigore.
Le premesse per una lotta senza esclusioni di colpi ci sono tutte: non solo la pioggia ed il terreno fangoso creano un'arena ostica per le due compagini, ma anche la fame degli ospiti e la volontà di vendere cara la pelle dei padroni di casa fanno presagire un match tutt'altro che noioso. I torinesi, infatti, arrivano da un larghissimo successo contro il fanalino di coda Arona, i novaresi invece vogliono continuare la striscia di risultati utili dopo la vittoria all'ultimo respiro sul Città di Cossato. La formazione di mister Claudio Grancitelli è alla ricerca di punti per rimanere agganciata al treno playoff, mentre i ragazzi di mister Mattia Tosi per allontanarsi dalla zona calda della classifica.
I primi venti minuti di gioco, in quel del Comunale di Lumellogno, sono di studio per entrambe le compagini: la pioggia battente ha reso il campo una piscina di fango e la palla fatica a girare, con i settimesi che fin dal calcio d'inizio prendono il pallino del gioco. Non riescono però a sfondare la linea dell'Union, che al giropalla blucerchiato risponde con un tenace catenaccio che limita lo spazio d'azione degli avversari e fa dormire sonni tranquilli a De Vico. I padroni di casa faticano a trovare la via della porta protetta da Sigrisi e gli ospiti, pur non riuscendo mai ad affondare il colpo decisivo, continuano ad orbitare intorno all'area biancoviola.
La partita si accende finalmente proprio al 20', quando nel giro di tre minuti De Vico è costretto a superarsi per impedire il vantaggio ospite: il primo a provarci è Lauria che, sugli sviluppi di un calcio d'angolo, vede il numero uno di casa volare e toglierli dalla nuca con un'uscita alta ai limiti della perfezione il pallone dell'uno a zero. Un minuto dopo è invece Pace che si ritrova con le mani nei capelli, complice la splendida parata plastica effettuata proprio da De Vico su una punizione che sembrava diretta verso l'angolino basso, dopo essere scesa oltre la barriera. Il terzo a recriminare per colpa del portiere è invece Gagliardi, che al 22' viene colto in piena area da un pallone morbidissimo, servitogli dall'infaticabile Militello: il numero dieci risponde con una conclusione al volo vellutata, con la sfera che viaggia veloce verso la rete ma che finisce la sua corsa di nuovo sulle mani dell'estremo difensore biancoviola. Questo triplice rischio sveglia in qualche modo i padroni di casa, che tornano a macinare metri grazie al lavoro in profondità di Datcu e le progressioni di Mhaimer: ma l'occasione più pericolosa se la ritrova tra i piedi Ferrari che, alla prima vera palla utile della sua partita, salta il suo marcatore e da fuori area apre il destro: la palla disegna un arcobaleno e scende pericolosamente verso i pali della Pro Eureka, ma l'incrocio nega al numero nove la gioia di quello che sarebbe stato un gol fantascientifico.
Ma i torinesi non si fanno intimidire e due minuti dopo, al 28', solo una provvidenziale scivolata di Salamanca impedisce a Vitale di concludere in rete a pochi passi dalla porta: a poco a poco la pressione dei ragazzi di Grancitelli si fa sempre più stretta e la difesa biancoviola inizia ad annaspare. La partita si sblocca al 40', sugli sviluppi di un fallo a metà campo, con i blucerchiati che battono una punizione veloce, che propizia l'inserimento del rapidissimo Gallo sulla fascia: il numero tre marcia trionfalmente fino al fondo del campo e lascia partire un cross teso basso che, attraversata tutta l'area, finisce la sua corsa tra i piedi di Vitale; il numero nove è rapace nell'avventarsi sul pallone e freddissimo nello scaraventare il rete la sfera con una conclusione rabbiosa da distanza ravvicinata. Tuttavia, dopo il gol del vantaggio, c'è spazio anche per il raddoppio della compagine torinese: Pace si invola sulla fascia destra e salta Morabito, guadagnandosi poi un rigore importantissimo su un contatto dubbio pochi passi dentro l'area. Sul dischetto si presenta Vitale, con il numero nove che però si fa ipnotizzare da De Vico che battezza l'angolo giusto e devia la sua conclusione; tuttavia a mettere le cose a posto c'è Ferrazza, che nel giro di pochi istanti aumenta i giri del motore ed è il primo ad avventarsi sulla ribattuta, dovendo semplicemente appoggiare in porta il gol del 2-0.
Al rientro dagli spogliatoi lo spartito rimane lo stesso: la Pro Eureka torna a controllare il gioco con un giropalla ben ordinato, alla ricerca di buchi nelle maglie difensive novaresi. Dall'altra l'Union sembra aver accusato il colpo del micidiale uno-due subito sul finire della prima frazione di tempo, con i ragazzi di Tosi che tornano a faticare in zona difensiva. Come rovescio della medaglia però, i biancoviola sembrano trovare più scioltezza in fase offensiva, presentandosi un paio di volte al tiro con l'intraprendente Mhaimer e l'agguerrito Ferrari, che cozza come un toro contro la difesa avversaria per ritagliarsi lo spazio necessario. Come nel primo tempo, i primi venti minuti di gioco non vedono occasioni nitide per ambo le parti, ma fame e grinta che fanno da padroni soprattutto del centrocampo, che diventa una vera e propria trincea fangosa.
Il primo squillo arriva però proprio da parte degli ospiti, che al 12' servono l'accorrente Pace a pochi passi dalla porta con un cross preciso: il numero sette incorna con violenza la sfera, ma di nuovo trova la parata fantascientifica di De Vico, che con un riflesso spaventoso devia la palla in angolo. I nervi iniziano ad alzarsi ed il tempo a scorrere: i novaresi alzano a poco a poco il baricentro per portare pressing sulla fase difensiva avversaria e trovare il gol che regalerebbe 25 minuti di speranza ai biancoviola: ma, al 22', proprio su un pallone recuperato dai blucerchiati, i novaresi si fanno cogliere impreparati ed in fase di transizione è di nuovo Vitale a pungere i padroni di casa. Il numero nove taglia tra le linee e si presenta a tu per tu con De Vico, con il numero uno che non può far altro che capitolargli addosso goffamente, rimediandosi il rosso e regalando il secondo penalty di giornata all'attaccante ospite.Stavolta Vitale ha davanti il subentrato Pollidini, ma non si fa intimorire dall'errore commesso in precedenza e, con grande carattere, incrocia per la seconda volta: il numero dodici intuisce, ma la sfera termina rabbiosamente la sua corsa in fondo alla rete per il 3-0.
Sancito così il triplice vantaggio, una girandola di cambi rafforza le file dei torinesi, che tornano a pressare alti gli avversari alla ricerca di altre marcature: l'occasione più nitida la ha Ferrazza, che al 25' si deve però arrendere ad un super Pollidini che si oppone di corpo alla sua conclusione dall'interno dell'area. Gli ultimi venti minuti di gioco non registrano nessun episodio degno di nota, con l'Union che torna a farsi avanti ma non riesce a trovare la via della porta, anche grazie ad un attentissimo Sigrisi, sempre preciso in fase di uscita o di presa. Il triplice fischio regala i tre punti alla formazione di Settimo, che si issa così nella zona nobile della classifica e continua il suo tallonamento alla Biellese, rivale diretta per un posto tra le prime quattro della classe.
UNION NOVARA-PRO EUREKA 0-3
RETI: 42' Vitale (P), 46' Ferrazza (P), 22' st Vitale (P).
UNION NOVARA (4-1-3-2): De Vico 6, Salamanca 6, Morabito 6.5, Bajardi 6, Zonca 6, Celiento 7, Datcu 6.5 (11' st Gentilcore 6), Oukhris 6 (21' Francisco 6), Ferrari 6.5 (34' st Gallo C. sv), Mhaimer 6 (22' st Pollidini 6), Obasohan Courage 6 (11' st Maule). A disp. Candellone, Myftari, Conte. All. Tosi 6. Dir. Conte.
PRO EUREKA (4-3-3): Sigrisi 7, Cena 6.5, Gallo Darò 7, Militello 7, Galotta 7, Lauria 6, Pace 7 (24' st Di Monte 6), D'Onofrio 6.5 (17' st Lamanna 6), Vitale 8 (28' st Tornello 6), Gagliardi 6.5 (28' st Canales Flores 6), Ferrazza 7.5 (31' st La Tella 6). A disp. Ignat, La Cava, Schiavello. All. Grancitelli - Loria 7. Dir. Galotta - Ungaro.
ARBITRO: Carnio di Novara 6.
AMMONITI: 30' Celiento (U), 4' st De Vico (U), 7' st Bajardi (U), 8' st D'Onofrio (P).
ESPULSI: 22' st De Vico (U).
De Vico 6 La prestazione del numero uno di casa é terribilmente condizionata dal rosso rimediato a metà secondo tempo, un atto disperato per fermare Vitale, ormai lanciato in porta. Ma fino a quel momento la sua è una prestazione super, che lo vede arrendersi solamente a due tap-in da distanza ravvicinata, sui cui poco può fare. L’estremo difensore biancoviola si supera nel trittico di parate nel primo tempo, negando il vantaggio ai blucerchiati con sicurezza ed eleganza, scegliendo sempre l’intervento giusto al momento giusto. Intuisce anche l’angolo del rigore, parando a palmo aperto e con un gesto tecnico perfetto la conclusione incrociata di Vitale, superandosi poi anche con la
parata in controtempo sul colpo di testa di Pace.
Salamanca 6 Il numero dei fatica a contenere le soluzioni personali di Gagliardi sulla fascia, ma nella prima frazione riesce a reggere grazie ai radddoppi del centrocampo e dei compagni di reparto: é addirittura fondamentale per conservare il risultato quando, con una scivolata provvidenziale, ferma un Vitale lanciato a rete. La sua prestazione però cala in attenzione e qualità nel secondo tempo, dove il terzino accusa il colpo ed annaspa di più in fase difensiva.
Morabito 6.5 Il numero tre annulla Pace nei primi quaranta minuti di gioco, prendendosi metaforicamente a testate con il numero sette avversario fin dall’inizio della partita: il terzino ha fegato da vendere e lo dimostra, sia con un’ottima posizione in campo che gli permette di spezzare i pochi cambi di gioco che arrivano sulla sua fascia, sia con la cattiveria che contraddistingue gli interventi e le scivolate con cui si rifugia spesso in rimessa
Bajardi 6 Il numero quattro biancoviola cresce a poco a poco con il passare dei minuti: in fase offensiva é etereo e tocca pochi palloni, impostandoli sempre alla ricerca o di Mhaimer o di Datcu, mentre in quella difensiva riesce forse un po’ tardi a prendere le misure e recuperare diversi palloni con degli ottimi interventi. Gioca molto meglio nella seconda frazione di gioco che nella prima, ma non riesce a ridare linfa ai suoi ed è costretto ad una partita di sacrificio.
Zonca 6 Il numero cinque di casa si riconosce per due cose: la precisione negli interventi aerei e il grande fiato che mette a disposizione dei suoi. Pur faticando contro una fase offensiva ospite talentosa, riesce sempre a raccapezzarsi in qualche modo ed anche nella seconda frazione di gioco riesce a limitare i danni dei cambi blucerchiati.
Celiento 7 Il numero sei é il migliore dei suoi in fase difensiva: é semplicemente dappertutto e nei primi quaranta minuti sembra bloccare da solo ogni sforzo ospite per arrivare in porta. Non solo offre molta fisicità ed una cattiveria che lo porta a vincere quasi sempre i contrasti, ma tanto fiato e grinta che trasmette ai compagni di reparto. Sono diverse le occasioni in cui si immola per la squadra, agendo da stopper fuori area per poi rientrarci e fare da muro alle conclusioni avversarie. Anche nel secondo tempo conferma ciò di quanto fatto fatto vedere nel primo, distinguendosi su tutti per la continuità nella prestazione e dal salvataggio sulla linea operato ai danni di Gagliardi.
Datcu 6.5 Il talento dell’Union é il bersaglio numero uno della fase offensiva biancoviola, sempre pronto a sgomitare in profondità: si rivela il nemico pubblico numero uno per Galotta e compagni, rendendosi protagonista di diverse cavalcate in profondità che fanno tremare la retroguardia blucerchiata. Anche lui scema con il passare dei minuti, ma riesce comunque a rendere pericoloso ogni pallone toccato, sia servendo Ferrari sia intestardendosi verso la porta.
11’st Gentilcore 6 Il numero quindici fatica molto a trovare spazio nel gioco offensivo novarese ed è costretto a giocare una mezz’ora anonima, suo malgrado vittima per eccellenza di una fase offensiva biancoviola poco lucida e che privilegia la fascia opposta alla sua
Oukhris 6 Il numero otto accusa un dolore ad inizio partita e prova a stringere i denti, lottando e sgomitando a centrocampo fino al momento del suo cambio: alza bandiera bianca é vero, ma durante la sua permanenza in campo dà tutto quello che ha ed aiuta la squadra.
21’pt Francisco 6 Il numero quattordici entra praticamente a freddo dopo l’infortunio di Oukhris ed infatti ci mette un attimo a trovare la sua posizione in campo ed il ritmo giusto: se nel primo tempo é poco lucido e sbaglia un paio di giocate, nel secondo cresce ed aiuta i suoi in fase difensiva, giocando da difensore aggiunto e spezzando le trame del gioco torinese.
Ferrari 6.5 Il numero nove di casa é sicuramente la spina nel fianco più dolorosa per la difesa ospite: il volume dei palloni servitogli é davvero ridotto, ma soprattutto nel primo tempo si distingue per la capacità di saper fare male anche nelle poche occasioni che gli capitano. Non ha problemi a muoversi tra le maglie strette della Pro Eureka e trova un paio di volte lo specchio della porta, con Ingrisi che si fa trovare sempre pronto. La sliding door più grande della partita é la sua, con quel gol capolavoro da fuori area che si stampa invece sull’incrocio e nega ai biancoviola la gioia del vantaggio.
34’st Gallo C. sv
Mhaimer 6 Il numero dieci biancoviola gode di grande qualità nello stretto ed un numero
impressionante di tocchi con la palla tra i piedi: nel primo tempo è protagonista di diverse incursioni per vie centrali, con esiti altalenanti; a volte infatti riesce a raggiungere l’area, altre viene stoppato e crea pericolose ripartenze per i suoi. Quel che è sicuro è che lotta fino all’ultimo, dando il tutto per tutto per aiutare i suoi a trovare il gol che accorcerebbe le distanze.
22’st Pollidini 6 Il numero dodici subentra dopo l’espulsione di De Vico e si trova davanti Vitale sul dischetto: intuisce perfettamente l’angolo ma la conclusione del numero nove è di fatto imparabile. L’estremo difensore fornisce poi una prestazione solida e sicura, impedendo che il passivo si faccia più pesante e superandosi in una splendida parata su Ferrazza.
Obasphan Courage 6 Il numero undici é la torre offensiva di riferimento per i biancoviola, che più volte cercano di coglierlo in profondità per usarlo come sponda: tuttavia essendo poco mobile sui piedi, viene spesso anticipato dagli scattanti terzini avversari e fatica a trovare il ritmo della partita, limitandosi a dei contrasti a centrocampo e passaggi corti ed ordinari per innescare Datcu sulla fascia.
Obasphan Courage 6 Il numero undici é la torre offensiva di riferimento per i biancoviola, che più volte cercano di coglierlo in profondità per usarlo come sponda: tuttavia essendo poco mobile sui piedi, viene spesso anticipato dagli scattanti terzini avversari e fatica a trovare il ritmo della partita, limitandosi a dei contrasti a centrocampo e passaggi corti ed ordinari per innescare Datcu sulla fascia.
11’st Maule 6 Il numero sedici entra con la voglia di spaccare la partita: tocca molti palloni in fase sia difensiva che offensiva, anche lui con risultati altalenanti; a volte è poco preciso e perde il possesso, ma quando riesce a trovare la giocata giusta innesca con facilità i compagni in profondità.
Ingrisi 7 Il numero uno di casa dorme sonni tranquilli per tutta la partita, senza mai accusare il colpo di un’Union che fatica ad ingranare in fase offensiva fin dal primo minuto: l’estremo difensore é un valore aggiunto per la sua squadra anche in fase di impostazione, animando dalle retrovie il retropalla della compagine di Settimo. Gioca una partita senza sbavature, rispondendo sempre presente le poche volte che è chiamato in causa e mantenendo tranquillità e mentalità nel secondo tempo quando l’Union tenta di rifarsi sotto, sfruttando le sue doti atletiche per murare i timidissimi tentativi novaresi e svettare più in alto di tutti sui numerosi cross.
Cena 6.5 Il numero due di casa offre una prestazione senza troppi patemi d’animo: il terzino é sempre ben posizionato in fase di copertura e non accusa il colpo dei veri tentativi di Mihaimer di sfondare lungo la corsia laterale. Chiude bene la sua zona di competenza ed è propositivo in fase offensiva, aiutando spesso Pace con delle sovrapposizioni a tutto campo che portano i suoi in superiorità numerica in fase offensiva.
Gallo Darò 7 Difensivamente nel primo tempo il volume di palloni toccati é davvero poco, complice una fase offensiva novarese poco ispirata, ma il numero tre stupisce soprattutto per la capacità di fare sempre l’intervento giusto quando richiesto. É offensivamente che si scalda ancor di più, galoppando spesso sulla linea laterale e facendosi trovare sempre pronto in profondità: questo lo porta a beffare tutti ed a scattare da solo verso il fondo e servire a Vitale un cioccolatino da scartare dopo la punizione battuta velocemente. Nella seconda frazione di gioco aumenta i giri del motore quando l’Union torna a spingere, ma non accusa per niente questo ritorno novarese e completa una prestazione pressoché perfetta.
Militello 7 Il numero quattro torinese è un vero e proprio gladiatore: nei primi venti minuti di gioco brilla in mezzo al campo con numerosi anticipi ed interventi dal peso specifico importante, che assicurano alla Pro il controllo della mediana. Ma, addirittura, cresce con il passare dei minuti ed è nel secondo tempo che sale in cattedra: i biancoviola tentano in tutti i modi di sfondare per vie centrali, ma Militelo é mobile tra le linee e punge la fase di impostazione novarese, fermando diversi filtranti per Ferrari ed anticipando più volte Mhaimer.
Galotta 7 Il numero cinque della Pro si riassume in una sola parola: solidità. Tutto il reparto difensivo ospite é bravissimo nel mantenere la testa giusta nonostante più di venti minuti di inattività, poiché scarseggiano le occasioni pericolose. Tuttavia il centrale si fa trovare pronto quando necessario, limitando
le corse di Ferrari verso i pali protetti da Ingrisi e strappandogli diverse volte il pallone con interventi dall’ottimo tempismo. Gioca un ruolo importante soprattutto nella seconda frazione di gioco, quando nella sua zona di competenza non c’è né più per nessuno: Galotta chiude a chiave le vie centrali dell’arra torinese.
Scalia 6 Il numero sei gioca, suo malgrado, una partita senza infamia né lode: sono pochi i palloni toccati, soprattutto nella prima frazione di gioco, e sono poche anche le occasioni che ha per dimostrare le sue capacità: corre tanto e si lancia su ogni pallone, ma spesso la fase di impostazione o passa dai piedi di Militello o finisce direttamente sulle fasce e lo salta. Ma il numero sei è bravo a rimanere in partita e solo una grande uscita di De Vico gli impedisce di trovare un gol di testa da vero assassino d’area.
Pace 7 Nei primi quaranta minuti di gioco, il numero sette fatica nello scontro con il numero tre biancoviola, anche a causa dei numerosi raddoppi subiti: ma con il passare dei minuti il talento torinese si scioglie sempre di più e, dopo il gol del vantaggio, si scatena. É lui che a fine primo tempo si guadagna un rigore importantissimo, che indirizza la partita per la formazione di Settimo: con un elegante volteggio si insinua tra le linee avversarie e si fa stendere in area. Nel secondo tempo corre e si diverte, sfoderando la sua abilità nel dribbling e nello stretto nelle varie cavalcate che offre al pubblico fin dal primo minuto; per quanto riguarda il gol, non può fare altro che disperarsi per la parata senza senso di De Vico, che toglie dai suoi pali un’incornata che sembrava già in porta.
24’st Di Monte 6 Il numero diciotto entra in campo ed incomincia a macinare la fascia senza ritegno, tenendo alto il pressing dei suoi insieme al resto dei subentrati: non riesce a trovare la via della porta, ma senza difficoltà penetra spesso verso il fondo e serve i compagni.
D’Onofrio 6.5 Per far capire il tipo di partita che il numero otto ha giocato, basta descriverlo al momento della sua uscita dal campo: é il più infangato di tutti, inzaccherato da testa a piedi. Ciò è frutto di quasi un’ora di pura lotta, con il centrocampista che fin dal primo minuto sgomita su ogni pallone ed insieme a Militello non solo limita quella avversaria, ma crea anche la fase di impostazione avversaria. A differenza del numero quattro la prestazione scema un po’ nel secondo tempo con l’ abbassarsi del ritmo, ma il numero otto si fa sempre trovare pronto e si conferma come valore aggiunto di un organico già di alto livello.
17’st La Manna 6 Il numero quindici, da subentrato, si prende in mano le chiavi del centrocampo ospite: tocca un grande numero di palloni e lotta in mediana, spesso amministrando sapientemente il possesso palla ed orchestrandolo verso le corsie laterali, dove coglie i compagni freschi con soluzioni precise. Ma ciò che vale più di tutto è il fiato, che lo porta a correre per tutta la sua permanenza in campo ed a limitare gli sforzi dei biancoviola.
Vitale 8 Il numero nove soffre molto per quaranta minuti: sono pochi i palloni che arrivano in profondità per la torre blucerchiata, con il bomber torinese che fatica a trovare lucidità anche sui numerosi colpi di testa di cui è protaginista, suo marchio di fabbrica. Ma alla prima vera occasione, si sblocca e non si guarda più indietro: il modo in cui buca la porta con un siluro da pochi passi dimostra tutta la sua voglia di fare. L’unica sbavatura della sua prestazione è il primo rigore, che gli viene parato da De Vico: il numero nove incrocia bene ma l’estremo difensore di casa è superlativo nella parata. Nel secondo tempo torna a far vedere i sorci verdi alla difesa di casa, scappando sempre con il tempismo giusto tra le linee e creando le occasioni più pericolose. La riprova é il gol del definitivo tre a zero, con la punta che si fa servire in profondità, si fa stendere da De Vico, guadagna un’espulsione pesantissima per i suoi e poi con grande carattere incrocia una seconda volta, facendolo con una cattiveria tale che tutti gli sforzi di Pollidini siano inutili.
28’st Tornello 6 Il numero diciannove, come tutti gli altri subentrati blucerchiati, combatte fin dal momento della sua entrata in campo: si distingue per qualche soluzione personale, ma fatica a trovare anche lui la via dellaporta.
Gagliardi 6.5 Il numero diedi della Pro è forse l’anima della fase offensiva ospite nel primo tempo: é molto mobile tra le linee e tocca molti palloni, sia agendo come sponda largo a sinistra per Gallo Daro sia come passer per servire in profondità Vitale. É a suo agio nello stretto e tira fuori sempre la giocata giusta dal cilindro, dovendosi arrendere solo ad un super De Vico su una conclusione al volo davvero elegante e da fantasista vero.
28’st Canales Flores 6 Il numero sedici ha tanta voglia di fare e si vede: lotta su ogni pallone e tenta di concretizzare ogni possibilità che gli viene data, giocando un’ultima sezione di partita senza macchia e senza lode e scegliendo sempre la giocata giusta.
Ferrazza 7.5 Il numero undici fa coppia con Vitale e, se il numero nove cerca la profondità ed è poco mobile sulla meridiana offensiva torinese, invece lui si sposta e corre molto di più, servendo sia come sponda sia come ricevitore di filtranti in profondità. Nel primo tempo si distingue per la sua capacità di slalomeggiare nello stretto, essendo protagonista delle occasioni più nitide nell’area dei padroni di casa: sgomita su ogni sfera che gli capita tra i piedi e difficilmente serve male i compagni, non accusando il pressing biancoviola in fase di marcatura. Il semplice gol su ribattuta é innanzitutto dimostrazione della sua reattività e grande fame, ma soprattutto una giusta ricompensa per una prestazione di sacrificio e che ha permesso
ai suoi di sciogliersi definitamente dopo una prima frazione di gioco contratta sottoporta.
31’st La Tella 6 Il numero tredici é molto mobile tra le linee e si sposta per tutto il campo, dando filo da torcere ad una difesa avversaria ormai stanca: riesce a trovare la via della porta un paio di volte, ma si deve arrendere ad un ispirato Pollidini.