Under 14
14 Febbraio 2025
VARESINA, UNDER 14: Mattia D'Ambrosio è stato in prova all'Inter
9. Tanti? Pochi? Da centrocampista offensivo non male, ma tutto sommato poco importa. Quello che conta è che avrebbe voluto farne di più. Il personaggio sta raccolto tutto lì, in questa asticella che si sposta sempre un po' più su e che sul centrale di Via Cazzaniga ha fatto tutta la differenza del mondo. È l'eroe della serata, è il piccolino di Vedano Olona che si è guadagnato l'epiteto di mattatore di prof. L'Alcione si è appena inchinato alla sua Varesina, ma su questo ci sarà modo di tornare. Intanto, sveliamo le carte e i protagonisti. Si chiama Mattia d'Ambrosio, gioca a centrocampo con la numero 10, è uno che quando entra nel rettangolo verde si trasforma in leader vero e - soprattutto - è uno che nella vita non si accontenta. Nove gol non gli bastano, e anche in un momento i cui avrebbe tutte le ragioni del mondo per fermarsi e godersi un po' di gloria (c'entra l'Inter, ma anche su questo avremo modo di tornare) lui guarda avanti e scova nuovi obiettivi per il prossimo futuro. Qualcuno ha detto «mentalità»?
Ci sono cose che non si possono spiegare. Almeno, non a parole. Un'immagine a volte è semplicemente più esplicativa. E allora, eccola qua, in tutto il suo splendore:
Pugni serrati fortissimo, grido contro la telecamera e contro il mondo intero. Non era scontato quel suo gol al 21' del primo tempo, quello che lo fa raggiungere la doppia cifra sommato ai centri del campionato. Davanti c'era l'Alcione, la vecchia fiamma della Lombardia, la vecchia regina dei campionati dilettantistici. Lui se la gioca con la Varesina, la nuova realtà che scende da Vedano Olona per prendersi prima Milano e - chissà - prima o poi anche tutta la regione. In campo si respirava il clima di un passaggio di testimone: la vecchia regina dei regionali che pone lo scettro nelle mani della nuova promessa. Il tutto, garantito dallo scrigno del talento - quello vero, quello cristallino - del numero 10 rossoblù: tiro potente, linea difensiva colta di sorpresa e palla in rete. Mentre corre a festeggiare negli spogliatoi con il resto della squadra lo scintillio che ha negli occhi manda un messaggio chiarissimo: forse non il gol più scenografico, ma di fatto dietro ci sono centinaia e centinaia di significati.
Quel numero sulla schiena è qualcosa di più che un semplice sticker incollato a caldo sulla maglia. È un modus operandi, è uno stile di vita. Sulla carta d'identità fungerebbe tranquillamente da tratto distintivo. Perché quando sei un numero 10 si vede, dentro e fuori. Alt però, non esageriamo: uno stile di vita preciso e riconosciuto sì, ma l'interpretazione è sempre libera. Mattia quel ruolo al centro del rettangolo verde, con una chiara propensione offensiva, l'ha preso, l'ha fatto suo e l'ha trasformato in qualcosa di nuovo. Non un classico numero 10, avvisano da Vedano Olona: il dinamismo è la sua carta vincente, nel dribbling e nell'uno contro uno è semplicemente imprendibile. E vogliamo aggiungerci pure la ciliegina sulla torta? Aggiungiamocela pure. È mancino, ma con gli anni si è specializzato nell'invidiabile abilità di giocare alla perfezione con entrambi i piedi. Insomma, uno così non passa inosservato.
E infatti, da Interello se ne sono ben accorti. Eccoci qui, finalmente arriviamo alla parte tanto attesa in cui c'entra l'Inter. Quel suo savoir faire in mezzo al campo ha fatto breccia nel cuore nerazzurro, tanto che il centrocampista classe 2011 - un po' mezzala, un po' trequartista - ha ottenuto un provino al Konami Youth Centre. Ne ha fatta di strada, eh? Dagli inizi nella piccola realtà di provincia (il Gorla Minore) alla più promettente società dei regionali (è nella Varesina da cinque anni ormai, affidato da tempo alle sapienti mani di Simone Simionato), fino a sfiorare il cielo solleticando l'attenzione delle big di Serie A. Così è abbastanza, Mat? Forse no, forse non ancora. Lo abbiamo detto d'altronde: il mantra è sempre lo stesso. «Accontentarsi mai».