Under 17
23 Febbraio 2025
CARABINIERI
Il match disputato tra Ardor Lazzate e Castello Cantù (Under 17 regionale, girone B) nel corso della ventiquattresima giornata nella sede sportiva di via Franco Laratta a Lazzate è stato interrotto tra il primo e il secondo tempo a causa di una rissa scoppiata in campo. La situazione è degenerata negli spogliatoi, richiedendo l'intervento delle Forze dell'Ordine.
Ripercorriamo con le parole del dirigente del Ardor Lazzate Ernesto Perotta le dinamiche inziali attraverso la lente dei padroni di casa: «A seguito di un fallo su uno dei nostri giocatori è scoppiata una rissa in campo che ha richiesto anche l'intervento del tecnico della squadra avversaria, nel parapiglia un nostro giocatore ha ricevuto un pugno. Alcuni sputi partiti del campo e rivolti alle tribune hanno contribuito ad agitare anche il pubblico. Vista la situazione l'arbitro ha ritenuto necessario sospendere la gara. Successivamente, rientrando nello spogliatoi degli ospiti ci siamo accorti che erano stati rotti una porta e dei servizi: da qui la scelta del nostro direttore generale di allertare le Forze dell'Ordine».
Risponde così l'allenatore del Castello Cantù Marco Rusconi: «La rissa è scoppiata nel momento in cui eravamo davanti 1-0, quindi la nostra squadra non traeva nessun vantaggio dalla sospensione della gara. Gli scontri hanno avuto inizio a partire da un pesante insulto razzista rivolto ad un mio giocatore. Non ritengo che siamo dalla parte della ragione: abbiamo reagito senza saper controllare la rabbia, è vero, ma la grave offesa è partita da loro. Verso i ragazzi coinvolti ci saranno comunque dei provvedimenti, perchè non è questo il tipo di calcio in cui crede la nostra società».
Commenti all'articolo
ele.mariani76
25 Febbraio 2025 - 09:43
Marco Rusconi un GRANDE MISTER!! Onesto nell’assumersi la propria parte di colpa per il comportamento di alcuni ragazzi. Peccato non leggere la stessa onestà nell’esposizione dei fatti e la stessa assunzione di parte della colpa dall’altra parte. Tanta tristezza per quei genitori che invece di placare gli animi hanno fomentato la rabbia dei ragazzi con insulti e offese dalla rete.