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Under 19

Ha 15 anni e para di tutto in Juniores: il classe 2009 prodigo che sta incantando la Lombardia

Riccardo Rolla gioca tre anni sotto età in Under 19 all'Accademia Vittuone

RICCARDO ROLLA, ACCADEMIA VITTUONE

ACCADEMIA VITTUONE, UNDER 19: Riccardo Rolla

Quel 14 dicembre in via Sandro Pertini parlavano tutti della stessa cosa. «Quanti anni hai detto che ha?». «Ne fa 16 il prossimo 30 di aprile».
In campo, l’Accademia Vittuone si preparava al fischio d’inizio della gara contro l’Opera. Quindicesima giornata di campionato, Juniores regionale. Tra i pali, ci va un ragazzino con la faccia pulita e il capello ordinato. Dalle tribune lo squadrano tutti. È il novellino della squadra, il nuovo acquisto del mercato di gennaio alla sua prima da titolare. Ma la notizia vera, quella che serpeggia di bocca in bocca, riguarda i suoi dati anagrafici: Riccardo Rolla, classe 2009. Tre anni più piccolo di compagni e avversari. Certo, a stargli davanti si direbbe che ne abbia due in più a dire il vero: alto, slanciato, portamento fiero, muscoli reattivi. E come copre bene quella porta! Non gli scappa nulla, pare essere nato con i guantoni sulle mani. E mentre i presenti si dividono tra chi chiede informazioni, chi prende appunti, chi commenta a destra e a manca, a tutti sorge spontaneo un dubbio fondato: «Che sia nata una nuova stella tra i pali?»

POESIA

E pensare che è stato a tanto così dal non volerne più sapere. A raccontarlo adesso, ora che è tra i portieri più promettenti della Lombardia, pare davvero una barzelletta. No, niente sketch cominci: il saluto alla Pro Patria, poi l’approdo in Under 16 Élite all’Assago, all’improvviso il doloroso addio alla titolarità… dopo averne passate di cotte e di crude si era convinto che il calcio non fosse più la sua strada. Poi, il colpo di scena, l’offerta che proprio non puoi rifiutare, la telefonata che cambia tutto. Dall’altra parte della cornetta c’è Gianluca Annoni, direttore sportivo dell’Accademia Vittuone: «Ho una proposta per te: la maglia numero 1 in Juniores. Che ne pensi?». Tutto il resto è storia. 

E che storia. Anzi, una poesia: rime baciate da un capo all’altro della porta, tra un palo e l’altro palo. Quello spazio che da quando è piccolo così è diventato casa sua. Il titolo del componimento è già di per sé un misto tra una notizia da prima pagina e una sonata da manuale: “Il classe 2009 che gioca titolare tre anni sotto età”. Ma il contenuto è spettacolo per le orecchie, da riassumere in prosa per ovvie esigenze stilistiche: 1 metro e 87 centimetri di concretezza sulla linea del gol, un piedino educato e chirurgico e i riflessi di un felino. Le sue prese sono una solida speranza per la salvezza della squadra nel difficile campionato di quest'anno, i suoi guantoni una promessa per il futuro, la sua verve da leader della difesa una certezza su cui costruire un impero. «Dovrei ancora migliorare sulle uscite però…». Tranquillo, Ricky: a 15 anni, hai tutto il margine che vuoi. 

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CRONISTORIA

Tocca ripetersi e ricominciare con un altro “e pensare…”. E pensare che all’inizio, ma proprio all’inizio inizio, giocava come attaccante. L’antitesi del portiere, il suo opposto per eccellenza. Le cose comunque sono cambiate in fretta: dall’Oratorio San Gaetano si trasferisce a Locate, dove papà Piercarlo fa il preparatore dei portieri. Sarà stato un qualche richiamo atavico del DNA a trascinarlo verso la porta? Forse, oppure semplicemente quel ragazzino pareva davvero avere una marcia in più in mezzo ai pali. Nasce così, a 6 anni, la storia d’amore più bella e complicata della sua vita: quella con i guantoni. Di qualche basso, d’altronde, abbiamo già parlato (la stagione 2024-2025 pareva essersi arenata a un punto cieco), ma ne manca ancora uno. 

A metà dicembre la prima volta con la nuova maglia contro l’Opera, poco tempo dopo un incidente che lo tiene fuori dal campo per un mese e mezzo. Considerando lo stop natalizio di mezzo la traduzione è molto semplice: più di due mesi senza il brivido della partita. Tutto curve e salite questo calcio. Ma no, Riccardo non è uno che lascia la presa: il primo marzo, il 2009 prodigio indossa ancora la numero 1, sempre in Juniores, sempre all’Accademia Vittuone, questa volta contro la Real Trezzano. E tutto torna a scorrere proprio come dovrebbe scorrere: papà Piercarlo sugli spalti («Gli devo tutto, mi ha sempre supportato in ogni cosa»), il suo sogno di assomigliare a Marco Carnesecchi, soprattutto quello degli anni in cui la sua amatissima Cremonese era in Serie A («Mi rivedo molto in lui»), l’imperativo categorico di non mollare proprio mai («Lo dedico un po’ anche a me stesso: quando volevo lasciare ho trovato la motivazione a non farlo e ora sta ripagando»). Insomma, cose normali da un 15enne normale. Eppure, tutta la Lombardia ora non fa che parlare di lui. 

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