Under 15
13 Marzo 2025
LA SPEZIA UNDER 15 • Federico D'Amore
"Trading Places". Non dice niente? E "Una poltrona per due"? Ecco che tutti riconoscereste il cult che ogni Vigilia occupa immancabilmente i palinsesti di Italia Uno, tanto da diventare uno dei film per antonomasia che accompagnano il Natale. Al di là di una Philadelphia innevata, di un Eddie Murphy in splendida forma e delle numerose battute entrate nell'immaginario collettivo, ci si sofferma sulla morale che sottende la commedia. Attenzione! Allarme spoiler per i pochi che non lo avessero mai visto. No, non è diventare ricchi sfruttando un bug del mercato finanziario, piuttosto prestare attenzione all'esperimento sociale al quale i due terribili fratelli Duke sottopongono i due protagonisti: dimostrare che non conta solo la genetica nel determinare il successo di una persona, quanto piuttosto l'ambiente nel quale si cresce e si vive e le opportunità che ad esso sono legate. Ebbene, anche la storia del calcio è piena di questi esempi: un giocatore, per quanto bravissimo, che non riesce a sfondare in una squadra per colpa dell'ambiente che non lo stimola o accoglie a dovere. E questo è anche il caso di Federico D'Amore, giovane attaccante classe 2010 che sta sconvolgendo il Girone A Under 15 di Milano a suon di gol.
Da quando è arrivato in viale Famagosta nel La Spezia agli ordini di Fernando Todaro, un allenatore che conosce bene, Federico è letteralmente esploso: venti gol in sette presenze. Numeri, numeri che come sempre vanno contestualizzati: sì, perchè oltre alla caterva di gol e all'incredibile media per minuto, ciò che stupisce è che sia andato a segno in ogni partita giocata sia con avversari più alla portata sia con quelli più attrezzati e per di più senza rigori all'attivo. Il merito va al tecnico che ha saputo valorizzarlo più di tutti, ma anche all'ambiente positivo che lo circonda, come confermato dallo stesso ragazzo: «Il mister(Todaro ndr) mi conosce bene, mi allenava già quando avevo otto anni ed ero in Lombardia Uno, sono anche molto amico con Leonardo (Todaro, portiere del La Spezia e figlio dell'allenatore ndr). All'Afforese ho fatto un po' di fatica, anche perché mi hanno cambiato spesso di ruolo, poi all'inizio di quest'anno mi sono pure fatto male e non sono riuscito a rendere secondo quelle che sono le mie qualità, saltando tutto il girone d'andata. Arrivato qui al La Spezia, ritrovando un mister che conosco, un gruppo di amici con il quale mi trovo bene anche fuori dal campo, mi sono letteralmente risvegliato. Ho bisogno del contesto giusto per potermi esprimere al meglio: l'Afforese era lontano da casa, anche in Accademia Inter non mi ero trovato granchè bene, qui, invece sto alla grande. Sono tornato finalmente a divertirmi, sono veramente felice di giocare. I risultati così arrivano in automatico».
Nella classifica marcatori D'Amore è già terzo con meno della metà delle partite giocate, piazzandosi dietro ai soli Bello e Chinea, autori rispettivamente di 34 e 32 gol. Commenta Federico: «Personalmente do sempre un occhio alle mie statistiche e punto al trono dei marcatori: sarebbe bello arrivare primo, anche se so che mi mancano tanti gol da recuperare. Ci si prova, ce la metterò tutta. E questa è una delle mie caratteristiche migliori: lottare e crederci sempre. Ancora non è successo che io non segnassi in una partita, ma quando capiterà, perchè capiterà, sarà sicuramente una spinta personale per fare meglio e segnarne il doppio di quelli che avrei dovuto fare. Sono sempre molto felice quando festeggio un gol con i miei compagni e mi piacerebbe che le mie reti aiutassero la mia squadra ad arrivare terza in campionato, il nostro obiettivo. Ci stiamo già preparando mentalmente per la partita contro la CB Academy fra tre giornate, sarà probabilmente decisiva.
Mi trovo molto bene nell'ambiente La Spezia e con diversi miei compagni che giocano con me nel reparto avanzato: Verdi, Fosco, che da quando gioca a centrocampo dietro di me mi aiuta molto, Susanna... insomma un po' con tutti. Mi ispiro a Gimenez del Milan per quanto riguarda la fame di gol, non tanto per caratteristiche di gioco, ma il mister (ride) mi paragona a Lautaro per quanto riguarda la voglia di lottare su ogni pallone, il fisico compatto e il fiuto del gol. In effetti sono nella media per altezza: non sono mai stato il gigante o quello più veloce, ci provo sempre, questa è la mia più grande dote. Fino a qualche mese fa in Afforese mi veniva sempre chiesto di prendere palla e partecipare all'azione, ora, nonostante abbia fatto comunque qualche assist e faccia salire la squadra, il mio compito principale è quello di segnare, magari di rapina, un po' come Pippo Inzaghi».
L'allenatore che lo conosce bene, Fernando Todaro: «Con Federico D'Amore si parla di quel giocatore che fa ovviamente piacere averlo in campo, in squadra, anche perché ha dato un buonissimo esempio agli altri: essere un atleta completo, attento alle dinamiche durante gli allenamenti, agli esercizi e agli schemi, anche durante le partitelle, per intenderci. Ha portato aria di freschezza e soprattutto, la cosa più importante, quando è lì davanti al portiere difficilmente sbaglia. Pertanto siamo contenti di lui. Lo conosco dai tempi della Lombardia Uno e già ai quei tempi si distingueva come calciatore. Ora, cresciuto a livello tecnico, sportivo e fisico, lo trovo davvero bene. È una di quelle punte fameliche che raramente non segna, ma non è che eccella per altezza o velocità: le sue doti migliori sono tattiche, è davvero molto intelligente nei movimenti che fa, di tempismo, anche perché di rapina o meno si fa trovare sempre nel posto giusto al momento giusto, e caratteriali, perché non si arrende mai, va su ogni pallone e dà sempre il suo meglio con volontà.
Lo paragono per questo a Lautaro. Nell'Afforese probabilmente per una questione personale di adattamento e di cambio allenatore in corsa all'inizio dello scorso anno, non ha reso come sa. Io l'ho sempre valorizzato sfruttando le sue caratteristiche e i risultati si vedono tutti. Poi lui si trova bene con tutti i compagni, si diverte e viene al campo volentieri: questo fa tutta la differenza del mondo. Ha un'ottima intesa con i suoi compagni. Ha un giusto equilibrio altezza-peso per l'età, è ben strutturato, ma soprattutto quel tempismo, quel senso del momento in cui uno entra nell'area che gli permette di essere così determinante in zona gol. Ha questo senso di anticipo per andare incontro alla palla e smarcarsi che è qualcosa di unico. Sono tutte doti che ha affinato nel corso degli anni, soprattutto negli anni in cui giocava nell'Accademia Inter, dove hanno ottimi preparatori atletici e allenatori. Ha un intuito innato e una grande forza fisica nel contrastare anche chi è più grosso di lui».
Federico D'Amore, grazie ai numeri spaventosi di questa sua seconda parte di stagione al La Spezia, è già stato convocato nella Rapp Under 15 di Milano due volte, e pare destinato a restarci anche per il Torneo delle Province. Ha il futuro dalla sua parte e tutto per potersi confermare anche l'anno prossimo a questi livelli, ma per ora un solo obiettivo in testa: la classifica marcatori.
Sarà una salita erta e difficile, ma ha tutti i mezzi fisici e caratteriali per arrivare più in alto possibile. Per tornare a quanto detto all'inizio, ecco la dimostrazione di quanto conti l'ambiente per poter rendere al massimo delle proprie potenzialità. Quello che è certo è che in Viale Famagosta sono tutti pazzi D'Amore.