Trofeo Annovazzi
13 Marzo 2025
VIGIL E BERNASCONI, MILAN
Testa o croce? Si gioca tutto lì, in quello spazio di tempo infinitesimale in cui la moneta gira e la forza di gravità non la vince. Un po’ dalla parte del Milan, un po’ dalla parte dell’Atalanta, in un pareggio che rimane solido fino a cinque minuti dalla fine. Poi, finalmente, le forze in gioco si dipanano e l’equilibrio svanisce. Bernasconi, il vicecapitano, colui che la monetina se la prende per mano e la adagia inequivocabilmente dalla parte su cui aveva scommesso il suo Milan. Ma attenzione, perché il 2-1 all’Atalanta non è che l’antipasto di quello che sarà. Altra scommessa con il destino in vista: in finale adesso c’è il derby.
È tutta una questione di punti di vista. Discesa o salita? Destra o sinistra? Milan o Atalanta? Per non fare torti a nessuno, la monetina della seconda semifinale rimane perfettamente in equilibrio per tutto il primo tempo. Agli scatti di Vigil Hidalgo rispondono le sgasate di Gustacchini, ai tiri di Cenedese e Magrin rispondono rispettivamente i guantoni di Bogogna e Ghezzi. E la monetina, insomma, non cade. C’è un po’ più di Milan nel centrale di via Cazzaniga (il tiro al volo di Zaidane al 20’ lo dimostra, l’intervento provvidenziale di Turla su Boniforti al 25’ è la prova del nove), ma anche questo - tutto sommato - è qualcosa che appartiene al campo delle opinioni: perché la porta ancora non si esprime, perché il campo rimane silente.
Ma qualcosa è destinato a cambiare. Proprio come l’ultima volta. Quella volta c’era il Club Milano davanti, ora l’Atalanta. Eppure per lui non cambia nulla. Vigil Hidalgo, semplicemente, segna. Tutto quello che gli serve è una punizione, un tiro piazzato soltanto. Siamo al 26’, la monetina cade. Quale la scelta del destino? Una sola: Milan.
Eppure, non ci vuole nulla per rimettere tutto a posto. Risollevare la monetina e tornare a giocare. 7 minuti, solo 7 minuti. E una mischia in area, per essere precisi. Nel mezzo del tran tran la spunta Turla, che ci mette la testa - letteralmente, ci perdonerete la banalità della battuta - e costringe la moneta a ricominciare i suoi vortici. È tornato l’equilibro in campo, mentre tra l’erba serpeggia ancora l’urlo di vittoria dell’Inter, in attesa del nome della sua sfidante in finale.
Una spallata alla moneta la dà Moustatraf con una sgasata sulla destra (20’), un’altra Boniforti avvicinandosi pericolosamente all'area nerazzurra (21’), un’ultima ancora Vigil con un buon tiro che manca di millimetri lo specchio della porta (23’). Nulla da fare comunque, non c’è verso di farla ricadere questa monetina maledetta. A meno che… a meno che Bernasconi non si metta a fare il Berasconi. Il tiro di Boniforti - orgogliosamente dal Venezuela! - non sorprende del tutto Ghezzi, ma lo lascia intontito, con il fianco scoperto per il rapace. Ci pensa lui, l’eroe con il mantello rosso e nero. Il suo urlo è un grido all’Inter che lo aspetta alla fine della corsa, all'ultimo atto. Tap in rapidissimo e palla in rete, quando ormai non mancano che una manciata di minuti al triplice fischio. Dunque, testa o croce? Come prima, una risposta soltando: né una, né l'altra. Solo Diavolo.
MILAN-ATALANTA 2-1
RETI: 26' Vigil, 7' st Turla, 28' st Bernasconi.
MILAN: Bogogna, Zanacca, Cenedese, Zanellato, Bernasconi, La Vecchia, Conti, Zaidane, Boniforti, Cremonesi, Vigil, Tafuri, Ferrari, Amagua, Santopaolo, Ba, Fiorenza. All. De Francesco.
ATALANTA: Ghezzi, Grancini, Danza, Fradegrada, Turla, D'Amioli, Morano, Pieni, Moustatraf, Magrin, Giustacchini, Marconi, Tornaghi, Zanotti, Sarnataro, Raimondi, Cattaneo. All. Previtali.