Viene da Bucarest e si è preso la Lombardia: il talento classe 2010 che fa gola alle prof

1609 chilometri, 18 ore di macchina, oppure 2 ore e 10 minuti di aereo. Numeri e unità di misura spazio-temporali: il classico incipit di una storia che sa di pagine voltate e nuovi inizi. Un bel viaggetto, praticamente ha attraversato l'Europa. Ma ne è valsa la pena. Se non altro, perché i colori bianco e rosso gli donano proprio. Chi? Come? Perché? Rispondiamo subito: Florin Rany Motoi, arrivando al Cimiano Calcio, perché in ballo c'è un sogno nel cassetto da tirare fuori e realizzare. E allora: fagotto in spalla, biglietto alla mano (autostrada o aeroporto?) e navigatore impostato. Dalla Dinamo Bucarest a via Don Calabria, mentre la Rappresentativa lombarda se lo coccola e tutto intorno le professionistiche italiane aguzzano la vista. Lo sentite il profumo di nuovo inizio, allora?

FUTURO

«Beacuse it's his big passion». Semplice, conciso, senza tanti fronzoli, rigorosamente in inglese. È la risposta del papà quando gli viene chiesto come mai Rany abbia cominciato a giocare a pallone. Aveva quattro anni, si divertiva nel giardino di casa e già allora dava del tu a quella sfera a esagoni bianchi e neri che sarebbe diventata la sua compagna di vita per eccellenza. «The way he kicked the ball was simply incredible»: reminiscenze di un lontano passato. Mentre racconta, ha gli occhi fieri di un papà che a bordo campo segue con lo sguardo il figlio e lo vede diventare un calciatore. Sì, perché per Rany quell'obiettivo è qualcosa di più che un'utopia in fondo a un cassetto impolverato. Si tratta piuttosto di una via da percorrere, lunga sì, a tratti anche tortuosa, e sicuramente in salita: ma le indicazioni sono chiare e lo zaino in spalla non lo appesantisce. La prima tappa? La Dinamo Bucarest. La seconda? L'Italia. E poi? Qui si entra nel campo delle ipotesi: osservato speciale del Cittadella, ma anche il Milan pare aver alzato la mano nell'asta dei grandi talenti lombardi e lo segue da lontano con altrettanta attenzione. Dunque, lo sentite questo rumore? È lo struscio che fanno le porte quando si aprono. Camera con vista, baby: il panorama è il futuro.

È il talento più futuribile della Lombardia: il classe 2011 ha addosso gli occhi di mezza Serie A

Inter, Juventus e Monza sarebbero pronte a fare follie

PRESENTE

Come nelle tabelle dei tempi verbali a scuola: tra passato prossimo e futuro, c'è il presente. Un presente tinto di bianco e di rosso, all'ombra della Madonnina più famosa del globo. Anzi, per essere precisi, l'ombra la proietta il Lambro, con il suo solito scorrere pacifico a una manciata di chilometri da via Don Calabria. Arrivato al Cimiano alla fine della stagione scorsa, Rany è uno dei giocatori più iconici di questo campionato. Non solo per il via e vai di addetti ai lavori che vengono in pellegrinaggio a riempire i loro taccuini, ma anche perché beh... è una roccia, una roccia piantata in mezzo al campo a difesa della porta. La cosa più simile a un totem umano. Grande, grosso ma non pesante, versatile pur avendo fatto di quel rettangolo davanti alla porta il suo secondo indirizzo. Da difensore centrale ha pure trovato un gol in questo difficile campionato (correva il giorno 13 ottobre, era il dodicesimo minuto del secondo tempo in Manara-Cimiano).

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E se al fantacalcio esistesse un bonus dedicato ai minuti giocati, Florin Rany Motoi sarebbe l'acquisto lombardo più azzeccato: una media di 62 minuti giocati a partita, 1298 giri d'orologio passati al suo posto, lì davanti al portiere, sul rettangolo verde. Insomma, bonus alta fedeltà alla titolarità. La Lombardia farà affidamento anche sulle sue spalle larghe per lo sbarco in Sicilia? Le scommesse sono puntate, mentre il countdown alla partenza si fa sempre più vicino allo zero. Tutto un altro scenario, eppure è rimasto perfettamente come 10 anni fa, a Bucarest, dall'altra parte dell'Europa, su quel giardino davanti a casa. Stessa «big passion», stessa luce negli occhi, stessa frase per descrivere un talento che, passo passo, si sta prendendo anche l'Italia. Questa volta i verbi sono coniugati al presente: «The way he kick the ball is simply incredible».