Torneo delle Regioni • Under 17
12 Aprile 2025
«L'anno scorso lo abbiamo trovato alla terza partita». È la citazione più iconica di Daniele Tacchini. Di che parla? L'intesa, il je ne sais que, il fil rouge che può trainare una regione allo Scudetto. Quella cosa lì, insomma, quella che nessuno sa spiegare. L'anno scorso i vari Gondor, Caccia, Marrone e Buzzetti l'avevano trovata alla terza. Sapranno fare meglio ora i vari Gamba, Ndao, Ratti e Bevilacqua? Ci aggiorneremo con Tacchini stesso, promettiamo, ma certamente una partita così può ben aiutare: un 1-1 contro le Marche, una non-vittoria, ma una prova maiuscola. Partenza con il freno a mano tirato, squadra che comincia a oliare i meccanismi dopo 20 minuti dal fischio iniziale, la marcia finalmente ingranata. Una non-vittoria, vero: ma quanto siamo vicini a quel je ne sais que?
Fa male, eccome se fa male. Proprio una doccia fredda. L'assist che Bettini aveva messo per Massini non era che il preludio, un avviso non molto garbato. Ci sono i guantoni di Bevilacqua, ma tocca guardarsi bene le spalle. Perché sì, a discapito della storia e dei pronostici: le Marche sono forti. La dimostrazione? Tutta d'un colpo solo, come un fulmine a ciel sereno che cambia tutto il corso degli eventi. Al 13' del primo tempo Lorenzetti impegna Bevilacqua, che non riesce a fermare la palla in uscita e - di fatto - serve la sfera a Bettini su un piatto d'argento. Bagno freddo, senza cuffia e occhialini: la Lombardia è sotto.
E i rischi non sono ancora finiti. Solo due minuti e il buon Bettini - è già l'incubo di Tacchini? - rischia di mettere firma e controfirma sulla partita con un raddoppio: l'assist di Chivellini è meraviglioso, ma il fuorigioco spezza i sogni di gloria. E quello scatto in solitaria di Lorenzetti? E quella sua conclusione a incrociare? Bevilacqua si fa perdonare al 100% con una parata da incorniciare e apporre in bacheca, ma nel frattempo un primo bilancio si paventa alle porte lombarde: serve un guizzo nuovo per ribaltare tutto.
Eccolo lì, tanto atteso quanto meritato, tanto bello quanto rapido. Dalle retrovie, da dove non te lo aspetti, con un colpo di coscia, direttamente a colpire dove fa più male. Un secondo prima del duplice fischio, De Matteis calcia la punizione perfetta sul secondo palo da posizione ravvicinatissima. C'è confusione in area, c'è ressa. Svetta un numero, uno nome e un cognome: 19 sulla schiena, Gabriele, Traballi. È tutto vero, è un gol da fantascienza. La Lombardia torna in pista.
Agogliati che spinge, Franchini ci prova da fuori area (5'), Ratti prova la magia a giro da punizione (7'). Serve altro per capirlo? La Lombardia ha trovato quel guizzo tanto cercato nel corso del primo tempo. La prova del nove arriva al 9' della ripresa, quando Montalbano stacca di testa e per questione di frazioni di secondi non trova impreparato Mezzelani. Ancora 1-1 in questo fervido inizio secondo tempo, è vero, ma vibrano nell'aria sensazioni tutte diverse per questa ritrovata Lombardia.
Pareva praticamente fatta al 18', il coronamento di una reazione di cuore, di muscoli, di testa e di squadra. Ratti raccoglie l'assist perfetto di Sironi, controlla bene in area e... sì, sembrava fatta. Ma la schiena di Romitelli ha decisamente altri piani: palla deviata e porta salvata. La rimonta non si compie. Rimane una promessa nell'aria, una vibrazione positiva, una stretta di mano con il destino magari. Si capirà tutto nei prossimi incontri di questa fase a gironi: 1-1 a Fulgore, adesso sotto alla Basilicata.