Torneo delle Regioni • Under 15
15 Aprile 2025
MATTEO MERAVIGLIA, LOMBARDIA
Quando parlano le immagini, tutta Italia rimane ad ascoltare. E allora, orecchie tese: questa la sentite?
Il vento che passa tra le maglie della rete, lo sguardo che parte rivolto al pallone, il giallo della divisa più ambita della regione. Ogni dettaglio ha un rumore, un sapore, una forma precisa, un nome e un cognome stampato addosso. Matteo Meraviglia, iconico fin dal cognome. Non c'è attaccante che non abbia sentito parlare di lui: nelle tre partite del girone ha seminato il panico per tutto il Paese. Perché? Semplicemente, non passava nulla. Quando hai 15 anni, sei al Torneo delle Regioni e davanti hai la rassegna dei migliori centravanti dello Stivale, è normale che tremino le gambe e si annebbino i riflessi. Ma lui... lui è quello che ammalia i palloni, che legge nelle menti degli attaccanti, che prevede le traiettorie come se gli fossero state presentate comodamente in slide Power Point prima del fischio d'inizio. È il portiere più promettente d'Italia? Non facciamo proclami qui, sono immagini, campo, storia a parlare.
Facciamo il punto, perché quello che è successo è da mal di testa e vertigini. Primi nel girone, zero gol subiti, due assedi evitati. Roba folle, roba da miglior difesa d'Italia, roba che riscrive la storia. Con la penna, a tracciare le trame di questa impresa, c'è questo portierino d'oro cresciuto al Cimiano, in una storica società del milanese e arrivato a dominare le aree piccole della Nazione intera. Il momento che l'ha consacrato sono quei 15 minuti di sofferenza pura in cui la Sicilia ci è andata giù pesante. Un tiro ogni 30 secondi, il gol di Giordano - sentenza direttamente da Villa d'Almè - doveva aver indemoniato i padroni di casa. L'ha salvata lui, dicono dalla regia: ai quarti, signori e signore, la Lombardia ci va anche - e forse soprattutto - per i miracoli tra i pali del suo portiere. Ecco, a questo punto neppure le immagini riescono a spiegare: la sensazione della palla che ti rimbalza sui guantoni e la coda dell'occhio che registra la traiettoria allontanarsi è qualcosa la cui descrizione non esiste ancora. Quando para quella sassata di Cannioto urla in faccia all'Italia come se avesse segnato il gol decisivo. Conta allo stesso modo, in fin dei conti. Sì, l'ha salvata lui.
E pensare che la sua storia d'amore con i guantoni è solo la punta di diamante di una lunga lunga carriera. Assurdo pensare che Matteo Meraviglia - ora il portiere per antonomasia - all'inizio vestiva i panni del giocatore di movimento. Nato difensore, trasformato in attaccante: per cinque anni il calcio lo ha vissuto dalla prospettiva di chi adesso è diventato bravissimo ad arginare. Eppure, mancava ancora qualcosa allora, ai tempi del Bresso: c'era come un richiamo, una specie di istinto atavico, un canto bellissimo che ancora non aveva del tutto preso forma. Adesso, anni e anni dopo, il mistero è risolto: era la voce dei suoi guantoni, quelli che gli parlano con un canto tutto loro, quelli che ora lo stanno portando a dominare l'Italia. Menomale che Matteo ha un buon udito...
«Che faccia da scugnizzo...»: descrizione accurata, foto dal campo alla mano, da uno che lo conosce come le sue tasche. Parla Beppe Tosato, suo preparatore d'eccezione: Matteo Maraviglia è un po' anche una creatura sua (e si vede chiaro anche il tocco di Jacopo Bertolini del Cimiano). Tutto vero, tipica personalità da faccia da scugnizzo: un tornado, l'ennesimo personaggio da fumetti in questa pazza pazza Under 15. Occhiali specchiati rigorosamente sulla testa (ma poi, si è capito se sono più belli i suoi o quelli di Bollani?), personalità da vendere, il tipico protagonista che i compagni mandano avanti quando c'è da parlare davanti alla telecamera. E quei famosi 25 euro? Meglio non spoilerare tutto, l'informazione rimane riservata. Intanto, i suoi guantoni richiamano all'ordine la faccia da scugnizzo più famosa d'Italia: domani intanto c'è il Lazio, il canto più importante della sua vita sta per avere inizio.