Torneo delle Regioni • Under 15
16 Aprile 2025
LOMBARDIA
Lacrime, di quelle vere, di quelle che lasciano il solco sulle guance. È doloroso, doloroso come non mai. Piange Tognacca, piange Zubcu, piange Bollani. Ci vorranno giorni e giorni per metabolizzare tutto, ci vorranno mesi forse per superarla. La Lombardia è fuori dal Torneo delle Regioni. La storia si ripete, uguale a se stessa e ugualmente dolorosa: era il 27 marzo in quella maledetta partita contro l'Abruzzo, è il 16 aprile in questa dannata partita contro il Lazio. 4-0, una resa finale che lascia ancora più amaro in bocca, un incubo che torna dal passato e fa male esattamente come un anno fa. E poi le Lacrime, solo le lacrime.
Per il sacrificio di Zubcu, per la caviglia di Meraviglia, per il dolore ai muscoli di Bollani, per la precisione di Chiecca, per mamma Mara. Ognuno ha in testa il suo intimo "perché", tutti hanno nelle gambe lo stesso imperativo: per la Lombardia. Il 4-4-2 di Carrieri non è mai stato così compatto: Giordano corre come un matto, Zubcu vuole il palco, Bollani amministra, Briganti è ovunque. E si vede. Già al 5' l'area laziale si riempie di una luce mai vista: è una saetta? È la lampadina di un'idea geniale che si accende? No, è il solito Mirko Giordano: il fuorigioco interrompe tutto sul più bello, ma la dichiarazione d'intenti è arrivata forte e chiara. E perché? Vogliamo parlare del colpo di testa di Tognacca su angolo di Briganti (19')? Brividi, brividi puri. Il sogno è lì, basta un passo.
Ma è un passo lungo, è un passo in salita, è una meta in movimento che si sposta - mannaggia a lei - di continuo. Meraviglia salva la regione intera su quel tiro di Bernabucci al 14', ma nulla può contro la potenza di Paganini da dischetto. Al 30' Tognacca la tocca fatalmente con la mano in area: braccio largo, è rigore. E il numero 16 non perdona. Sì, scappa il sogno dalle mani, ma gli occhi lo vedono ancora, più lontano, ma non è lì e non è sparito. Ci sarà da tentare il miracolo.
È entrato Schinetti, signore e signori. Sta sull'attenti come un soldato, freme per il gol come se non ci fosse un domani. Lo vuole, lo cerca, lo necessita. Entra al 4', in due minuti si ritaglia due occasioni da impazzire. Questione di millesimi di secondi però, questione di millimetri: uno troppo tardi, l'altro stupendo ma impatta la difesa e finisce in angolo. E quel colpo di testa su calcio di punizione di Briganti? È una maledizione forse. L'impatto è perfetto, ma il pallone è sospinto alto da chissà quale incantesimo bizzarro. «Arriva Schine, arriva!»: una promessa dagli spalti, la Lombardia ancora ci crede. Si potrebbe pure parlare di quel rigore non dato per la maglia dello stesso Schinetti strattonato in area, ma non c'è tempo per perdersi in polemiche: la vogliono ribaltare, il sogno è sempre lì.
Lì, grazie anche a Meraviglia. Il tiro di Incerti, il guantone, il palo che la fa rimbalzare via, il piedino sul secondo intervento di Tagliaferri. Lo abbiamo già detto, lo ripetiamo: titanico, semplicemente titanico. Ma intanto il cronometro scorre... È viva la nostra Lombardia, eppure ancora non basta. Non basta neppure il tiro di Bollani al 29', non basta l'ultima cavalcata di Giordano, il destro di Taiocchi parato da Cardinali, la garra di Meraviglia. Al 29' arriva la doccia fredda, la più dolorosa di tutte: Elena si accentra e tira una cannonata. Al 33' il colpo di grazia: passa anche la missilata di Tagliaferri. Al 37' la resa completa: il tiro di Sisti su assist di Incerti non ha pietà. È finita, il sogno scappa via. Fa male, malissimo, ma la testa rimane alta: per la Lombardia, è stato dato il tutto per tutto.