Torneo delle Regioni • Under 17
17 Aprile 2025
RATTI, PIAZZA E AGOGLIATI
Come l'infinito di Leopardi, come la sentenza della corte suprema, come la pioggia che cade dopo mesi di carestia. È una Lombardia poetica, inequivocabile, quasi miracolosa. È una Lombardia da cuoio tra i denti per resistere a una sofferenza pura, è il canto meraviglio di una regione intera che si prende la sua sacrosanta posizione nel firmamento delle stelle più luminose d'Italia. E poi è Riccardo Piazza, asso nella manica, intoccabile mano del destino, Ferrari che sgasa nelle cantere del dilettantismo lombardo. L'hanno chiamato in tantissimi modi, per noi è semplicemente l'eroe che ci porta in finale. Due gol (uno con la firma incancellabile, l'altro con uno zampino intelligente) per continuare a sognare l'impresa più titanica: Italia, Emilia Romagna, questo è il canto della Lombardia.
Soffrire, stringere i denti, essere pronti a farsi male. È il Lazio che ci gioca contro, d'altronde: mica pizza fichi. Capitan Gamba ne sa giusto qualcosa, lì in mezzo al campo con le lacrime agli occhi per un'infiammazione all'inguine, a respingere - con Traballi e Corsaro dietro a fare il lavoro sporco - le insidie continue di Scifoni e dell'indemoniato Lupi. Pare davvero l'abbia morso una tarantola: l'area lombarda sembra chiamarlo a sé come una sirena, nonostante lui di professione faccia il terzino. Cuoio in mezzo ai denti, per tutto il primo tempo: all'8' ci prova Recchia (ma la presa di Rizzi non lascia adito a ulteriori risposte), al 12' Canestrella imbocca Scifoni con un assist meraviglioso (ma la conclusione di testa non trova lo specchio della porta), Al 20' il cross di Palombi non trova nessuno in area (sospiro di sollievo sulle tribune).
Dunque sì, la Lombardia soffre, ma non si arrende. È parte del gioco: saper incassare i colpi senza andare al tappeto. E intanto, da fine primo tempo, lì davanti qualcosa si muove. Agogliati corre - come suo solito - come un matto, Ratti si presenta davanti a Mauro spesso e volentieri, Corsaro di testa va vicinissimo al paradiso sfruttando il calcio d'angolo di Ndao, e Piazza... beh, fa il fenomeno. Puro e semplice. Da Milano qualcuno dice che è lui «l'asso nella manica di Tacchini». In effetti, quel cross perfetto che lascia per Ratti al 37' fa ben presagire che nelle tasche del numero 15 lombardo ci sia un piglio pronto. La conclusione di Ratti esce alta, è vero, ma adesso - pur senza togliersi il cuoio dalla bocca: quanto è salvifico Rizzi sul destro di Palombi? - la Lombardia risponde presente.
Subito. Ancora Piazza, sempre Piazza, solo Piazza. L'asso nella manica, si diceva: lo è davvero. La mette lì, con un rasoterra sul palo vicino, tirando da fuori dall'area, candidando la Lombardia alla leggenda, riscrivendo la storia. Come un fulmine a ciel sereno, scottando il Lazio con il gol più importante della sua vita. Ratti e Agogliati poi se lo mettono a sedere sulle ginocchia, come se fosse un re adagiato sul trono: è semplicemente lui l'arma più pericolosa della Penisola.
Si dimostra tale anche al 14', una manciata di giri d'orologio più tardi, con la trovata che potrebbe chiudere i giochi. Giocata sempre sulla sua amata fascia destra, a impattare uno sfortunatissimo Recchia in mezzo all'area. La deviazione è fatale e sorprende Mauro: è autogol, ma la mano dietro al miracolo rimane sempre la sua, quella dell'asso di denari più lucente della Lombardia. 2-0 signore e signori: così è davvero bellissimo. Il gol di Taglieri al 30' complica le cose ma non cambia il risultato, così come non cambia nulla l'assalto finale del Lazio: questa Lombardia si rimette il cuoio tra i denti e si tiene stretta il 2-1. È l'infinito di Leopardi, è la sentenza della corte suprema, è pioggia nel deserto. È finale, di nuovo, un anno dopo.