Cerca

Torneo delle Regioni • Under 17

Galattici! Una punizione spaziale e un equipaggio leggendario: è il secondo Scudetto di fila

Il «Kraken» Ndao la sblocca, Montalbano fa la magia: la Lombardia riscrive la storia 14 anni dopo

Rappresentativa Lombardia Sironi Rizzi

TORNEO DELLE REGIONI UNDER 17 LOMBARDIA • Alessio Sironi e Alberto Rizzi

Quando è successo l'ultima volta qualcuno di loro aveva due anni, qualcun altro tre, ma di sicuro tutti dovevano ancora sviluppare coscienza e ricordi. La prima fondamentale per capire cosa fosse successo, i secondi da costruire una volta cresciuti, e quella volta è arrivata. Sì, perché la Lombardia è campione d'Italia per la seconda volta consecutiva. Un doblete ripetuto a 14 anni di distanza dall'ultima volta, un'impresa che la coscienza deve ancora elaborare, ma che il cuore sta già celebrando. È 2-1 sull'Emilia-Romagna, è vantaggio di Ndao, è punizione spaziale all'ultimo secondo di Montalbano, sono i cross di Piazza, le chiusure di Traballi, le discese di Sironi, l'anima di Gamba, è un equipaggio da incidere nella storia: la bandiera della Lombardia di Tacchini sventola su Marte.

LE PAGELLE DELLA LOMBARDIA

7 • Fuori dalla navicella, collegato con un cavo a prendere qualsiasi pallone transiti nell'orbita lombarda. Lui che tra i pali ingloba ogni tentativo avversario, che non può nulla sull'unico piccolo meteorite che impatta un'astronave protetta sempre con coraggio e guidata nella navigazione nello spazio tricolore.

8 • Provare a togliergli il pallone nelle retrovie è come cercare di aprire una porta con uno stendino: impossibile. Non lo butta mai via, anzi, a un certo punto se ne va in mezzo a tre e imbuca un pallone bellissimo per Piazza, che però non si trasforma in asisst. Ha la licenza di guadagnare metri, arrivando anche fin dentro l'area quando decide di spingere, mentre nelle retrovie fa bene in anticipo e nel chiudere Herzua in piena area di rigore a inizio ripresa. Il tuttofare dell'equipaggio, quello da chiamare per ogni tipo di problema.

Dal 16' st7.5 • Il razzo non lo guida, il razzo lo è. Un missile di supporto che si aggancia all'astronave quando c'è bisogno sulla fascia destra, lì dove tarella come pochi e salva tutto con una diagonale difensiva pazzesca, chiusa senza neanche buttare via il pallone.

8 • La copertura esterna della navicella, quella costruita per resistere a qualsiasi tipo di impatto. Tutti quelli che vince quando va in contrasto, sia di fisico che, soprattutto, di testa, dove non c'è mai storia. Nella ripresa mette il mancino tra le gambe di qualsiasi avversario per sventare ogni tipo di minaccia. È il vice-comandante della difesa che tutti vorrebbero.

7.5 • In teoria gli alieni andrebbero trovati in giro per lo spazio, ma la Lombardia ne ha uno in difesa. Uno fisicamente di un altro pianeta, uno che anche quando rischia qualcosa trova sempre il modo di recuperare, uno che dentro l'area di rigore intercetta asteroidi su asteroidi, uno che gli altri non hanno.

7.5 • Il membro dell'equipaggio che vedi e senti poco, ma che c'è, dannatamente c'è. Deve gestire Herzua, l'avversario più forte di tutta la squadra, e il risultato è che a inizio secondo tempo lo fa spostare di fascia. Sì perché qualcosina lo concede, giusto un anticipo su un cross dalla sinistra, con la palla che finisce sopra la traversa, ma per il resto è bravo a coprire le uscite di Rizzi e a schermare il numero 20. Una presenza fissa, una presenza fondamentale.

Dal 7' st 7 • Un tempo a fuoco ad aiutare l'equipaggio nella fase delicata d'atterraggio. Contrasta forte a sinistra e ripulisce con qualità i palloni che transitano dalle sue parti: piuma e martello come pochi.

8Il capitano dell'astronave, quello a cui tutto l'equipaggio fa riferimento, quello che per primo fa il passo su Marte. Sì, sul pari gli manca forse la lucidità per seguire l'avversario che va a calciare, ma è dal suo piede che parte il tiro respinto e buttato in porta da Ndao, e poi poco gli si può dire. Gioca una semifinale con l'inguine infiammato, parte titolare in finale e non esce mai da un campo in cui rincorre letteralmente chiunque. Corsa, contrasti, recuperi, geometri, cuore, tanto cuore.

9 • Trovare il posto per una piovra gigante nell'astronave non deve essere stato facile, ma il «Kraken» non poteva mancare. Un essere mitologico che mette i tentacoli ovunque in campo, sia quando deve impostare sia quando deve usare le ventose per rubare la palla agli avversari. Fa venire uno spavento in fase di impostazione, poi però fa impazzire tutti in maniera ben diversa: mancino tagliente da fuori area, pallone in buca d'angolo e Lombardia in vantaggio. Una rete talmente importante che prova a replicarla qualche minuto più tardi, ma il portiere in tuffo para e gli nega la prima doppietta di un Torneo delle Regioni da MVP totale.

8.5 • Lo specialista di missione dell'astronave lombarda. Quando si accende lui si spaventa tutta l'Emilia-Romagna perché palla al piede solo il solito Herzua riesce a tenergli testa, dietro invece sulla sua fascia sono sempre problemi. È da lui infatti che nasce l'occasione del vantaggio, ed è con i suoi cross rasoterra sempre precisi che la Lombardia crea la situazioni per il raddoppio. Lo stesso, però, che Ferretti gli nega sul primo palo quando viene lanciato in porta da Sironi. Poco male, ormai l'Italia lo conosce, e ora pure Marte.

Dal 23' st10 • Segna il gol più importante della sua vita, dei compagni e forse pure dello staff, ma, soprattutto, lo fa in una maniera galattica: mancino dai 25 metri circa, traiettoria magnifica a spegnersi sull'incrocio lontano e Lombardia campione d'Italia. È lui ad appiccicare lo Scudetto sulla punta dell'astronave replicando un'impresa che la regione non viveva da 14 anni.

7 • Il cuoco della navicella, lo chef che cerca sempre di aggiungere quel pizzico di qualità che lo contraddistingue, però il gioco passa poco per le vie centrali. Lì dove si crea ancora una volta un tiro da fuori area, smorzato da un difensore e preda facile del portiere.

Dal 4' st7 • L'ingegnere che tiene sotto controllo la miriade di pulsanti. Entra presto, e presto si adatta all'assenza di gravità. Gioca con personalità, aiutando la squadra a sistemare la bandiera sul pianeta rosso.

7.5 • No, non poteva mancare proprio ora. È l'addetto a sparare i missili in caso di necessità, quello che si tiene in canna dentro l'area di rigore a una decina di minuti dalla fine, ma anche lo stesso che mette nelle mani di Montalbano prendendosi la punizione decisiva all'ultimo istante. Un fallo guadagnato grazie alla solita velocità disarmante, anche dopo aver giocato cinque partite nell'arco di sei giorni, simbolo di chi lo Scudetto sul petto non voleva proprio scucirselo.

7 • Il raggio lasera montante sulla navicella, quello impiegato per distruggere le meteore o per eventuali alieni incontrati lungo il percoso. Un viaggio fatto giocando tutte le altre cinque partite da titolare, cosa che forse gli scarica un po' le pile. Là davanti riesce lo stesso a dar vita a un paio di belle aperture per cambiare il fronte d'attacco, ma la palla del 2-0 la calcia sopra la traversa dal limite dell'area piccola. Un'occasione mancata non da lui, e l'ha dimostrato durante tutto il torneo, giocato costringendo le difese avversarie a provare a gestire un vero e proprio carro armato, capace però di regalare colpi di tacco su colpi di tacco.

Dal 23' st7 • Il cadetto sempre a disposizione dell'equipaggio, colui che quando entra dà sempre il suo meglio con qualità là in attacco. Sgomita e controlla, prova anche una buona discesa sulla fascia destra.

9 • Il capo-missione dello sbarco su Marte. Lui che prima del lancio ha sempre parlato di un razzo fatto di varie componenti, come i membri di una squadra, la stessa amalgamata e gestita in maniera perfetta. Presa la Terra conquista pure Marte: no, uno Scudetto non si vince mai per caso, due di fila figurarsi.

CLICCA QUI PER LEGGERE LA CRONACA DELLA PARTITA

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter