Under 15
06 Maggio 2025
REAL MILANO, OPERA UNDER 15 • Riccardo Damiani e Gaetano Ungaro tra i papabili protagonisti nelle rispettive semifinali
Il meglio del meglio, la crème de la crème: sono arrivate le fasi finali dei Provinciali di Milano Under 15 che, come un gustoso gelato in questo maggio già molto afoso, sono pronti a rinfrescarci e a farci urlare quanto amiamo la bella stagione. Quattro squadre, due semifinali, un solo vincitore: se le formazioni coinvolte possono ritenersi già soddisfatte per l'accesso ai Regionali, è chiaro che essere incoronati come i granduchi di Milano sarebbe un fantastico modo per concludere la stagione e misurare il proprio livello in vista delle nuove sfide di settembre. Ma non corriamo troppo: Trial Rozzano, Opera, Ardor Bollate e Real Milano sono pronte a darsi battaglia e noi non vediamo l'ora di scoprire chi avrà la meglio.
La prima semifinale andrà in scena a Vimodrone, in casa dei campioni del Girone D: i ragazzi di Caracciolo, reduci dalla vittoria al fotofinish contro il Bresso, se la vedranno con il Trial Rozzano, che grazie alla forza del gruppo è riuscito ad aggiudicarsi il duello con l'Olmi-Muggiano per il titolo. Due squadre fortissime, ma con filosofie molto diverse: in casa Real Milano il protagonista assoluto è Alessandro Messina, capocannoniere del suo girone con 32 gol, centravanti moderno per capacità di associazione con i compagni, ma con l'istinto dei bomber vecchia scuola; mentre per quanto riguarda il Trial bisogna sottolineare la complicità nata tra i giocatori, in grado di sacrificarsi l'uno per l'altro in nome della squadra. E i dati lo testimoniano: il miglior marcatore biancoverde è Marino (22 reti), seguito da Demuru (16), Zagaria (16) e Colonna (15). Pur senza un vero e proprio bomber accentratore, dunque, il Trial è riuscito a collezionare 127 gol totali: l'unione fa la forza. Non che i secondi violini del Real siano da meno: la scheggia sulla fascia Scivales ne ha fatti 18, il fantasista Damiani 13, per un totale di squadra di 130.
Ma Real-Trial è anche il duello tra le difese: sono solamente 18 le reti subite dai padroni di casa, contro le 9 incassate dagli ospiti. Due reparti imperforabili, da imparare a memoria come l'Italia dell'82 o la Grande Inter: Amoroso, Ferrante, Cabrera, Capozza e Torquato contro il terzetto formato da Montunato, Sala e Sanseverino davanti a Pace. Ma entrambe le rose sono molto profonde, quindi è difficile prevedere chi scenderà in campo dal primo minuto: Caracciolo e Forliano hanno solo l'imbarazzo della scelta. Occhio anche ai cervelli della squadra: Bashmeta e Savasta fanno scuola davanti alla difesa, tra Damiani e Marino si scatenerà il derby della fantasia.
Trenta minuti dopo Real Milano-Trial Rozzano, ecco l'altra semifinale che incoronerà al ritorno la seconda finalista di categoria: l'Opera di Avanzi affronta l'Ardor Bollate di Lo Dico in un match che si preannuncia piuttosto equilibrato. Entrambe le squadre vivono di grandi individualità che possono risolvere la partita in ogni istante, da un parte Ungaro e Oddo, dall'altra Doniselli e Ibraliu, ed entrambe hanno una solidità che rende le loro difese un bunker solidissimo. Ma le somiglianze finiscono qui: i gialloblù di via Fratelli Cervi sono una cooperativa del gol che ha realizzato ben 140 gol, con Oddo (43), Tanga (27) e Ungaro (19) che hanno realizzato 90 reti in tre; gli arancioneri sono andati a segno 77 volte, ma in compenso hanno una difesa di fatto imperforabile, con sole 13 reti subite. Doniselli (25) e Asllani (19) sono i migliori marcatori della squadra.
L'Opera sfrutta a meraviglia la connection Oddo-Ungaro: l'imprevedibilità e la velocità dell'ala sono spesso risultate decisive nelle marcature del bomber che ha goduto di assist immaginifici. Ma c'è di più, un'arma che viene sfruttata spesso a partita iniziata per sparigliare le carte: Federico Tanga, il goleador che parte dalla panchina a formare un magico tridente che ha condotto la squadra di Avanzi alla vittoria nel lunghissimo duello con la Baggese. Difensivamente godono di due terzini, Del Vento e Parise, protratti costantemente in fase offensiva, e su due stopper alti e aggressivi che si completano alla perfezione, Pisano e Tagliaferri. L'Ardor, dal canto suo, è una squadra solidissima, magari non spettacolare, ma terribilmente cinica grazie a Doniselli, la classica punta di posizione che risulta un grande finalizzatore nel mettere a segno le palle gol che gli capitano tra i piedi. Ma è difensivamente che ha costruito le proprie fortune: tutti partecipano in copertura, tutti tornano quando c'è da farlo, le linee sono sempre compatte tra di loro. Da segnalare, oltre alle sgroppate di Ibraliu sulla fascia, c'è anche la grande roccia Longo, autentico baluardo di Lo Dico, che mura ogni attacco avversario. Insomma due squadre lunghe, ben costruite, solide: prevedere un risultato sarebbe davvero un atto di autentica e cieca fede.