Cerca

Under 15 Élite

Para il rigore che vale una finale e porta la sua squadra nella leggenda: il VIDEO dell'impresa

Alessandro Mangone è l'eroe di Giussano: rigore parato alla grande favorita per il Titolo e finale conquistata

«Dove andiamo ragazzi?». Pare quasi una domanda filosofica, ma in realtà la risposta è semplicissima. «In finaleeee», con conseguente coro fatto di tanti eh, eh, eh uno di fila all'altro (impossibile non leggerlo saltando). La squadra intera salta addosso al primo interlocutore, quello che nella semifinale di ritorno ha assunto il gravoso ruolo di Caronte nel mare burrascoso di Vedano Olona. Un traghettatore, insomma, quello che a suon di remate si è caricato il peso della Vis Nova addosso e l'ha portata fino all'ultimo atto. Nuova definizione di "risolvere la situazione"? Chiedete ad Alessandro Mangone. Portiere di professione, inventore per la Crusca come hobby. Perché sì, quella parata sul rigore di Gualterio è semplicemente l'impresa che lascia tutti senza ulteriori definizioni. 

FATTI

Quando l'arbitro fischia cala un religioso silenzio. È il momento in cui tutto può succedere. C'è chi parla dei calci di rigore come una roulette imprevedibile, come una monetina che viene lanciata nel cielo e chissà da che parte finirà per cadere. Ma siamo sicuri? Davvero tutto sta nelle mani del caso? A Vedano Olona domenica scorsa il "tutto" è stato nelle mani di Alessandro Mangone. O meglio, nei suoi guantoni. In quel silenzio prima che partisse il tiro si sente una voce dagli spalti che grida: «Dai Ale!». Era lui l'ultima speranza. Non ha deluso le aspettative: tiro che parte dritto dritto in basso a sinistra, ma che viene intercettato nella fase più primordiale della sua traiettoria, quando ancora il pallone non aveva assunto la direzione pericolosa verso l'angolino. Il veto arriva da due guantoni bianchi, candidi candidi: Ale ce l'ha fatta. Di fatto è la parata che vale la finale. 

Un po' forse se lo sentiva. O magari, ancor più semplicemente e senza dover richiamare all'ordine chissà quale istinto primordiale, si era allenato per farlo. «Con il mister ci siamo allenati molto durante la settimana, quando siamo andati ai rigori ero comunque tranquillo. sapevo che con i consigli che mi erano stati dati sarei riuscito a pararne almeno uno». Altro che roulette, monetina e destino...

STORIA

La passione per il pallone, come spesso accade, è questione di famiglia. Il papà come tifoso numero uno, gli zii come sostenitori d'eccezione. Era solo questione di tempo prima che il piccolo Alessandro scoprisse le gioie dello sport più bello del mondo. Prima come punta, poi - molto presto - comincia il feeling con i guantoni. Lì in mezzo ai pali il suo temperamento splende al massimo della sua forma, tanto che anche al Monza cominciano a tendere le orecchie: una storia d'amore destinata a non sbocciare mai del tutto, ma che rimane come timbro di qualità per uno dei portieri più futuribili della Lombardia. La scintilla invece scatta immediatamente e irresistibile nel momento stesso in cui Alessandro mette piede in via Donatori di sangue. Alla Vis Nova la crescita è evidente, di quelle che in una manciata d'anni ti trasformano nel Caronte di Giussano: perfetto contro il Breno nelle fasi finali dell'anno scorso, ottimo anche contro il Sangiuliano City poi campione di Lombardia.

E quest'anno? 8 reti inviolate nel suo campionato, tra i migliori dell'intera categoria, con tanto di una convocazione in Under 17 Élite da titolare («Mi sono sentito onorato che mister Nigro mi abbia dato fiducia fin da subito»). Il coronamento di una favola diventata realtà? No, non ancora, c'è ancora almeno un capitolo. Perché il rigore parato alla Varesina (quindi no, mica pizza e fichi) è forse il punto più alto di una scalata non ancora finita. Manca ancora l'ultima fatica, manca l'ultima, estrema impresa prima della riva. solo allora Caronte potrà riposare.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter