Coppa Under 19 Provinciale
15 Maggio 2025
Afforese, Coppa Under 19 provinciale: Thomas Bartezaghi, Pasquale Pardeo e Simone Pipoli
Certe storie sembrano scritte in cielo, ma nascono sull’erba. L’Afforese continua a scolpire il suo nome nella pietra di una stagione che profuma di leggenda: dopo il trionfo in campionato, arriva anche la Coppa Lombardia, conquistata con autorità e cuore battendo 3-1 il Palosco. Una doppietta storica, ma forse non ancora definitiva. All’orizzonte c’è infatti un’altra impresa da firmare: la semifinale del titolo provinciale contro lo Schiaffino. E allora sì, la parola “record” smette di essere solo un sussurro.
A Trezzo sull’Adda va in scena l’ennesima prova di forza dei ragazzi di Pardeo, padroni del gioco, della testa e delle emozioni. Bartezaghi rompe subito gli equilibri, poi un’autorete di Singh e il sigillo finale di Pipoli certificano un successo che vale molto più di un trofeo: vale la consacrazione di un gruppo, di un’idea, di una fame che non si placa. A nulla serve il gol della bandiera di Foresti: questa è l’Afforese dei sogni. E i sogni, stavolta, indossano il gialloblù.
Esserci l’uno per l’altro. Correre spensierati, in cerca di vita. Il mondo è lontano, ma a volte un rettangolo in erba vale quanto le mura di casa. Perché, distesi su trionfi di verde, inteliamo i ricordi più belli. E, forse, non riusciamo a rendercene conto. Persi nelle capriole del gioco, in balia della competizione e dei suoi eventi, faccia a faccia con sé stessi, ruota a ruota con i propri obiettivi, dimentichiamo che, alla fine di tutto, resterà solo una cosa. Ed è l’orgoglio di averci provato. Di aver lottato. Di aver sognato. Accarezzati dal vento di Trezzo, affacciati sull'Adda come il sole che tramonta lentamente. Per lasciare spazio ai veri protagonisti: Afforese da una parte, Palosco dall'altra. De Gregori direbbe: la storia siamo noi. Oggi più di ieri, infatti, anche noi siamo parte di questa storia, insieme a loro. Loro che, sul manto, inseguono la felicità. E noi che la rincorriamo dagli spalti. Oggi più di ieri, affamati di imprese. Nessuno si senta escluso...
La partita è subito elettrica. Non potrebbe essere altrimenti: il clima è incandescente. Siamo completamente immersi in una tipica serata estiva, tra passione, spensieratezza e cibo pronto al consumo. Cantano gli orobici sugli spalti, attaccano i gialloblù sul terreno di gioco: a dispetto di un tifo prettamente sponda Palosco, sono i ragazzi di Pardeo a cavalcare l'adrenalina dell'incontro. Come? Con le proprie idee: palleggio, tanto movimento, raddoppi e riaggressione veloce. Prerogative che costituiscono chiavi di lettura rilevanti, scandendo il ritmo dei primi 45 minuti. L'Afforese mostra subito gamba, strappi e guizzi, incentrando la sua ricerca estetica sul dinamismo degli esterni e sulla struttura di Bartezaghi; il Palosco, al contrario, attende, insistendo su verticale e combinazioni rapide nello stretto. Soluzioni, quelle adottate dai bergamaschi che, alla lunga, stagnano, producendo l'effetto opposto: ossia, inefficacia e praterie centrali. A conti fatti i bergamaschi non calciano mai nello specchio, smarriscono le proprie certezze in trame fiacche e, il più delle volte, cercano di sormontare la diga milanese con lanci frettolosi. Troppo poco, insomma, per scalfire la solidità dell'Afforese. Che, dopo nemmeno dieci giri d'orologio, riesce ad insediarsi nelle amnesie biancazzurre, rompendo prontamente gli indugi. Di prepotenza.
A indirizzare il match, un episodio. Singh sbaglia in disimpegno, centrando Lombardi che, involontariamente, imbecca il compagno Bartezaghi in profondità. Il bomber di Affori brucia Forleo ed è cinico nello spiazzare Lozza: esultanza sfrenata, vantaggio in cascina e ondate di ottimismo. Perché i gialloblù (che nel frattempo rinunciano a Diarassouba per infortunio) trascinano l'inerzia dalla loro parte, presidiando il territorio con testa, gambe e spirito. E non lasciano nulla al caso, anzi: continuano a produrre moli di gioco. One Man Show, lo stesso Bartezaghi, che sfiora la doppietta in ben tre occasioni ravvicinate: il primo tentativo è centrale, il secondo è respinto da Lozza. Ma il terzo è clamoroso, perché sbatte sulla traversa al termine di una giocata da manuale. Controllo al limite dell'area, sterzata sul destro e conclusione che battezza il legno, e sul cui prosieguo Pardeo non trova il bersaglio nonostante il bel colpo di frusta. Un biglietto da visita degno di un palcoscenico così ambito. Dove provano a distinguersi anche Centonza e Medicea, che negli ultimi scampoli di parziale impegnano il sempre attento estremo difensore orobico.
Parallelamente, il Palosco tenta di confezionare pericoli. A mancare, però, è lucidità negli ultimi metri: Sangaletti calcia male, Alessi non indirizza l'incornata su suggerimento di Foresti, il tiro di Seminara è debole e non impensierisce. Sul calare della prima frazione, inoltre, la truppa di Russi non sfrutta un invitante 4 contro 2, andando a riposo con dubbi da sciogliere. L'Afforese, invece, gioca sul velluto e lancia segnali rassicuranti, per duttilità e diligenza, per presenza fisica e concentrazione, per concetti e desiderio. Il bello deve ancora venire, ma la tavola è già apparecchiata.
Testa e gambe. Testa e gambe. A lezione da Pardeo, tecnico dell'Afforese. Che ci crede, tanto. Che assapora la gloria, più di tutti. E che non teme sorti avverse. Nemmeno il neutro di Trezzo sull'Adda, che di fatto è una trasferta. Neanche la tensione dell'ultimo atto, a sé stante, semplicemente un unicum dove ''trionfa il più bravo, non il più forte''. Lo muove questa consapevolezza, e platina d'immenso il suo orgoglio. Perché vede il traguardo: i gialloblù sono gruppo sano. E, giorno dopo giorno, dettaglio per dettaglio, imparano ad essere squadra. Vera, matura. Vincente. Eccola, la differenza tra sogni in divenire e realtà in essere: chiedete all'Afforese, e in particolare al suo condottiero. Del resto, non domini un campionato d'istinto. Nemmeno una Coppa. Questa si chiama fame. Ed è la miccia che anima l'intero secondo parziale. Preludio di festa, di canti liberi e di gioia unica. Indimenticabile. Bastano tre minuti per rimettere in chiaro le cose: i milanesi sono sempre in pieno controllo delle operazioni. Attaccano insieme, difendono insieme e, insieme, trovano fortuna. Ma chi aiuta la fortuna, se non gli audaci? Detto, fatto: il corner di Pardeo-giocatore dalla destra attraversa tutta l'area del Palosco, sorprendendo Lozza. La sfera piomba su Singh, che la butta nella sua porta: è autogol, è 2-0 Afforese. È una sorta di aperitivo, un brindisi al domani, che sorride. Ed è un sorriso bellissimo.
I gialloblù, infatti, pur attenuando incursioni e incisività, non danno mai l'impressione di poter calare. Rimangono sul pezzo, spazzano le sporadiche distese orobiche e, quando hanno la possibilità, volano in contropiede. Ma Lombardi non conclude e Fiore calcia male, rinviando l'appuntamento con il tris. Nel frattempo il Palosco, sfilacciato in mezzo e completamente sfiduciato, abbozza una reazione effimera, che genera nulla di fatto. Si segnalano solamente una serie di iniziative bloccate dalla bandierina dell'assistente e il tentativo debole di Alessi, ben bloccato da Righetto nonostante la buona mattonella. Anche Volpi impegna, seppur in posizione di fuorigioco, il portiere gialloblù. Protagonista nel suo piccolo, con tanti interventi efficaci e una grande sicurezza impartita ai compagni. Che, di essere sazi, non ne vogliono proprio sapere: c'è spazio anche per il terzo sigillo della partita.
Musica e testo del solito Bartezaghi, che a centimetri dal novantesimo ha ancora birra in corpo per sgasare sulla destra e crossare al centro. Raccoglie la sfera Lombardi, che alza la testa e vede capitan Pipoli. Il risultato? Gioco, partita, incontro. Tre parole del tennis per descrivere il gol numero tre di una serata che l'Afforese difficilmente potrà dimenticare. Perché il gol della bandiera firmato da Foresti antecede di millimetri i tre fischi (insomma, il numero perfetto) dell'arbitro: ora sì, non c'è più tempo. I gialloblù conquistano Coppa, una fetta di Lombardia e anche i cuori di tanti appassionati. Con testa e gambe, proprio come piace a Pardeo.
AFFORESE-PALOSCO 3-1
RETI (3-0, 3-1): 10' Bartezaghi (A), 3' st aut. Singh (P), 42' st Pipoli (A), 49' st Foresti (P).
AFFORESE (4-2-3-1): Righetto 7, Centonza 7.5 (19' st Tamborino 6.5), Genovese 7.5, Pardeo 8, Medicea 7.5, Caon 7.5, Diarrassouba 7 (45' Ballini 7), Lombardi 7.5, Bartezaghi 9 (43' st Sollo sv), Pipoli 7.5 (43' st De Lise sv), Fiore 7.5. A disp. Cereghini, Carnevale, Marinetti, Mehila, Vicedomini. All. Pardeo - Pipoli 9. Dir. Meini.
PALOSCO (4-3-3): Lozza 6.5, Volpi 7, Macetti 6, Magri 6 (32' st Furini sv), Singh 6, Forleo 6.5, Paioro 6 (32' st Leporati sv), Foresti 7, Alessi 6 (26' st Zani 6), Seminara 6 (25' st Moumen 6), Sangaletti 6. A disp. Belotti, Huremagic, Telji, Grassi, Oldrati. All. Russi M. 6. Dir. Russi F. - Corsini.
ARBITRO: Rastellino di Seregno 7.5.
ASSISTENTI: Sanneris di Mantova e Sivverini di Monza.
AMMONITI: Diarrassouba (A), Volpi (P), Macetti (P), Moumen (P).
AFFORESE
Righetto 7 Interventi di routine e grande sicurezza. Leadership al servizio del gruppo.
Centonza 7.5 Grande applicazione e strappi. Partita di sostanza.
20' st Tamborino 6.5 Entra e ricarica le pile gialloblù, dando il suo contributo
Genovese 7.5 A lezione di marcatura: non sbaglia niente. È sicuro e inscalfibile, dopo un inizio in sordina. Ha anche grande gamba. Pochi fronzoli.
Pardeo 8 Aggressivo fin dalle prime battute, un suo corner tagliato manda in tilt il Palosco e chiude i conti. Fortuna e audacia.
Medicea 7.5 Anche lui commette davvero poche sbavature, facendosi trovare pronto. Tenta anche una conclusione, mostrando personalità.
Caon 7.5 Partita di sacrificio, lotta in mezzo e sbaglia pochissimo.
Diarrasouba 7 Finisce la partita anzitempo per un problema fisico, ma fa vedere sprazzi del suo talento. Rapido, dinamico e ostinato.
44' Ballini 7 ottimi strappi e iniziative che aiutano la squadra in entrambe le fasi.
Lombardi 7.5 Dà una grossa mano in ripiego, risalendo poi il campo con gamba e tecnica. Ha grandi doti e un'ottima propensione al lavoro sporco: lo dimostrano i tanti movimenti senza palla su tutto il fronte offensivo.
Bartezaghi 9 A tratti incontenibile. Raccoglie palla, sbraccia in mezzo a due e a tre, ha passo svelto, animo spigliato e controllo del fisico. L'impressione è che da lui possano nascere sempre situazioni interessanti.
Pipoli 7.5 È il capitano e non è un caso. Guida i compagni, con la testa e con il piede. Sempre attivo ed educato. Il calcio lo premia sul gong.
Fiore 7.5 Movimento, allunghi e tanta voglia di lasciare il segno. Ce l'ha fatta anche senza segnare: grande prova.
All. Pardeo 9 Completa un altro capolavoro, costruito con idee e fame. Ma il focus è già sul prossimo step: il triplete. È lui a dirlo, chiaro e tondo. Tocca fidarsi: l'Afforese è la squadra da battere.
PALOSCO
Lozza 6.5 Può fare meglio sul traversone del raddoppio gialloblù, ma non può nulla sugli altri due. Bene in due occasioni.
Volpi 7 Il migliore. Mostra grande carattere e cerca di proporsi in avanti, pur trovando forti limitazioni.
Macetti 6 In difficoltà a tenere il campo, in difficoltà a risalirlo.
Magri 6 Dopo un primo tempo opaco, cresce alla distanza. Meno frettoloso e più sicuro con il pallone e nei contrasti.
Singh 6 Partita parecchio complicata, da cui deve ripartire ancora più forte. Ogni errore è crescita.
Forleo 6.5 Bene in disimpegno, un po' meno nella gestione del pallone. Da apprezzare il carattere.
Paioro 6 Coinvolto troppo poco, e quando ha il pallone fatica a smistare.
Foresti 7 Lotta nei duelli aerei, si fa vedere in avanti e ogni suo piccolo sforzo viene in parte ripagato. Segna lui il gol della bandiera.
Alessi 6 Esce stremato dopo aver condotto una partita di sportellate. Ma davanti non conclude quando ne ha la possibilità.
25' st Zani 6 Tenta un paio di conclusioni, ma non riesce a mettersi in mostra.
Seminara 6 Risorsa poco sfruttata: non si esalta. Ma è spesso nei pressi di Righetto.
24' st Moumen 6 Molto più dinamico, entra con grande voglia e si vede. Ma può fare poco.
Sangaletti 6 Fin da subito è tra i più attivi, ma nel concreto non incide.
All. Russi 6 La squadra si scioglie sul più bello e non riesce mai a dare l'impressione di poter reggere il confronto con l'Afforese. Ma il Palosco deve essere fiero del percorso intrapreso. Perché ha mire ambiziose. Perseverare.
Rastellino di Seregno 7.5 Prova impeccabile. Guadagna ben presto il rispetto dei 22 interpreti e si ritrova a gestire pochissimi casi da moviola. Nessuna polemica, solo coerenza nelle decisioni e nel modo di rapportarsi con i giocatori.
Pardeo trasuda gioia! Di seguito, le sue dichiarazioni rilasciate al termine della partita: «Siamo entrati determinati, volevamo questo momento dall'inizio della stagione e credo che ce lo siamo meritato. Abbiamo affrontato squadre forti, ma siamo sempre entrati in campo determinati. Nelle partite secche vince sempre chi è più bravo al momento: non serve essere il più forte, serve dare tutto, con cuore, testa e gambe. Abbiamo dominato questa partita, ma non è ancora finita: voglio il triplete. Come e dove nasce un Afforese così bella? Ho preso in mano la squadra a novembre, io, lo staff e il direttore sportivo Mauro Favretto abbiamo creato una squadra partendo da una base forte e ritoccandola con alcuni giocatori nuovi. Abbiamo vinto due titoli, ambiamo il terzo: meritiamo tutto questo »