Under 14
20 Maggio 2025
RONDÒ DINAMO UNDER 14 • I gemelli Taranto, Iavernaro e Cartagena, gli eroi delle semifinali con il Leone XIII
Follia, pazzia, e i sinonimi che volete: vanno usati tutti, per definire quest’insensata semifinale, questo insensato Leone XIII - Rondò Dinamo. Un 3-0 di partenza avrebbe forse dato poco spazio all’immaginazione: una squadra che attacca alla disperata, l’altra che con serenità difende. E invece no, perché alla fine ha preso il sopravvento l’imprevedibilità: data da Jordan Taranto, che ha portato in avanti i giallorossi, ribadita da Bilangione, Corda Colombo e Scarnici, che hanno ribaltato il risultato. E nella follia di un 3-1 in una semifinale di ritorno, condito dall’espulsione di Noselli, a rimettere ordine ci ha pensato Iavernaro: una doppietta senza logica, ma un raziocinio che la partita ritrova sul 3-3. Un’ultima illusione data dall’incornata di Restuccia non basta: è 4-3 per il Leone, ma in finale contro l'Afforese degli invincibili vola la Rondò Dinamo.
Un pendio ripido: da scalare per il Leone, su cui scivolare, sfruttando la discesa, per la Rondò. È questo ciò che ha creato il 3-0 di tre giorni fa: ma nulla è scontato, nulla è deciso, fino al triplice fischio di questo ritorno. Perché i padroni di casa sono abituati a vincere, perché prima di domenica, i ragazzi di Rosiello non perdevano dall’8 dicembre. Gli ospiti i muscoli li hanno saputi mostrare - in stagione, come sul campo di Via Carlo Marx - ma le speranze di rimonta ci sono.
Un inizio lento, posticipato dal tempo a dir poco avverso, lascia spazio a quello che, come ci si poteva aspettare, è un primo tempo combattuto fin da subito. Perché grinta e speranza si scontrano, anche se sembra fin da subito prevalere la seconda: perché al quinto Gramaccioni pennella un cross perfetto, che Jordan Taranto ha il compito - annoso ma stupendo - di spedire in porta. È un 1-0 immediato, che sembra spegnere fin da subito ogni fiamma di rimonta: una sensazione, rispedita al mittente dalla stessa formazione di Via Rossetti, che si rilancia da subito alla ricerca quantomeno del pari. Perché la salita si fa ripida, ma ancora scalabile.
Un tentativo, simboleggiato dalla conclusione di Billo de Araujo, che la formazione di Acquaviva contiene, controlla, grazie a una difesa che, nelle fasi a eliminazione diretta, ha concesso, zero - sì, nessuno, nada - gol. E così, i sestesi risalgono e si riprendono quei metri che i padroni di casa si erano presi; ma una perla riapre, riaccende ogni discorso: al 18’ Billo de Araujo appoggia per Bilangione, che dal limite scarica un destro imparabile per Lapalombella. Cambia il risultato, cambia la statistica, ma sembra anche cambiare il canovaccio di una partita fino a questo momento rimasta tutto sommato equilibrata. Il Leone attacca, azzanna, anche se, ai punti e alle occasioni, i dati sorridono più agli ospiti: gran conclusione di Iavernaro, che Bencardino non blocca - sfavorito anche da una palla che rimane scivolosa - ma riesce comunque a mandare in angolo. Pressione e fiammate, gli opposti, ma alla fine a uscire vincitrice è proprio quella furia messa in campo dai padroni di casa: al 28’ su corner Corba Colombo spedisce in gol il vantaggio di casa, ma soprattutto riapre ogni discorso, vista anche l’espulsione di Noselli, colpevole di aver tentato di deviare con la mano il pallone fuori dalla propria porta. Ma nella carica, la Rondò ritrova il suo undicesimo uomo in campo: saltano gli schemi, salta anche quella tranquillità che un 3-0 ti può dare, ma proprio con la grinta la formazione di Acquaviva ritrova campo. E così, la Rondò chiude la prima frazione con un passivo che le sorride: ma nulla sembra più incerto che oggi.
E tutto rischia di riaprirsi ancor di più a venti secondi dall’inizio della ripresa, quando solo un grande intervento di Lapalombella evita a Billo de Araujo prima e a Carli poi il gol del 3-1. Un centro che però arriva una manciata di secondi dopo, quando Scarnici incorna il sigillo che riapre ogni discorso, rimette tutto in discussione: a scacciare ogni fantasma, ad allontanare ogni spirito dalla finale a tinte giallorosse, ci pensa però Iavernaro, un tiro a giro incredibile, imprendibile, che riallontana così il Leone dalla finale. Un inizio senza senso, l’apice di una semifinale senza logica.
Un secondo tempo fuori di testa non poteva che continuare proprio così: perché i ragazzi di Acquaviva, in dieci, si riprendono di nuovo campo. Pazzia, follia, definizioni che non bastano per raccontare la semifinale, ma che non bastano nemmeno per definire il primo e il secondo gol di Iavernaro: una conclusione da fuori area, da posizione diversa a quella del primo sigillo, ma che porta allo stesso risultato. Bencardino spiazzato e pallone in rete.
E ora, il Leone si scopre, si deve scoprire; ma il vero problema è che gli arancioblù sembrano aver perso quella sicurezza, quella freddezza con cui avevano trovato il doppio vantaggio. Una luce, una fiamma di speranza che però al 22’ Corba Colombo che, trovato dal lancio millimetrico di Riva, si deve arrendere solo di fronte al super portiere ospite, che manda in corner il tentativo del centrocampista. Ma la luce si riaccende, la riaccende la testa di Restuccia, che in campo da trenta secondi, manda in rete il gol del 4-3. Un nuovo vantaggio che ridà linfa, ridà forza ai padroni di casa, che si ributtano immediatamente nell’area ospite. Ma stavolta, il fortino di Acquaviva è più forte, è più saldo e così, il vantaggioso svantaggio regge. «Siamo di Sesto San Giovanni, e mai nessuno ci fermerà» si canta sugli spalti mentre la qualificazione scivola proprio verso via Carlo Marx. Una sconfitta non può essere più dolce di così, cara Rondò: sei in finale.
LEONE XIII-RONDÒ DINAMO 4-3
RETI (0-1, 3-1, 3-3, 4-3): 5’ Taranto J. (R), 18’ Bilangione (L), 28’ Corba Colombo (L), 1’ st Scarnici (L), 3’ st Iavernaro (R), 8’ st Iavernaro (R), 25’ st Restuccia (L)
LEONE XIII (3-5-2): Bencardino 6.5, Lalli 7.5, Carli 7, Bilangione 8 (20’ st Sapienza sv), Davighi 6.5, Scarnici 8.5, Zicchiero 6 (10’ st Filippini Fantoni 6), Corba Colombo 8 (25’ st Berlinghieri sv), Billo de Araujo 7.5, Riva 6.5, Grattarola 6 (24’ st Restuccia 7.5). A disp. Montuori, Bilangione T., Bonicelli, Favagrossa. All. Rosiello 7.5. Dir. Grattarola.
RONDÒ DINAMO (4-3-2-1): Lapalombella 7, Anas 6.5, Noselli 6, Pagella 7, Zannini 8, Taranto B. 7.5, Iavernaro 9 (10’ st Lovascio 6), Damato 6.5, Taranto J. 8.5, Cartagena 6.5 (21’ st Russo sv), Gramaccioni 7.5 (12’ st De Grandi 6.5). A disp. Ghiura, Brigandi, Saleh, Spada, Panucci, Zambotti. All. Acquaviva 8.5. Dir. Iavernaro.
ARBITRO: Aroni di Milano 6.
AMMONITI: Zicchiero (L), Sapienza (L), Noselli (R).
ESPULSO: 28' Noselli (R).
LEONE XIII
Bencardino 6.5 Aldilà dei gol, su cui poteva far poco - anche sul terzo, dove il pallone prende una traiettoria stranissima, che lo inganna e lo spiazza - rimane attento e concentrato in tutti i momenti della gara: da premiare soprattutto quell’ottimo posizionamento che gli dà un’arma, una chance in più sia nelle uscite sia nei calci piazzati.
Lalli 7.5 Una certezza lì, in quella fase difensiva che si priva sempre più di uomini col passare dei minuti. Nel caos di una partita senza logica, lui con raziocinio gestisce la fase più arretrata: puntuali le sue uscite sull'esterno, spesso lasciato scoperto da un Carli in modalità ultra-offensiva, ma anche le sue fughe all'indietro a difendere la porta di Bencardino.
Carli 7 Fin dai primi minuti di gara gioca altissimo, quasi sulla linea degli attaccanti; una posizione che certo, lo costringe agli straordinari in difesa, ma gli dà la possibilità di essere molto, tanto presente in fase offensiva: è suo il tap-in su cui ancora Lapalombella risponde presente e che regala al Leone l’angolo da cui scaturirà il 3-1.
Bilangione 8 Sotto i riflettori non ama stare, ma preferisce lavorare di equilibri, di gestione: eppure, ci entra con una parabola imprendibile per il portiere ospite, che accende gli animi del suo Leone e dà ancora speranza di rimonta. Poi torna in quel lavoro di quantità, quel lavoro sottotraccia che lo impegna per tutta la sua gara (20’ st Sapienza sv).
Davighi 6.5 Molto largo nel trio difensivo: una posizione che lo premia, perché è in grado da un lato di dare un bel contributo, importante, alla gestione di Jordan Taranto, ma dall’altro gli permette di tenere Cartagena, sospettato numero uno in questo ritorno vista la doppietta all’andata, lontano dalla porta, da dove può far male.
Scarnici 8.5 Un inaspettato ma pazzesco killer instinct che, pur non così comune fra i difensori, gli dà la la possibilità di riaprire tutto. Questo istinto più da bomber che da centrale - e attenzione perché il difensore lo fa molto bene - si rivede nei minuti finali, dove con una conclusione rischia un nuovo doppio vantaggio Leone.
Zicchiero 6 Tanta corsa, tantissima: pochi spazi dal suo lato, dove c’è un Roselli che fino alla clamorosa espulsione sta dando tantissimo alla sua squadra. Eppure con una bella giocata di corpo si prende un fallo interessante una bella punizione dal limite che crea grattacapi alla difesa ospite.
10’ st Filippini Fantoni 6 Riprende quel lavoro da seconda punta che tanto era servito nella tattica al Leone: più lontano dalla porta, certo, ma comunque presente con dei cambi gioco che liberano così le cavalcate offensive degli esterni.
Corba Colombo 8 Un jolly per Rosiello, un giocatore a cui vengono date prima le chiavi del centrocampo e poi le chiavi dell’esterno destra: il risultato? Sempre lo stesso, tanta tanta grinta che al Leone serve, di cui leone si nutre. Al leone serve anche quell’incornata decisiva che ridà il vantaggio agli arancioblù (25’ st Berlinghieri sv).
Billo de Araujo 7.5 È mancato solo il gol al bomber di via Rossetti, che ha dato tutto per i suoi compagni: sempre pronto a fare a sportellate, sempre pronto a scappare in profondità. Mai senza paura mai senza timore. Un appoggio perfetto, poi, quello su cui Bilangione sigla il gol dell’1-1.
Riva 6.5 No fear, mai, anche quando a lui viene data la prima gestione palla, anche quando a lui viene dato il compito di rientrare velocemente e coprire così sugli spazi lasciati vuoti dalla difesa. Mai ansia, sempre pronto a sacrificarsi. E poi, coi giri giusti, quella pennellata che manda in profondità Corba: una perla.
Grattarola 6 Pochi spazi, pochissimi palloni giocabili: tanto movimento però, una posizione che cambia. Si muove tanto e questo serve al suo Leone, proprio perché quel suo muoversi crea fastidio alla difesa giallorossa, costretta a seguire lui e liberare così spazi per le incursioni di Billo de Araujo.
24’ st Restuccia 7.5 In campo da trenta secondi, si inserisce e insacca così il gol del nuovo vantaggio Leone: mica male no? Fiuto da bomber che cerca in qualche modo di confermare nei minuti successivi, trovando però un muro di maglie giallorosse a negargli la doppietta.
All. Rosiello 7.5 E alla fine, il Leone rimane imbattuto a casa propria: una partita nervosa, visto il pre-match e ciò che c’era in palio, in cui lui è sempre sembrato il pacificatore arancioblù. Il suo leone segna quattro gol a una squadra forte, compatta, e lo fa con soluzioni diverse, con difensori, centrocampisti e attaccanti: i suoi giocano bene e devono uscire da questa competizione a testa alta.
RONDÒ DINAMO
Lapalombella 7 Una sicurezza, quella che trasmette ai compagni: perché subisce quattro gol, è vero, ma ne evita forse altrettanti. Ma soprattutto è un capitano vero, in grado di gestire gli animi della sua squadra; anche quando perde le staffe, le riprende subito, perché serve essere leader.
Anas 6.5 Pochi, pochissimi spazi trova in fase offensiva: tanto il lavoro però davanti alla propria porta nel gestire quel 3-0 che sembrava essere sempre più in pericolo. Quantità.
Noselli 6 Aveva confermato ciò che si pensa spesso: è un terzino forte, abile, abilissimo in entrambe le fasi. Perché in nemmeno mezz'ora aveva scalpitato su tutto l'out di sinistra, rendendolo, anche lontano da Sesto, nuovamente casa sua. Certo quel rosso pesa, pesa soprattutto su quella che sarà poi la finale di sabato.
Pagella 7 Una roccia, un combattente senza elmo ma con le spalle larghe nella nel centrocampo giallorosso: anche quando diventano solo due gli interpreti, è lui a fare interdizione, è lui a lottare per non far passare nessuno ancor prima dei suoi compagni di difesa, sfruttando quella fisicità che tanto gli dà nel controllo dell'area mediana del campo.
Zannini 8 Tieni il tempo (di uscita) con le gambe e con le mani: un tempismo perfetto quello che ritma le sue giocate, che ritma l’attacco e l’anticipo sui portatori palla avversari. Quando gli arancioblù attaccano al centro, lui è sempre puntuale ad andare a riprendersi quel pallone. Always On time.
Taranto B. 7.5 Un libero d'altri tempi, una figura mistica nel calcio di oggi che prende forma però sul campo di via Rossetti: e funziona bene, perché lì, come guardiano della porta giallorossa è una sicurezza, una sentenza nei minuti finali, dove guarda le spalle ai compagni, anche accettando di salire a pressare, nonostante l'inferiorità numerica.
Iavernaro 9 Ci aveva provato in tutti modi nei minuti iniziali della prima frazione: da lontano, da vicino, con le sue sgroppate verso la porta avversaria. Quei metri concessi da un ultraoffensivo Carli, se li è presi tutti. E poi c’è riuscito, nel momento forse più difficile per la sua Rondò con due autentici gioielli: soprattutto il primo, un tiro a giro che viaggia a fil di palo e s'insacca in rete. Pazzesco.
10’ st Lovascio 6 Entra con la grinta giusta, con il mindset che serve in quel momento della partita: un match, un istante del gioco, che legge bene fin da subito. Perché le sue energie vengono messe sempre a servizio della zona più interessata. Segue l'offensiva, ma rientra velocemente. E così l'out di destra rimane coperto, rimane difeso da un uomo in più.
Damato 6.5 Come se la partita fosse un libro e lui un abile studente, ne legge ogni pagina, ogni momento: nei minuti iniziali pressa, dà fastidio nella prima uscita palla del Leone, ma quando la sua Rondò rimane in dieci, quando l'obiettivo diventa difendere, cambia volto, si trasforma, per trovare un'altra posizione altrettanto utile in campo. Gestione.
Taranto J. 8.5 Sgroppa, scalpita sempre quando si tratta di attaccare la porta avversaria: lo fa anche da solo, onorando quel numero nove che nel calcio ha una certa dose di sacralità. Lo onora coi gesti, con quel modo di offendere proprio dei bomber, ma lo onora soprattutto nel modo tipico di ogni attaccante: segnando un gol pesante.
Cartagena 6.5 Il Leone lo conosce, una doppietta all'andata lo aveva presentato ai ragazzi di Via Rossetti: lo raddoppiano, ogni tanto lo triplicano, per rendergli difficile ogni giocata. Però, quando gli arancioblù devono dargli spazio, sui calci piazzati, è lì che emerge la sua qualità, quella che gli consente di pennellare palloni interessanti a centro area (21’ st Russo sv).
Gramaccioni 7.5 A servizio della squadra, sempre: perché nei minuti iniziali pennella un assist perfetto per Jordan Taranto - dagli spalti, increduli, si chiedono «ma che palla ha pennellato Grama?!» - e poi, quando la sua squadra rimane in dieci, finisce lontano dalla porta, a fare il terzino. Una duttilità disarmante, perché quel nuovo ruolo che prende sulle spalle lo interpreta alla perfezione, finché non esce zoppicante dal campo.
12’ st De Grandi 6.5 Entra quando il Leone ha trovato un nuovo assetto e spinge, con forza, su quel lato, su cui si trova spesso a contenere due o tre arancioblù: le forze fresche e la qualità gli danno una mano a portare a casa quel difficile compito.
All. Acquaviva 8.5 Dopo il 3-1 del Leone, nessuno si sarebbe aspettato un ritorno così di forza: due gol in cinque minuti e un pareggio che ha reso alla fine impossibile la rimonta. Una magia, un mago in panchina che ha dato ai propri ragazzi una calma indescrivibile, ma resa chiara dal campo: la Rondò gioca in dieci per un tempo e poco più, ma non sembra. Soffre, ma è organizzata. Un biglietto da visita di quello che accadrà sabato?
ARBITRO
Aroni di Milano 6 Gestione rivedibile di una gara indubbiamente complessa: parte bene, con un metro severo, ma chiaro, soprattutto nell'uso dei cartellini, ma al '28 succede di tutto. Il Leone segna, lei sembra prima non convalidare il gol, espellendo Noselli e assegnando rigore, poi cambia idea, non sul cartellino - anche qui, non si capisce se si tratti di doppio giallo, il che sarebbe lecito, da regolamento, o rosso diretto: il terzino è già ammonito, ma il cartellino è direttamente quello rosso - ma sul gol. Da lì gli animi si accendono, anche se nel secondo tempo sembra riprendere, in parte, il controllo della partita.
Nonostante la mancata qualificazione, Rosiello, allenatore del Leone XIII, si ritiene soddisfatto dei propri ragazzi: «Ci siamo andati vicini, siamo stati bravi: è mancato qualcosa, ma noi siamo contenti, abbiamo raggiunto un obiettivo insperato a inizio anno. Ci credevamo alla rimonta e ci siamo andati vicini, purtroppo il risultato alla fine non ci ha sorriso. Io sono soddisfatto dei miei ragazzi, sono orgoglioso di loro: ci è mancato qualcosa alla fine, ma faccio i complimenti all'avversario per ciò che il campo ha regalato stasera».
Felicissimo della qualificazione e della solidità della sua Rondò Acquaviva: «Sono contento dei ragazzi, hanno fatto uno step nelle tre partite allucinante: non ci siamo mai sentiti una seconda, perché a quattro giornate dalla fine eravamo primi. Davano tutti il Calvairate per finalista e abbiamo vinto, all'andata con Leone abbiamo vinto 3-0, oggi siamo passati in vantaggio, siamo rimasti in dieci e l'abbiamo ripresa. Lo spirito agonistico c'è e farà la differenza in finale. Abbiamo trovato gli equilibri e in finale sarà una bella partita: peccato, ce ne manca uno, ma vince lo spirito di gruppo e speriamo che sabato sia una bella giornata per noi».