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Under 17

Tre anni fa prodigio in oratorio, oggi incanta Milano: il classe 2008 che ha sconvolto la Lombardia

L'esordio con i più grandi di quattro annate, l'approdo nei provinciali e la Rapp: l'ascesa di Lorenzo Sandu

Lorenzo Mario Sandu; SEMPIONE UNDER 17

SEMPIONE UNDER 17 • Lorenzo Mario Sandu, il "Direttore d'orchestra" del Sempione tra l'oggi in Rappresentativa (sx) e ieri all'Oratorio San Filippo Neri (dx)

«È come la musica. La domanda non è come si scrive ma se la senti». Chi sa, riconosce perfettamente la citazione presa dal film campione d'incassi Oppenheimer e come nello specifico si parli dell'algebra. Bene, in questo caso niente di più diverso dalla fredda esattezza matematica, ma quanto di più vicino alla seconda parte dell'estratto: basta sostituire l'algebra con il calcio, non è solo il come si gioca, ma se lo senti, e sentirlo vuol dire essere speciali. Vuol dire passare dal giocare in oratorio - e farlo in modo sconvolgente con ragazzi di quattro, sì quattro, anni più grandi - a farlo sul palcoscenico di Milano, non solo quello provinciale ma l'intera ribalta lombarda. Significa essere Lorenzo Mario Sandu, il centrocampista più lucente del meneghino, il "Direttore d'orchestra" del Sempione e della Rappresentativa di Milano. La stessa città che in pochissimo tempo si è vista sconvolta dalla brillantezza del suo estro.

ENFANT PRODIGE: TUTTO DA QUELLA PARTITA IN ORATORIO

Lorenzo Sandu (Il primo in basso a sinistra) il giorno dell'esordio con la San Filippo Neri allenata da Emilio Langella

Il viaggio del Direttore d'orchestra parte da ben lontano rispetto a Quarto Oggiaro e al Sempione. Parte dalla Romania e da Slatina, sua città natale, pur rappresentante solamente un momento di passaggio perché è in Italia che Sandu approccia col mondo del pallone a circa 6 anni. E la sua prima maglia è quella della San Filippo Neri, una realtà oratoriale del Quartiere Bovisasca di Milano, ma che si accompagna allo stesso con la scoperta, nell'estate del 2021, di essere affetto da Diabete: «Quando l'ho scoperto all'inizio è stato pesante - ammette Sandu - ma andando avanti mi sono messo in regola, anche se certe volte non è facile la malattia la sto tenendo a bada».

Situazione che però non impedisce ad Emilio Langella, allora l'allenatore della squadra Under 19 nel CSI nonchè amico del fratello e giocatore di quella squadra Alex Sandu, di decidere di portare il classe 2008 ad allenarsi con un gruppo di ragazzi classe 2004/2005 e quindi quattro anni più grandi: «Alex mi aveva detto che suo fratello era in difficoltà, così nonostante qualche scetticismo iniziale da parte della società e della famiglia viste le condizioni gli ho chiesto se volesse allenarsi con noi, me lo ricordavo bravo. Verso gennaio è venuto, i primi allenamenti è stato difficile perché ancora si doveva conoscere. Poi a inizio febbraio è arrivato il momento della prima partita, in cui nonostante non l'abbia fatto giocare per non bruciarlo, la famiglia mi ha chiesto di provare a coinvolgerlo». Nello specifico quella partita finisce 1-1 ma nella successiva, contro la seconda in classifica tutto cambia, si accendono le luci della ribalta. «È subentrato e ha fatto quello che ha voluto, la partita la vinciamo 5-1 e lui oltre a due assist ha fatto delle cose micidiali, dava la sensazione di pattinare in campo. È speciale, arrivava al campo dimostrando grande personalità e carattere anche con i più grandi». E di quella squadra poi farà parte anche Alessandro Carminati, difensore colonna portante del Sempione Under 17...ma questa è un'altra storia.

Tutto in un attimo, tutto in un lampo: «Mi allenavo con la squadra di mio fratello, che è quello che mi ha convinto a giocare e a cui ho anche dedicato un tatuaggio come ha fatto lui quando ho segnato il mio primo gol, ma non ho potuto giocare all'inizio - rivela Sandu - poi sono entrato in quella partita e il resto è storia (ride, ndr). Avevo un'adrenalina incredibile che mi spingeva nel modo di giocare contro i più grandi. Devo ringraziare anche Emilio (Langella) che a me ci ha tenuto sempre tanto, è stata la prima figura a darmi consigli ed è lui che mi ha fatto fare esperienza».

CUORE GRANDE, PIEDE MAGICO

Il fratello Alex Sandu mostra il tatuaggio dedicato al fratello Lorenzo

Il fiore di Sandu inizia a sbocciare in quella stagione - che conclude con 4 gol all'attivo - ma è l'anno dopo, il 22/23, in cui si assiste alla prima fioritura importante del suo talento. E il preambolo ha dell'incredibile: «Alla fine della stagione precedente ci siamo riuniti per capire cosa fare l'anno dopo. Molti sono stati onesti nel voler provare un'avventura a undici o ancora nel voler rimanere, Lorenzo mi ha detto che voleva misurarsi con i suoi pari età, vivere il suo gruppo. Mi aspettavo andasse da qualche altra parte e invece - ed è questa la sua grandezza - ha fatto tutta l'estate ad andare in giro per il quartiere da solo, con la sua bicicletta, e ha reclutato una squadra di 2008 per la San Filippo Neri. Ha tirato su una squadra che non c'era trovando anche un allenatore come Federico Bocelli, un volontario, rendendo vita ad un campionato straordinario».

Roba da sangue blù, da chi ha un cuore grande così e che alla fine da una buona azione si vede ricompensato. Sandu gioca una stagione clamorosa arrivando a quota 35 gol, giocando come esterno sinistro nel 4-2-3-1, e arrivando sino alla semifinale della Coppa Plus, competizione prevista per le vincenti dei gironi. «Lorenzo faceva proprio il leader - continua Langella - con la dieci sulle spalle e la fascia da capitano. Quell'anno lui e Carminati sono arrivati terzi da soli, a quel punto poi purtroppo la squadra si è sciolta e lui ha scelto di andare al Club Milano».

Sandu in azione con la San Filippo Neri

E da lì poi il grande salto in FIGC e la chiamata a marzo del 2023 di Stefano Ciccarello, allora dirigente dell'Accademia Club Milano - sotto il nome di Quarto Sport - che lo porta a giocare da sotto età con la sua Under 17, partecipante ai Provinciali di Legnano. «Sono andato a provare al Club Milano ma c'era un problema con il tesseramento - continua Sandu - così fino alla fine della stagione alternavo gli allenamenti con loro all'oratorio, fino ad arrivare finalmente a disputare i tornei con il Club».

IL SALTO

Sandu danza sul pallone in tenuta blues

Sipario poi sulla stagione 23/24 in cui Sandu gioca ancora una volta da sotto età, con la squadra che conclude terza a un solo punto dal Garbagnate campione. «Il primo anno a undici è stato difficile - ammette il classe 2008 - e poi mi sono anche fatto male all'inguine nel primo allenamento della stagione. Ma è quell'anno, con Ciccarello, ho iniziato a giocare da play davanti alla difesa». L'ultimo grande passo - quello del cambio di ruolo - e il preludio a quello che sarebbe stato l'immediato futuro. Quindi l'acquisizione del Quarto Sport da parte del Sempione, quindi Lorenzo Sandu a dispensare magie ora con i colori blues cuciti addosso.

E la storia anche in questo caso no cambia perchè il figliol prodigo della San Filippo Neri prende per mano l'Under 17 del Sempione trascinandolo ad una stagione sensazionale. E per la squadra che finisce seconda a soli due punti dalla Barona campione - in virtù del 2-2 nello scontro diretto all'ultima giornata - e per il Direttore d'orchestra che conclude l'annata segnando 21 gol in 25 presenze. Da cervello pulsante della squadra, da fonte inesauribile di occasioni, dando sempre la sensazione di essere pronto a sconvolgere la partita trattando il pallone con i guanti bianchi. «Giochiamo in base a come si muove lui», parole del tecnico Antonio Villani. Dichiarazioni emblematiche che si concentrano in un 4-3-3 camaleontico in cui Sandu si muove a fisarmonica, in cui ondeggia tra mediano e trequartista, «Amo attaccare lo spazio ma anche impostare», in un ibrido di infinita classe e bellezza.

ECCO A VOI IL DIRETTORE D'ORCHESTRA

Il Direttore d'orchestra, Lorenzo Mario Sandu

«Quest'anno devo essere onesto pensavo di fare meno gol rispetto al passato - ammette Sandu - alla fine della stagione invece mi dico che avrei potuto segnarne anche di più (ride, ndr). Però va bene così, è cambiato tutto perchè ho dovuto essere più attento anche a giocare con la squadra. Peccato perché avrei voluto portare a casa il campionato, anche se la Barona poi si è dimostrata più preparata nel saperlo vincere».

Ma la grandezza di Sandu non si ferma solamente a Quarto Oggiaro, perchè a non potersi non accorgere di lui è Michele Dargenio, selezionatore della Rappresentativa di Milano che lo convoca immediatamente al primo raduno di metà novembre. E diventa sin da subito il punto cardine della squadra, perché cambia il teatro ma la musica è sempre la stessa. Armoniosa, in un 4-3-3 in cui parte mezz'ala ma di fatto è sempre e comunque il punto di partenza, il principio della trama meneghina. Un essere imprescindibile che si traduce nella fascia da capitano assegnatagli appena dopo la seconda amichevole con la Triestina. «Non me l'aspettavo, mi ha riempito d'orgoglio». Ma così come successo col Sempione il sogno s'infrange all'ultima curva pure al Torneo delle Province, dove non basta la sua doppietta per piegare Como che ha la meglio ai rigori dopo il 3-3 dei supplementari. «Ci abbiamo provato, ma alla fine non è bastato, avrei tanto voluto vincere la Coppa».

Il destino ha avuto altri piani questo è vero, ma il tempo e il campo hanno mostrato a tutti la nascita di un compositore incredibile. Avvolgente, spostante, elegante e dirompente. I successi arriveranno, la gloria pure, intanto però è chiaro il concetto: Lorenzo Mario Sandu la musica la sente, eccome se la sente, e presto o tardi la sua la udiranno in tutta la Lombardia.

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