Cerca

Under 19

Nessuno come lui! Tre trofei, un Titolo che mancava da 17 anni ed è nella leggenda di Milano

Regionali e campione provinciale al primo tentativo da allenatore in Under 19: come Marco Conte ha trasformato l'Orione

Marco Conte; ORIONE UNDER 19

ORIONE UNDER 19 • Marco Conte, double alla prima stagione con l'Under 19 biancazzurra (CREDIT FOTO: Angelo Ortenzi Orione)

Mida. Il re della Frigia, colui che era in grado ti trasformare in oro tutto ciò che toccava. Uno dei miti più affascinanti e intriganti del mondo antico, tant’è che ci si domanda se quel sovrano dell’8° secolo sia esistito davvero. Ma la risposta c’è seppur lontana secoli e secoli, è sta tutta a Milano, sta tutta in un allenatore che regnante lo è diventato, e lo ha fatto in modo tremendamente impattante: è in Marco Conte, il tecnico che negli ultimi due anni ha saputo tramutare in grande ricchezza le risorse dell'Orione, vincendo prima al secondo anno con i 2007 - ricostruiti nella mentalità e nei suoi interpreti dopo l'ottavo posto "di apprendistato" della stagione precedente - a cui per un soffio non è riuscito di vincere anche il Titolo Provinciale e poi, centrando uno storico double con l’Under 19 biancazzurra: Regionali e quel Titolo sfuggito un anno fa, consacrando ancora di più l'Orione come una delle stelle più brillanti del firmamento meneghino, consacrando una categoria che da anni vagava nel limbo. Quello stesso che oggi, è solamente un ricordo.

«AMMA FATICÀ»

Una frase, un'ideologia, un credo da perseguire. Non è solo quella del Conte Antonio da Napoli,ma anche e soprattutto quella del Conte Marco in quel di Milano. In quel di via Strozzi, in cui nell'estate 2024 ha origine la preparazione dell'Under 19 che dopo due anni con Walter Benassi al timone - un sesto e uno quarto posto i piazzamenti finali - si prepara ad affrontare il campionato con nuovo timoniere, reduce dal trionfo andato in porto con l'Under 17. «Non ho avuto problemi nell’accettare il posto per la Juniores - dichiara Conte - perché avrebbe voluto dire la possibilità di continuare un percorso con i ragazzi che negli ultimi anni ho avuto la possibilità di crescere, fare quello step successivo con loro. Perchè comunque sia sicuramente avrò il merito di aver fatto qualcosa, ma il più grande ce l'hanno i giocatori, crescere continuamente con loro era ciò che di più bello potesse esserci. In più a me le sfide piacciono, il campionato Under 19 qui mancava dal 2008, così come quello degli Allievi che abbiamo vinto mancava dal 2012. Ho voluto affrontare questa sfida e l’abbiamo vinta tutti insieme».

E dunque ecco che Conte prende in mano una squadra il cui organico tra 2005 e 2006 trabocca di qualità, a cui si aggiunge la spina dorsale dei suoi fedelissimi del 2007: Lorenzo Sala in porta, Mattia Boella - confermato poi capitano anche del nuovo corso - e Fabrizio Moy in difesa, Stefano Licciardi, Leonardo Politanò, Niccolò Procopio in mezzo e Andrea Iazzarelli davanti. Ma non solo, perchè l'aiuto dal mercato non manca. Ecco infatti Matteo Bottaro dalla Masseroni dietro, Andrea Pierucci dall'Assago a centrocampo e Davide Figliola, centravanti reduce da 28 gol con il Bonola l'anno precedente. «Non c'era tanto da migliorare, abbiamo messo concorrenza e numero nei ruoli».

Nasce una squadra potenzialmente devastante, a cui il tecnico, però, deve mettere subito mano in modo importante, dalla nuova difesa a 3 ma non solo: «Il primo allenamento lo abbiamo fatto a giugno - specifica Conte - ed è stata tosta perchè l'intensità non c'era. I 2007 si vedevano che viaggiavano il doppio o addirittura il triplo rispetto agli altri, anche i nuovi arrivi, ho questo ricordo di Figliola che dopo venti minuti di allenamento viene da me a dirmi "non ce la faccio" (ride, ndr). Quando ci siamo visti insieme ai dirigenti ci siamo detti "amma faticà", abbiamo fatto un lavoro di ricostruzione partendo dalle fondamenta. La proposta di un gioco a tre dietro, un gioco offensivo necessita dei meccanismi che vanno rispettati, anche se non abbiamo sempre giocato così. Abbiamo ripreso tutto dalla parte fisica, dove comunque ho avuto anche la fortuna di collaborare con il nostro Gerry Favale, il mister dei 2016, che è una persona molto preparata. Ha preso la squadra a dicembre e ci ha dato una mano molto importante, siamo riusciti ad avere una condizione ottimale da settembre a maggio e senza alcun infortunio muscolare. Ringrazio quindi Gerry, va menzionato come tutti quelli che hanno fatto parte di questo grande viaggio. Dal vice presidente Paracchino, al Ds Michielin, i dirigenti Licciardi, Nunzio (Gullo), Ivano (Verzanini), c'è un lavoro dietro che neanche ci si immagina».

Staff allargato: da sinistra Antonino Russo, Marco Conte, Frank Michielin, Ivano Verzanini e Nunzio Gullo

UNA CAVALCATA SENZA PRECEDENTI

Ed è un cammino quello dell'Orione di Marco Conte che si sviluppa in modo trionfale, a partire dalla prima partita in Coppa Lombardia il 7 settembre - vinta 3-1 con il Real Crescenzago - fino ad un girone d'andata dominato in lungo e in largo. La squadra c'è, la squadra è forte, vince convincendo e anche soffrendo, inanellando vittorie su vittorie trascinata da un gruppo fuori dal comune. Il tutto culmina in una prima parte di stagione in cui le vittorie sono 12, consecutive, sulle 13 gare disputate in un girone che tra Zibido, Idrostar, Iris, Buccinasco e compagnia si prospettava e si prospetta una montagna da scalare. L'unica partita senza i tre punti in tasca è quella che chiude il 2024, nello scontro diretto in casa con il Buccinasco, il 14 dicembre: Orione avanti 2-0 all'intervallo ma che si fa rimontare sul 2-2. Punto che toglie la perfezione ma non il ruolino di marcia straordinario: «Finita la partita con il Buccinasco io vado nello spogliatoio e chiedo scusa ai ragazzi - ammette Conte - perché sbaglio io due cambi, la squadra aveva fatto la sua partita. Vengo definito un mister non umile per allenare certe società ma ho ammesso i miei errori, i cambi non erano sbagliati ma ci siamo abbassati troppo e li abbiamo attirati verso la nostra porta. I ragazzi erano arrabbiati e forse ha fatto bene, perchè certe volte serve lo schiaffo per rimetterti sulla strada. E così è stato perchè la prima di ritorno lo Zibido viene qui e vinciamo 5-0».

Fabio Licciardi e Marco Conte

E quindi la grande macchina del leone orionino riparte bella che spedita centrando 8 vittorie di fila e costruendosi la possibilità di laurearsi campione già il 29 marzo, data della trasferta in casa della CB Academy. Ma così non è, perché con i rossoneri finisce 2-2 in rimonta all'ultimo, e la settimana successiva ecco il primo ko stagionale, un rocambolesco 5-4 in favore dell'Iris che rimanda tutto alla settimana successiva. Alla penultima partita del 12 aprile con il Victoria, alle porte dopo il primo vero momento di difficoltà con cui fare i conti, visto la rincorsa che contemporaneamente stava provando ad architettare il Buccinasco, passato da un distacco di -11 a un -6 e con ancora lo scontro diretto da giocare. «Il nostro è stato un girone difficile - continua Conte - perché abbiamo affrontato squadre come Iris, Zibido, Buccinasco, CB Academy, Freccia Azzurra...in molte da loro hanno perso punti. È stato combattuto fino all'ultimo, siamo arrivati verso la fine che ci mancava solo un passo e ci sta che tutti non eravamo molti concentrati. Po, prima di allenare giocatori alleno uomini, il nostro atteggiamento è stato quello di continuare a lavorare forte in allenamento, ho detto ai ragazzi che quel momento ci avrebbe fatto crescere. Niente scene, niente di niente, abbiamo parlato e ho chiesto di non abbassare la guardia. Con il Victoria è arrivato il punto della festa, e penso che per come lo avevamo messo questo campionato avremmo potuto perderlo solo noi.

Quando ho capito l'avremmo vinto? Quando Politanò fa gol su punizione alla fine contro la Freccia Azzurra (2-1 il 9 novembre), lì ho capito che sarebbe stato nostro, che avevo il gruppo invece l'ho capito nella partita di Coppa con l'Ardor Bollate, vinciamo 2-1 e ho visto una squadra capace di soffrire insieme. Quella competizione ho il rimpianto sia arrivata in un momento di stanchezza fisica e mentale, comunque siamo usciti contro lo Schiaffino che è un'ottima squadra, peccato perchè potevamo andare in fondo anche a quella. Alla fine nessuno ha fatto il triplete, anche se pure la Coppa Disciplina noi ce la siamo portata a casa (ride, ndr)».

DAL VICTORIA ALL'AFFORESE: STORIA

Il finale della gara col Victoria dice 3-3, ma la festa inizia ancora prima perchè il pareggio tra CB Academy e Buccinasco sancisce il matematico trionfo dei biancazzurri: «È stato bello e diverso perchè l’anno scorso lo vivevamo non sapendo se la vittoria sarebbe arrivata perchè per il gruppo era una cosa nuova giocare a quei livelli. Quest'anno ci siamo messi anche nella condizione di poter anche sbagliare, l'abbiamo vissuta col "quando arriverà", ed è stato comunque fantastico vincere un campionato in una categoria molto difficile, per molti aspetti, da quelli tecnici a quelli mentali e umani, una stagione difficile. Due strade diverse ma che hanno portato lo stesso ad essere felici. Quale ho sentito di più? Il Titolo Provinciale perché arrivavamo da sfavoriti contro una squadra fortissima». E si arriva lì, alle fasi finali in cui l'Orione ritrova il Buccinasco in semifinale  - l'unica squadra mai battuta in campionato - in una sorta di dejavù della rivalità infinita con la Triestina del 23/24, e decide di riscrivere la propria storia. Andando a vincere sia all'andata (1-0) che al ritorno (2-3) con i rossoblù staccando il pass per la finale con l'Afforese, reduce dalla vittoria oltre che del campionato anche della Coppa Lombardia.

E il resto...è storia, è Vanoli che segna il primo ed è Angiolini che fa il secondo, è Sala che fa i miracoli ed è una squadra che lotta, resiste, attacca e alla fine la vince 2-0, alla fine vince il Titolo Provinciale. «Quello che insegno ai miei ragazzi è che quello che c'è da prendere si prende - specifica Conte - farli sedere e dire che bastava il campionato no, anche l'anno scorso contro una signora Vigor fino a due dalla fine eravamo in gara per vincere il Titolo. Quest'anno, dopo la sconfitta con il Buccinasco nell'ultima giornata di ritorno abbiamo avuto lo schiaffo giusto, ci ha permesso di vincere le semifinali. I ragazzi si sono rimessi sotto a lavorare e sono venuti da me dicendomi che avremmo vinto tutte e due le partite delle fasi finali, gli ho detto che ero consapevole di questa cosa perchè conosco bene la mia squadra. La finale con l'Afforese è stata tosta emotivamente, ho detto ai ragazzi che avremmo potuto giocarci la finale con i fuoriquota della prima squadra oppure no, tutti sono stati d'accordo nell'andare unicamente con le nostre forze. La partita? Volevamo lasciare la palla a loro e colpire alla prima uscita sbagliata adattandoci per capire come far male, e così abbiamo fatto. Il gruppo è stato fondamentale e ne vado orgoglioso».

UN LEADER RICONOSCIUTO E RICONOSCIBILE

È ciò che è diventato Marco Conte per l'Orione, per la Juniores ma soprattutto per i suoi giocatori. Esempio lampante Matteo Angiolini, capocannoniere della squadra con 17 gol - uno dei tanti ad essere andato in doppia cifra in questa stagione - e capace di trasformarsi completamente rispetto alle sue versioni precedenti. «Che Angiolini fosse un giocatore fortissimo nessuno l'ha mai messo in discussione - specifica Conte - però lavorava bene con la palla e malissimo senza, quello che è stato fatto con lui è stato renderlo uno che arrivava al limite dell'area nostra per recuperare palla. E questa è una grande soddisfazione, aver creato un gruppo di persone pronte a dare tutto. E io con Angiolini ci ho litigato, in senso buono ovviamente, mi ricordo che con il Real Crescenzago quando lo chiamavo non mi rispondeva, andava ma non tornava. Da queste discussioni si è creato un qualcosa che gli ha permesso di vivere una stagione a pieno»

Marco Conte e il vice presidente Paracchino esultano dopo il successo di Buccinasco in semifinale

E lo stesso Angiolini non risparmia elogi nei suoi confronti: «Da quando ha iniziato ad allenarci ad inizio anno abbiamo sempre pensato che sarebbe stata l’annata giusta per poter fare qualcosa di grande. Perché c’è sempre stata la giusta intensità negli allenamenti ma sopratutto la giusta preparazione prima di ogni partita. La presenza del mister quest'anno credo ci abbia aiutato a cambiare sopratutto la nostra mentalità, penso sia stata la chiave per fare ciò che è stato fatto». Ma non solo lui, pure dai suoi due "veterani". «É un mister che si esprime sempre senza problemi e se deve dire una cosa la dice. Mi ha aiutato a crescere calcisticamente, ma non solo, mi ha fatto crescere come persona e lo ringrazio» dice Politanò, e poi Sala: «Mi ha proprio trasmesso questa mentalità vincente, in questi due anni ho capito che alla fine non c'è niente di meglio che vincere. È uno che ci sta sempre addosso e pretende il massimo sempre ma allo stesso tempo è bravissimo a fare gruppo, questo mix di serietà e divertimento è quello che ci ha portato a vincere così tanto in questi due anni».

Oltre che da un giocatore come Bottaro, catapultato sul tetto di Milano da protagonista alla prima esperienza in via Strozzi. «Pedina fondamentale - dice Bottaro -  a me personalmente ha aiutato molto perché mi ha fatto sentire importante, ha riacceso il fuoco dentro che avevo un pò perso la stagione scorsa». E come Figliola: «Quest’anno con mister Conte è stato straordinario: mi ha aiutato a integrarmi, a crescere tanto sia mentalmente che calcisticamente. Nonostante il minor minutaggio rispetto all’anno scorso, mi ha trasmesso la mentalità giusta per dare sempre il massimo, riesce a farti venire la voglia di mangiare il campo. Per me è più di un allenatore: è un vero punto di riferimento, un fratello maggiore».

FUTURO ANCORA SCRITTO NELLE STELLE

Stagione finita in modo trionfale sì, ma quindi…il Re Mida di Orione l’anno prossimo cambierà costellazione, oppure andrà a prendersi l’universo? «Ci stiamo lavorando - rivela Conte - sento la società tutti i giorni. Devo sistemare delle questioni lavorative, ci sono state anche delle belle situazioni che mi hanno fatto vacillare, ma penso che il prossimo anno lo si possa fare ancora insieme, giocandoci una Juniores regionale che ci siamo meritati, sapendo che gli obiettivi cambiano. Vogliamo sempre fare del nostro meglio, pensiamo a mantenere prima di tutto la categoria.

Conte portato in trionfo dai giocatori dopo la vittoria del Titolo Provinciale

E dunque, con un organico per forza di cose ridisegnato visto i 2006 che diventano fuoriquota, l'Orione ha già pronto il piano per rinforzare la squadra. È fatta infatti per Michele Occhipinti, classe 2007 difensore dal Bonola, Ryan Gashi in attacco e Alessio Lacanna in difesa, entrambi 2007 dal La Spezia. Colpi a cui si aggiungeranno dall'Under 18 biancazzurra Giorgio Laurenti, Francesco Achini, Ben Cohen, Ryan Miggiano e Sergio Bolivar. «Ci stiamo già muovendo per puntellare la squadra e ci faremo trovare pronti». Tocca credergli? Tocca credergli, e magari aspettare che il Mida di via Strozzi scriva un'altra pagina dorata.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter