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27 Giugno 2025
Maurizio Marchesini, Alberto Affetti, Stefano Bonaccorso, Piero Barone
Una data destinata a segnare un punto di svolta nella storia recente della Castellanzese. Nella Sala Riunioni dell’azienda “Affetti Pumas”, è stato ufficialmente presentato l’accordo di collaborazione tra la società neroverde e la DEAcademy dell’Atalanta, uno dei più importanti e virtuosi progetti formativi a livello nazionale. Un'intesa che punta a diventare un polo strategico di sviluppo del calcio giovanile nella provincia di Varese, con lo sguardo rivolto al futuro.
Alla conferenza erano presenti figure chiave del progetto: il presidente della Castellanzese, Alberto Affetti; il Direttore Sportivo dell’Attività Agonistica e di Base, Piero Barone; il Coordinatore Tecnico della DEAcademy Italia, Maurizio Marchesini; il Coordinatore Scouting dell’Atalanta per la provincia di Varese, Alberto Beretta e il Responsabile Tecnico dell’Attività Pre-Agonistica della Dea, Stefano Bonaccorso.
Per il presidente Alberto Affetti, l’accordo rappresenta molto più di una semplice affiliazione tecnica: «Questa è un’occasione di grande crescita e cambiamento. Il nostro obiettivo è costruire un’identità forte, radicata nel territorio, capace di valorizzare i ragazzi non solo come calciatori, ma soprattutto come uomini». Un progetto, ha ricordato Affetti, che nasce da un dialogo iniziato oltre un anno fa, basato sulla fiducia e sulla condivisione di valori comuni con il mondo Atalanta: senso di appartenenza, identità e crescita sostenibile.
«Abbiamo scelto di puntare con decisione sull’attività di base — ha sottolineato —, convinti che proprio lì si formi il carattere, la tecnica e il rispetto delle regole. Starà a noi dimostrare di essere all’altezza di questa opportunità».
A spiegare la filosofia della DEAcademy è stato Maurizio Marchesini, Coordinatore Tecnico del progetto in Italia, che ha portato anche i saluti della famiglia Percassi: «Quello che stiamo avviando oggi è un percorso autentico, che nasce da un’idea precisa: formare e monitorare il territorio, non vendere un marchio. Il talento esiste e va coltivato. L’identità è un valore che distingue Atalanta da anni, e la Castellanzese condivide la stessa visione».
Marchesini ha ricordato come il progetto parta ufficialmente il 1° luglio, con l’obiettivo di creare fondamenta solide per costruire nel tempo un centro formativo che rispetti l’anima e la storia della Castellanzese, senza replicare pedissequamente il modello Zingonia: «Non deve essere una mini Atalanta, ma un polo con la propria autonomia e la propria traiettoria. Il contratto è di 3+3 anni, un investimento importante, non privo di difficoltà, ma sostenuto dalla convinzione di voler fare un lavoro serio e duraturo».
A sottolineare l’approccio educativo del progetto è stato Stefano Bonaccorso, Responsabile Tecnico del settore pre-agonistico dell’Atalanta: «Il successo di una prima squadra parte sempre dalla qualità del settore giovanile. Ma il primo obiettivo resta la formazione dell’uomo. I valori fondamentali sono rispetto — per compagni, avversari, allenatori, arbitri e strutture — e responsabilità. Allenatori e istruttori devono diventare punti di riferimento: la loro formazione sarà centrale e sarà seguita direttamente da noi».
Il progetto prevede un coinvolgimento diretto di tutti gli operatori della Castellanzese: «Formare tecnici significa formare calciatori migliori e persone più consapevoli. La vita da atleta deve diventare uno stile di vita, dentro e fuori dal campo».
A chiudere l’incontro è stato il Direttore Sportivo Piero Barone, che ha ribadito con orgoglio l’importanza di entrare a far parte di una realtà strutturata come l’Atalanta: «Per noi è un sogno che si realizza. Questo è un grande stimolo per tutti: dirigenti, allenatori, famiglie. L’Atalanta è l’élite nella crescita dei giovani, e questa collaborazione ci permette di alzare il livello e correggere eventuali carenze. Ma soprattutto ci dà un obiettivo comune: crescere insieme, nel rispetto dei valori sportivi ed educativi». Un ringraziamento speciale è stato rivolto alla famiglia Affetti, «che da anni — ha concluso — lavora in silenzio, con serietà e concretezza, rendendo possibile tutto questo».
Quest'intesa fra Atalanta e Castellanzese rappresenta l'esempio di una visione del calcio giovanile, radicata nel territorio, capace di formare atleti completi e uomini responsabili. Un percorso lungo, ma illuminato da un sogno condiviso: rendere il calcio un mezzo di crescita personale, sociale e sportiva.