È tutto vero, il Lascaris è campione d'Italia. Dopo una gara tesa, maschia e senza esclusioni di colpi sono i bianconeri a trionfare sui napoletani del Micri per 1-0 grazie al gol alla metà del primo tempo di Matteo Fioccardi, assoluto MVP del match. Per la società di Via Claviere si tratta del primo storico titolo Nazionale arrivato dopo una cavalcata trionfale senza mai perdere un match nella fase finale.
Ecco le pagelle della finalissima Scudetto:
LE PAGELLE
MICRI

Frungillo 9 La parata che s’inventa su Raviola vale da solo il prezzo del biglietto e del viaggio fino a Velletri. Dimostra riflessi da ragno ma sul destro angolato di Fioccardi non può nulla. Vince la gara di nervi con Cottafava dagli undici metri leggendo il calcio di rigore. Gatto.
Moccia 6.5 Sulla destra rimane bloccato, forse spaventato dalla tecnica e velocità in campo aperto di Fioccardi. Spesso le uscite dal suo lato sono pulite e generano respiro alla manovra.
41' st Zamparelli sv
Gravina 5.5 Non perfetto il suo posizionamento in occasione del gol che sblocca il match. Solido in copertura sui lanci lunghi bianconeri ma troppo attendista quando gli avversari sviluppano palla a terra.
Formisano 6.5 Sull’esterno è una spina nel fianco dei bianconeri, mette i brividi alla difesa con le sue sgasate palla al piede. Sfiora l’assist vincente per Sirleto.
21' st Capuano 7 Spaventa i bianconeri con un finale di gara da indemoniato e con due sgasate sulla sinistra conclusa con due tiri a giro che terminano sul fondo di pochissimo.
Sirleto 7 È sempre tra i più propositivi, da punta centrale fa la guerra in ogni frangente ma Amendolagine e Bruno su di lui sono perfetti. Va vicino al gol del pareggio trovando Castaldi a dirgli di no.
Pannone 6 La sua gara termina dopo solo 36’ per scelta tecnica. In questo lasso di tempo tocca pochi palloni anche a causa della confusione nerazzurra.
37' Ippolito 6 Lavora meglio rispetto al compagno sostituito. Gestisce bene il pallone e aggiunge grinta e cuore alla squadra. Manca la lucidità nella giocata finale.
Gammella 5.5 Sul centro sinistra viene fagocitato dalla pressione alta di Sesia prima e Scanavino poi. Gestisce il pallone come meglio può ma non facilita le uscite.
Allocca 6
Marcare Raviola non è una passeggiata al sole e se ne rende conto dopo pochissimi minuti. Spesso viene preso in mezzo dalle sovrapposizioni di Quattrocchi che lo mettono seriamente in difficoltà.
33' st Mingacci 6 Entra nel momento di massimo sforzo ma senza cambiare l'inerzia di un match difficile da ribaltare.
Merolla 7 In mezzo al campo è tra i più propositivi, sempre carico in anticipo, duro nei contrasti e fluido nelle giocate. Peccato non trovi lo spunto necessario per trovare un gol o un assist.
Pica 5.5 Anche il suo match dura solo 36 minuti. In questo poco tempo non riesce ad entrare nel ritmo partita toccando pochi palloni ed essendo fagocitato da Quattocchi.
37' Esposito 6 Tocca più palloni del compagno sostituito ma sempre su situazioni di lanci lunghi. Non ha modo di far brillare il suo talento.
37' st Sincara sv
Mazzotta 7 Ottimo centrale di difesa dotato di un gran lancio che spesso viene utilizzato per saltare la prima linea di pressione avversaria. Il lavoro che riesce a produrre non è comunque sufficiente a tamponare la qualità bianconera.
All. Marchisano 7 Arrivare in finale è già una grandissima impresa, la sua squadra tiene bene in campo dopo 25 minuti di blackout generale dove i lanci lunghi fanno da padroni. Nella ripresa i suoi ragazzi alzano il livello della prestazione ma non basta.
LASCARIS

Castaldi 10 Per vincere uno scudetto serve un portiere con la P maiuscola. Impeccabile in stagione e impeccabile nella finale. Subisce pochi tiri ma dona garanzie assolute ad una difesa che guida con personalità. Uomo al comando.
Quattrocchi 10 Sotto la dicitura “terzino moderno” c’è il suo volto. Partita sontuosa sia dal punto di vista difensivo che offensivo. Invalicabile e fondamentale. Legge il gioco come un veterano e capisce i momenti in cui spingere e i momenti in cui è meglio non andare per il sottile. Pratico.
Amorosi 9.5 Una duracel sulla sinistra, corre per 90 minuti più recupero senza sosta. Non si fa mai scappare l’uomo e corregge ogni possibile sbavatura all’istante. C’è un motivo se è su tutti i taccuini di ogni Ds Piemontese e lo ha dimostrato davanti all’Italia intera. Insostituibile.
Cottafava 9 Si potrebbero scrivere due pagelle diverse per lui. Una pre e una post calcio di rigore. Fino al fatidico cucchiaio sbagliato è perfetto. Sempre in anticipo, sempre in aiuto ma soprattutto sempre capace di trovare la giocata giusta al momento giusto. Evidentemente l’eccesso di confidenza ha giocato un ruolo fondamentale nel decorso del match. Un errore che fortunatamente non peserà sulla storia.
26' st Martinelli 9.5 È un vero e proprio cambio di lusso. Non fa rimpiangere il compagno e prende in mano le redini del centrocampo con giocate semplici ma utilissime nel momento di massimo stress. La tranquillità che dimostra ogni volta che viene circondato da avversari è inconcepibile. Sangue freddo.
Amendolagine 10 Semplicemente perfetto. Non ci stupiamo più della carta d’identità, non ci stupiamo più della sua forza e del suo temperamento. Anticipa costantemente il suo marcatore e giganteggia sui duelli aerei. Non è una giovane promessa, ma una giovane certezza.
Bruno 10 Alza al cielo il primo storico Scudetto bianconero nel modo migliore possibile. Con gli occhi stracolmi di gioia e con una voglia di farlo sapere anche in capo al mondo. La sua gara è difensivamente da esporre al Louvre.
Cannavaro riportó la Gioconda in Italia nel 2006, lui ci riporta a casa uno scudo che mancava da troppi anni in Piemonte.
Raviola 9.5 Racchiude in sé tutte le avventure di una stagione intera. La difficoltà, la resilienza e la voglia di spaccare il mondo. Nel match più importante non gli tremano le gambe, anzi volano. Il suo apporto sulla fascia destra è degno di un Campione d’Italia e su questo Scudetto la sua firma si legge senza alcun dubbio.
41' st Ciliberti sv
Sesia 10 Le imprese si compiono con gli uomini giusti, quelli pronti a sporcarsi le mani, quelli capaci di dare il 110% quando le cose non funzionano e il 120% quando funzionano. Il suo assist per Fioccardi è uno spettacolo per gli occhi. Nell’esultanza rabbiosa c’è tutto, tutto ciò che in questa stagione gli è capitato ed è giusto che tra i protagonisti finali ci sia in modo indelebile. Sergente.
22' st Scanavino 9 Sostituire il dinamismo di Sesia in mezzo al campo non è compito facile ma lui interpreta alla grande tutto ciò che gli viene chiesto da Cocino e lo mette in pratica nel modo più efficace possibile.
Fabbrini 9.5 Altra gara sontuosa sotto ogni punto di vista, fisico, tecnico ma soprattutto mentale. Le energie sono poche, soprattutto visto lo stress psicologico e il lavoro richiesto per limitare gli avversari. Non trova il gol ma sfiora l’assist a Raviola nel primo tempo che avrebbe messo la ciliegina su una stagione da incorniciare.
13' st Spina 9 Potrebbe esser stata la sua ultima partita in bianconero e chiudere il cerchio con uno scudetto da sottoleva e per di più farlo da protagonista non ha prezzo. Cocino non può fare a meno della sua capacità di gioco che in queste fasi nazionali si sono elevate alla massima potenza. Canterano vero.
Destefano 10 Non esistono parole per descrivere il suo ruolo in questa squadra se non indispensabile. Lo è per gli equilibri, lo è per la fame con cui gioca ma soprattutto per la qualità che dimostra palla al piede. Ogni grande squadra ha un leader silenzioso a cui aggrapparsi quando serve e lui non delude mai.
Fioccardi 10 Si potesse dare 11 se lo meriterebbe senza alcun dubbio. Questo Scudetto ha il suo volto stampata sopra. Gioca con un problema al ginocchio e lo fa con una naturalezza disarmante. Sembra non sentire la pressione e lo dimostra quando a tu per tu con il portiere lo trafigge con freddezza da Killer. In NBA solitamente si elegge l’MVP delle Finals, ecco lui è senza dubbio questo. Un MVP.
47' st Caglioti sv
All. Cocino 10 Se c'è un gruppo vincente, dietro c'è sempre il lavoro di un tecnico capace sotto tutti i punti di vista. Aveva promesso la finale il 14 Settembre 2024 e consegna lo scudo il 28 Giugno 2025. Un uomo di parola. Un allenatore che ha saputo elevare il gruppo, i singoli e perfino se stesso ad un livello mai raggiunto dagli standard bianconeri. Non solo merita un applauso per la stagione leggendaria ma merita un applauso per come si pone a fine gara sottolineando come si senta dispiaciuto per non aver reso protagonisti tutti allo stesso modo. Il ruolo dell'allenatore è anche questo e lui lo ha fatto meglio di tutti, e lo dicono i fatti.