Under 19
12 Luglio 2025
Lorenzo 'Lotti' Chiarandà, bandiera e capitano del Vanchiglia,, dall'incubo ad un nuovo sogno: lo aspetta l'UCAM, l'Unversità spagnola dove studiare e giocare a calcio
Quando pensi che un evento negativo possa influire e influenzare il tuo percorso, è lì che la vita può riservare e riservarti le più incredibili delle sorprese, scoperte e illuminazioni. Quello che è successo a un giovane e brillante talento, in campo e non solo, come Lorenzo 'Lotti' Chiarandà, per anni bandiera e capitano del Vanchiglia dall'Under 14 all'Under 19 che, in quello che poteva essere e sembrare il momento più difficile della sua vita calcistica e non solo, subendo un grave infortunio nel momento 'migliore' del suo percorso, ha trovato l'illuminazione di una strada che lo porterà lontano. Con le gambe, la testa ma non il cuore. Per ricominciare a sognare in grande e costruirsi un altrettanto grande e brillante futuro. Lorenzo Chiarandà infatti, volerà in Spagna, a Murcia, dove inizierà l'università presso l'UCAM, l'Università Cattolica, cogliendo anche la straordinaria occasione non solo di riprendere e continuare a giocare ma anche di sognare ad occhi aperti.
Lorenzo Chiarandà muove i suoi primi passi nel mondo del calcio nella squadra del Real 909, ereditando da papà Stefano la passione e le doti calcistiche visti gli ottimi trascorsi da buon calciatore. Lorenzo che passa poi alla Cbs dove inizia il 'vero' percorso calcistico nella scuola calcio e che lascerà nell’estate del 2019 per poi approdare al Vanchiglia, la storica società granata dove Lorenzo 'Lotti' Chiarandà fa tutta la trafila del settore giovanile, dall’Under 14 fino all’Under 19 con la ciliegina del debutto in prima squadra in Eccellenza nella stagione 2023-2024. Col granata sulla pelle e la fascia di capitano al braccio, Lotti si impone per le sue grandi doti di leader in campo e non solo.
Lui, centrocampista box to box che unisce spirito di sacrificio a interpretazione moderna del ruolo e quella propensione al gol che lo rende non solo una promessa per la prima squadra granata ma anche nel mirino di occhi di società professionistiche. Sguardo fiero e testa alta, Lorenzo Chiarandà è sempre andato dritto per la propria strada e con le idee chiare: «Con la maglia del Vanchiglia un percorso splendido e straordinario - racconta Lorenzo - culminato la stagione 2023-2024 anche con il debutto quasi insperato con la prima squadra in Eccellenza al termine di una stagione speciale a livello di squadra e personale. Annata splendida culminata con la chiamata e la convocazione per la preparazione pre-campionato con la prima squadra in estate, per me è stato toccare il cielo con un dito, sia per la soddisfazione personale che per il fatto di partecipare al raduno con tanti compagni del 2006 con cui c’è davvero anche un grande rapporto di amicizia».
Una stagione, quella 2024-2025, che sembrava dunque partire sotto i migliori auspici per Lorenzo ma, come spesso accade nello sport e nella vita, gli imprevisti, positivi e negativi, sono dietro l’angolo… E sfortunatamente per Lotti non proprio ‘simpatici’: «La stagione con l’Under 19 non è partita al meglio a causa di alcuni infortuni importanti di miei compagni e poi a fine novembre è toccato anche a me… Giocavamo con il Venaria in casa e ad un certo punto il ginocchio sinistro si è piantato e si è girato. Subito sembrava non così grave e rimasi in campo in una gara in cui successe un po’ di tutto e ci si fermò quasi mezz’ora in campo per varie situazioni. Passati quei minuti il dolore aumentò, tanto da costringermi a lasciare il campo e poi avere la triste notizia dopo gli accertamenti della rottura del legamento…».
Un mondo che crolla, una notizia che non vorresti mai che il tuo corpo e il tuo cuore vogliano ricevere, cominciando un percorso delicato, difficile quanto però ricco di umanità, sciperte e sorprese piacevoli. «Sono stato subito operato dal professor Corrado Bertolo, il medico del Torino Fc. Persona davvero unica, splendida e speciale. Fin da subito è stato per me un supporto, una guida e un riferimento non solo sotto l’aspetto medico e riabilitativo. Con lui come con lo staff e i fisioterapisti con cui ho svolto la lunga riabilitazione si è costruito un legame davvero incredibile e indescrivibile. Perchè non è stato facile passare dal vivere sul campo e di campo, di condivisione di momenti coi compagni nello spogliatoio e tutto l’ambiente a dover starne lontano. Il momento più delicato e difficile poi, non è stato l’infortunio ma il momento nel quale ho ricominciato a corricchiare pensando che il rientro potesse essere vicino. Invece quello è il momento più delicato perchè pensi di poter rientrare a breve mentre da quel momento deve passare un bel po’ di di tempo prima di poter davvero rimettere piede in campo, e quell’attesa è stata davvero la prova più dura da superare. Ricordo in una delle tante giornate di lavoro al Medical Lab che stavo per riprendere a correre sul tapis-roulant e preso dall’emozione stavo per mettermi a piangere. In quel momento Paolo Richetta, il fisioterapista e preparatore fisico, ha incrociato il mio sguardo, ci siamo guardati, capiti e ci siamo abbracciati ,commossi entrambi. Momenti unici, speciali, indimenticabili seppur in un percorso difficile e complicato».
Un’emozione e un’empatia che hanno portato Lorenzo Chiarandà a guardare molto più lontano e scoprire un ‘nuovo amore’ proprio per la fisioterapia: «E’ stata quasi una benedizione e un’illuminazione. Ho frequentato il liceo-sportivo dove ho sostenuto da poco la maturità ma proprio il contatto con il mondo della fisioterapia, diventato quasi quotidiano visto che svolgevo le terapie per due o tre giorni alla settimana e per 6/7 mesi, mi ha fatto innamorare della professione facendomi capire che era quella la strada che avrei voluto perseguire come percorso di studi. E diciamo che nella disgrazia e nel dispiacere dell’infortunio, è stata davvero una benedizione». Una passione e un’illuminazione che Lorenzo, così come fa nella vita quotidiana, condivide con papà Stefano e mamma Marianna per cui Lotti è davvero un libro aperto. Condivisione che fa scattare subito nell’amata e inesauribile mamma Marianna, la curiosità di ‘guardarsi attorno’ per trovare il cammino migliore della ‘nuova vita’.
Ed è lì che spunta il raggio di sole che colora e colorerà futuro e sogni di Lorenzo Chiarandà: «Facendo ricerche sul web troviamo, o meglio mamma (Marianna), trova l’Università Catolica di Murcia in Spagna, l’UCAM, che rappresenta un’eccellenza sia dal punto di vista accademico in tema di corso di fisioterapia che dal punto di vista sportivo. L’università infatti ha un programma dedicato agli studenti in vari sport e anche nel calcio, dando la possibilità a chi si iscrive ai corsi accademici di far parte della squadra che partecipa a campionati di federazione con l’ulteriore opportunità, per chi ne avesse le qualità, di entrare a far parte della squadra vera e propria del club che partecipa alla nostra Serie D e che quest’anno ha sfiorato la promozione in Serie C. Ci siamo subito messi in moto presi dall’emozione e dalla voglia di scoprire questa realtà d’eccellenza sia a livello accademico ma non solo».
Un raggio di sole e un nuovo orizzonte non semplice da realizzare ma grazie alla tenacia di Lorenzo e la sua splendida famiglia a cui si aggiunge il supporto totale del Vanchiglia e di Vincenzo Manzo, il sogno diventa realtà: «Ringrazio e ringraziamo di cuore tutta la società Vanchiglia, gli allenatori avuti in questi anni fino a Tino Romeo, Ramin Binandeh che mi ha accolto benissimo in prima squadra e soprattutto Vincenzo Manzo. Anche per tutta la parte burocratica e non solo ci sono stati davvero di supporto e a loro va un ringraziamento davvero di cuore anche per il sostegno che non è mai mancato nei miei confronti in ogni giorno della riabilitazione dall’infortunio».
Per una nuova avventura che partirà a fine agosto: «Sono e siamo già stati a Murcia e all’Univesrità dell’Ucam con il campus, fatti tutti i documenti per l’iscrizione e anche il tesseramento sportivo e dal 9 agosto farò la preparazione con la prima squadra del Vanchiglia, rinnovando i ringraziamenti alla società a Manzo, a Binandeh e tutte le persone speciali del club, per poi volare a Murcia, a un’ora da Alicante, per cominciare sia la parte accademica che calcistica. A livello di studio il percorso è di 4 anni ma il primo anno avrò come detto l’opportunità incredibile di poter anche giocare a calcio nella formazione dedicata agli studenti e dove ci sono ragazzi da tutto il mondo, dallo Sri Lanka al Venezuela, dal Canada alla Francia e tanti altri. Una realtà, quella dell’Università dell’UCAM davvero incredibile e stimolante sia sotto il profilo universitario che sportivo con un vero e proprio stadio dove sogno e spero un giorno di poter giocare…».
Perchè Lorenzo Lotti Chiarandà ha imparato a sognare ad occhi aperti e realizzare i propri desideri ad occhi chiusi, insegnando a se stesso e a tutti che quelle che sembrano, sono e possono sembrare delle disgrazie come un grave infortunio nel fiore della vita e del proprio percorso sportivo e umano, in realtà sono, possono essere e possono diventare vere scoperte, illuminazioni e benedizioni che nel racconto di vita fanno e faranno sempre la differenza. Come avere una splendida famiglia, nella vita e nello sport, con cui condividere un percorso e un cammino sapendo che quelle mani che accompagnano e cullano sono e saranno le stesse che accompagneranno il volo dei sentimenti, del cuore e dei sogni.