L'opinione
03 Settembre 2025
SUPEROSCAR • Lo spirito della manifestazione in uno scatto, due capitani che all'inizio della partita si fanno gli auguri
Seguo il Superoscar da 35 anni e per questo lo considero anche un po' mio e siccome lo sento mio lo difendo a spada tratta. Da cosa vi chiederete, da tutti quei signori benpensanti che in queste ore si stanno dando da fare sui social sparando giudizi negativi sulla manifestazione. È del tutto evidente che molti di questi sono dei signor nessuno, alcuni poi hanno account palesemente fake, quindi non andrebbero nemmeno accostati a Superoscar, ma a tutto c'è un limite. In particolare contro tutti quei signori che stanno chiedendo da più parti la chiusura della manifestazione e che sia il Comitato regionale Piemonte Valle d'Aosta a farlo.
La teoria, del tutto bislacca sarebbe che il SuperOscar persegue il risultato e che di conseguenza tutto questo mina la base del calcio, lo distrugge, lo manda in malora. La melassa la conosciamo, è figlia degli ultimi 20 anni in cui la classe dirigente del calcio prova a rimanere a galla con idee che in realtà hanno affondato il calcio. Voi del Superoscar stilate classifiche, giocate per vincere. Assolutamente sì. Facciamo classifiche durante la stagione, a fine stagione e a inizio della stagione successiva e sì giochiamo per vincere perché vogliamo stabilire qual è la miglior società di Torino. Giochiamo per vincere anche nei Pulcini. Cosa che sicuramente scandalizzerà un'intera schiera di dirigenti che siccome nel calcio non hanno saputo costruire nulla alla fine hanno dovuto ricorrere a questa melassa.
Nel calcio e nello sport però si gioca per vincere, sempre, anche nella partitella in allenamento, all'oratorio, nel cortile, ai giardinetti, al parco. Nel calcio si gioca per vincere. Quello che viene travisato da questi benpensanti è come si vince. Noi, perdonatemi il noi amici organizzatori, giochiamo per vincere ma insegniamo ai nostri ragazzi la cultura della vittoria e della sconfitta. Spieghiamo che conta vincere solo se lo facciamo con lealtà, se non alziamo il braccio per avere una rimessa laterale se non ci spetta, se non ci buttiamo per avere un calcio di punizione o peggio un calcio di rigore se non ci spetta. Perché questo vale più del risultato. Il rispetto per gli avversari, per i compagni, per l'arbitro, per il dirigente che mi accompagna al campo, dell'allenatore e della società. Questi sono i valori del Superoscar.
E sì, quando andiamo in campo vogliamo vincere e mai riuscirete a convincermi che una sana competizione non è alla base della crescita dei calciatori. Prima vengono i valori, e per valori si intende anche la cultura del lavoro, dell'allenamento in settimana, poi del rispetto e la lealtà sportiva, ma il risultato conta eccome. E non è il risultato a condizionare il nostro modo di essere, fatevene una ragione, il SuperOscar è un patrimonio del calcio di Torino. Potete andare anche reti unificate in tutto il mondo, magari prima imparate a capire cos'è il SuperOscar, come funziona, e perché rimane una competizione unica nel suo genere che noi difenderemo sempre. Ma in quella partita di Under 14 a fine partita i ragazzi sono venuti alle mani. Sì è così, il calcio, purtroppo, a volte è anche questo e su questo tutti dobbiamo lavorare. Non diremo che sono ragazzi che sbagliano, che poi è così, sono ragazzi che vanno aiutati a fare un percorso. Lo sport serve soprattutto a questo.