Under 16
24 Settembre 2025
PRO NOVATE UNDER 16 ● Nicolò Baitelli è decisivo con un gol e due parate
Oh capitano, mio capitano. La fascia sul braccio è un simbolo sacro per tutti i calciofili: significa sacrificio, impegno, umiltà e leadership. Ma anche responsabilità. È il capitano ad alzare i trofei per primo, così come è il primo ad assumersi la responsabilità se qualcosa non va come previsto. Insomma, oneri e onori. E quest'anno c'è già qualcuno che ha dimostrato di meritarla quella fascia: si tratta di Nicolò Baitelli, alla Pro Novate da ormai sei anni. Al debutto in campionato in casa del Sempione (terminato 5-1 per gli ospiti), tutto stava andando come di consueto: la Pro Novate in vantaggio proprio con Baitelli, salvo poi farsi riprendere sull'1-1 in seguito a uno sfortunato autogol di De Falco. Da qui però le cose si complicano: il portiere Sacco esce alto sul pallone, venendo colpito da due giocatori. Dopo qualche minuto di paura, Sacco viene portato al pronto soccorso (dove, dopo alcuni accertamenti, gli viene applicato un tutore alla zona interessata). Ed è proprio nel momento del bisogno che entra in scena il capitano.
«A cinque minuti dalla fine del primo tempo il nostro portiere fa un'uscita alta e si scontra con il nostro terzino e un loro attaccante. Lì per lì io e i miei compagni non abbiamo capito cosa fosse successo e dove si fosse fatto male. Sapevamo solo che si trattava di una cosa seria, perché per cinque minuti non si è mosso. Dopo un po' di tempo si è rialzato con molta calma e abbiamo capito che uno di noi sarebbe dovuto andare in porta (il secondo portiere presente in rosa, Falcetta, era indisponibile per malattia; ndr.). Durante i minuti di attesa, abbiamo pensato a chi dovesse andare in porta. Io ero abbastanza sicuro e avevo già detto ai miei compagni che sarei andato io, ovviamente non era mai successo nulla del genere e non avevamo preparato la situazione. Sono il capitano e sento di dover essere il primo ad aiutare la squadra. E inoltre ho sempre trovato qualcosa di divertente nel fare il portiere. Negli anni precedenti, durante le pause a metà allenamento, molto spesso andavo in porta a parare i tiri dei miei compagni». Ricostruisce così il fatto Baitelli, che da esterno destro passa a fare il portiere. Il tutto dopo aver segnato il gol del vantaggio: «Intorno al 25' del primo tempo del primo tempo ricevo un lancio dalla difesa, anticipo il terzino del Sempione con la punta del piede e calcio di esterno in controbalzo rasoterra. La palla va a finire nell'angolino sul primo palo».
Una situazione anomala, soprattutto per un attaccante che fa del dribbling e della velocità il suo pane quotidiano. «Mi ispiro a Leao solitamente, ma nella partita di domenica mi sono rifatto a Olivier Giroud. Mi ricordo quando in Milan-Genoa Maignan era stato espulso e lui è andato in porta. Mi sono immedesimato». Ma ciò non gli impedisce di farsi trovare pronto quando chiamato in causa: «Ho fatto due belle parate. A inizio secondo tempo, su calcio d'angolo, la palla rimane in mischia, uno dei loro se la ritrova lì e tira. Io mi tuffo a sinistra e con la mano smanaccio e la paro in due tempi. Poi su una punizione pericolosa dal limite: nel momento in cui calcia il loro attaccante, faccio due passi a destra, la devio sulla traversa e poi la blocco».
Non poteva che pensarci il capitano. Sei anni d'amore con la Pro Novate, di cui l'ultimo con la fascia al braccio, testimoniano un legame fortissimo con la società: «Sono arrivato alla Pro Novate dopo un anno al Mazzo perché volevo raggiungere tutti i miei amici con cui avevo giocato all'In Sport. Questo è il sesto anno che faccio a Novate. Molti miei amici se ne sono andati, ma io ho deciso di rimanere perché nel corso degli anni ho conosciuto nuove persone con cui continuare questa avventura. In squadra vado d'accordo con tutti. Siamo un gruppo unito, sono arrivati nuovi giocatori e avremo occasione per rafforzare i legami. Abbiamo la mentalità giusta per affrontare il resto della stagione».
Da buon leader, Baitelli non si nasconde neanche quando si tratta di fissare deli obiettivi per sé e per il gruppo: «L'obiettivo della squadra è vincere il campionato. La qualità c'è, c'è bisogno di voglia, dedizione, lavoro e sacrificio. Non è impossibile, ce la dobbiamo mettere tutta. La chiave è essere uniti. Poi, dal punto di vista personale, voglio arrivare ai 20 gol. In quattro partite sono a cinque gol e tre assist, è un ottimo inizio». Di sicuro non manca la voglia di mettersi a disposizione dei compagni: «La fascia ha un valore immenso. Non c'è cosa più bella di essere il capitano della propria squadra. Vuol dire che gli altri credono in te e ti vedono come un leader. è simbolo di un percorso che ho fatto e sto facendo tuttora con la Pro Novate». Parole da leader. Parole da vero capitano.