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03 Ottobre 2025
SCHIAFFINO • Lo storico preparato dei portieri Davide Pinato con il diavoletto dello Schiaffino alle sue spalle
Un grande nome del calcio professionistico approda nel mondo dilettantistico milanese. Davide Pinato, ex portiere di Serie A ed ex preparatore dei portieri del Milan, ha fatto il suo ingresso nello staff dello Schiaffino. La società lo ha scelto come coordinatore dell’area portieri del settore giovanile: Pinato guiderà i preparatori al servizio della società, incontrandoli una o due volte a settimana e grazie alla sua infinita esperienza cercherà di trasmettere delle metodologie di lavoro rodate negli anni.
Questa scelta nasce da un’amicizia «Il tutto nasce dal rapporto d’amicizia e collaborazione con il presidente Romanò. È un anno che sono fuori dal calcio – racconta Pinato - ho fatto tanti anni questo lavoro al Milan, in questo momento della mia vita volevo qualcosa di diverso e che fosse maggiormente conciliabile con la mia vita attuale. Quest’anno non sarò ancora totalmente operativo, andrò solo una volta o due a settimana». Dopo una carriera tra i pali e un lungo percorso come tecnico, l’ex portiere ha deciso di non rientrare nel professionismo: «Non ho più intenzione di tornare nel professionismo, per ora questo impegno è limitato anche nel tempo. Il mio spirito è quello di dare un metodo, una direzione, di ottimizzare il tempo e gli spazi a disposizione. Ci sono tanti ragazzi giovani, sia tecnici sia calciatori, e voglio aiutarli e trasmettere loro delle conoscenze».
Abituato agli standard di un club come il Milan, Pinato mostra una chiara volontà e una grande conoscenza della realtà «Nel panorama dilettantistico è più complicato rispetto ai professionisti, per organizzazione e spazi. Ci sono meno collaboratori. Bisogna essere pragmatici, con le idee chiare e concentrare il tutto». Il nuovo ruolo sarà dunque anche un banco di prova: «Subentro in uno staff che è già presente, ora farò un lavoro di osservazione e poi con il tempo inizierò a costruire un percorso».
La filosofia di Pinato resta quella di valorizzare le caratteristiche individuali «Ogni giocatore ha le sue caratteristiche, la cosa difficile di questo lavoro è capirle. Non c’è un solo metodo che può funzionare per tutti, bisogna conoscere il ragazzo e poi ognuno avrà il suo percorso». L’idea è quella di trasmettere non solo nozioni tecniche, ma un approccio mentale e metodologico: «Il mio apporto è limitato, ma credo che con l’esperienza si possa fare il sunto di quello che ai ragazzi serve maggiormente».
Guardando al passato, Pinato non dimentica i tanti portieri cresciuti con lui al centro sportivo Vismara «Sono legato ai fratelli Donnarumma, Torriani, Lapo Nava, Plizzari, Guarnone. Ognuno sta facendo la propria carriera e ho la presunzione di avergli dato qualcosa. Mi viene in mente Jungdal che ora gioca in Belgio, oppure Soncin che ha vinto il campionato primavera nel 2017. Torriani penso che possa fare molto nella propria carriera, c’è da capire l’impatto con il grande stadio. Sono legato a tutti, abbiamo passato tanti pomeriggi insieme. Guardo tutti da lontano come un vecchio zio, i messaggi sono saltuari ma mi rende sempre molto felice vederli e pensarli».
Pinato non manca di commentare la situazione italiana «La scuola italiana sta ancora bene, ci sono tanti portieri molto interessanti. Quando si parla di giovani non bisogna mai dimenticare che la crescita non è finita e non si possono tralasciare diversi fattori; l’impatto con uno stadio di Serie A non è un’esperienza facilmente digeribile da tutti e questo può portare talenti incredibili a non rendere quanto potrebbero». Parlando di giovani, non nasconde un certo orgoglio personale «Negli ultimi anni nell’Under 21 ci sono stati sempre portieri del Milan. Desplanches fu anche eletto miglior portiere del Mondiale U20».
L’ex portiere esprime un parere anche sul panorama mondiale, non nascondendo le sue preferenze «Il miglior portiere al mondo per me è Gigione Donnarumma, che è uno dei più forti della storia. Tanto di cappello a Courtois, Oblak è un signor portiere e anche Allison lo ritengo molto forte. Questa è l’élite attuale. Le ultime Champions, però, hanno mostrato come i primi due siano un quelli veramente in grado di fare la differenza». Sul grande dibattito relativo all’importanza di un grande portiere per vincere, si esprime così «Ci sono state tante squadre che hanno vinto con portieri non top, Seba Rossi, per esempio, era un ottimo portiere ma non top. Il portiere che fa la differenza, che ti fa vincere le partite, è veramente raro e ti permette di mettere le mani sul trofeo».