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Ci lascia a soli 17 anni un ragazzo esemplare, un leader innato e un difensore invalicabile

Capitano del gruppo dei 2008 e spesso aggregato ai più grandi, Gabriele era uno dei ragazzi più promettenti della società

Gabriele Pepi

Gabriele Pepi, capitano dei 2008 della Torinese e spesso aggregato ai 2007

A soli 17 anni Gabriele Pepi, dopo aver combattuto negli ultimi due anni contro un brutto male, ci ha lasciato. Classe 2008 e capitano di mille battaglie con la maglia della Torinese, Gabriele era il leader del suo gruppo e spesso era aggregato con i 2007, non solo per meriti calcistici, ma anche per la serietà e maturità che dimostrava, pur essendo il più piccolo.

«Quando ho saputo la notizia mi si è raggelato il sangue - ha commentato il suo ex tecnico alla Torinese Mattia Cafagna - . L'avevo sentito ad agosto l'ultima volta, per le cure aveva dovuto smettere di giocare, ma sembrava in via di miglioramento e in questi due mesi avevo conservato questa speranza. Sembrano frasi fatte, ma Gabriele era un ragazzo d'oro, sempre disponibile a darmi una mano quando avevo bisogno di difensori. Era impossibile volergli male, raramente ho incontrato ragazzi così solari e positivi». Difensore vecchio stile, roccioso, coraggioso nei contrasti e mai polemico con compagni e avversari, Gabriele è stato un leader per tutti con l'esempio che è riuscito a dare. «Arrivava un'ora prima al campo per gli allenamenti, non si faceva problemi a giocare in posizioni diverse se glielo chiedevo - continua Cafagna - . Aveva questa chioma fluente bionda e questi occhi azzurri che da fuori lo facevano assomigliare ad un angelo, ma in campo era un vero e proprio leone. A neanche 18 anni non può succedere, non ha senso».

In una storia così drammatica già di per sé, Gabriele aveva perso la mamma nella primavera del 2024, qualche mese prima di scoprire cosa avrebbe dovuto affrontare nell'anno e mezzo successivo. «Mi piace pensare che ora possano incontrarsi di nuovo da qualche parte, da parte mia non posso che stringermi intorno alla sua famiglia in un momento così tragico e così ingiusto, soprattutto per chi gli era vicino».

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