Under 17
28 Ottobre 2025
Under 17 Piemonte • Andrea e Ettore Pansini (Chisola e Sisport) protagonisti del pareggio e avversari per una domenica
Undici anni di calcio, di sogni e di fratellanza. Undici anni di porte da difendere, di gol condivisi, di abbracci e di trasferte in famiglia. È una storia di amore per lo sport — ma soprattutto di amore familiare — quella di Ettore e Andrea Pansini, due gemelli che per la prima volta, dopo un decennio trascorso fianco a fianco, si sono ritrovati uno di fronte all’altro sul campo da calcio. Domenica, sul prato verde di Vinovo, il destino ha voluto scrivere un capitolo diverso della loro storia: Ettore con la maglia della Sisport, Andrea con quella del Chisola. Due colori diversi, ma un solo cuore a battere sulle tribune. In una partita terminata 0-0, il risultato si è perso dietro la forza simbolica dell’incontro: la partita più speciale di tutte, quella che nessuno in famiglia dimenticherà mai.
Perché per i genitori, Michele e sua moglie Elena, quel fischio d’inizio ha segnato anche un ritorno: quello di rivedere insieme, nello stesso rettangolo di gioco, i due figli che per anni avevano accompagnato passo dopo passo, da una panchina all’altra, dividendosi tra campi e orari. E proprio il papà Michele, nei giorni che hanno preceduto la sfida, ha messo nero su bianco su Sport del Sud le emozioni di una vita, scrivendo una lettera meravigliosa indirizzata ai suoi gemelli. Parole che profumano di affetto, di memoria e di calcio, ma anche di quella poesia semplice che nasce dalle piccole cose.
“Io e mamma ricordiamo tutto di questi undici anni di pallone: i primi scarpini, numero 30, il primo allenamento, la prima partita e il primo gol di ognuno di voi, il vostro sorriso e le vostre esultanze che si perdevano nell’abbraccio dei compagni…”
Una lettera che attraversa gli anni come una linea di centrocampo, raccontando le prime vittorie, i tornei, le medaglie e le amicizie nate sotto il sole di tanti pomeriggi. Racconta la vita di famiglia scandita dagli allenamenti, dalle borse preparate con cura e dagli incastri impossibili di due agende sportive che scorrevano su binari paralleli.
“La vostra passione per questo stupendo sport di squadra – scrive Michele – è stata anche un collante, un’occasione per vivere insieme molte emozioni.”
Una passione che ha unito, che ha reso ogni domenica un piccolo evento da vivere insieme, anche quando i campi erano lontani e le partite in contemporanea. Perché, come in ogni bella storia di calcio, ciò che resta davvero non è il risultato, ma il percorso condiviso. E così, domenica, tutto è tornato al suo posto. Ettore e Andrea, l’uno contro l’altro ma sempre l’uno accanto all’altro nel cuore. Mamma e papà di nuovo insieme in tribuna, questa volta senza doversi dividere, con lo sguardo che correva da una metà campo all’altra. Un abbraccio ideale che univa le due maglie, le due storie, le due metà di una stessa infanzia che profuma ancora di erba e sogni.
“Non avremo una vittoria in cui sperare – scrive ancora Michele – ma nei nostri cuori per voi c’è sempre stato uno spazio infinito.”
E in quello spazio infinito, fatto di ricordi, sacrifici e sorrisi, domenica si è giocata una partita che non valeva punti, ma emozioni.
Una partita che ha ricordato a tutti che il calcio, prima ancora di essere competizione, è famiglia, identità, legame. Perché come scriveva Javier Marías, “il calcio deve essere emozione, paura e tremito, desolazione o euforia”.
E i fratelli Pansini, con la loro sfida tenera e coraggiosa, ci hanno ricordato che può essere anche — e soprattutto — una splendida storia di amore fraterno.