Under 18
06 Novembre 2025
Un litigio in tribuna che ha fatto il giro della regione finisce in tribunale. Ancora una volta un'accesa discussione tra genitori in una partita di calcio fa notizia più della partita stessa, con il caso che è stato trattato dalla Corte Sportiva d'Appello Territoriale per rivalutare la decisione presa in primo appello. Quasi un mese fa la gara tra Rapid Torino e San Giorgio Under 18 aveva fatto notizia per la sospensione a pochi minuti dalla fine, per via di un litigio in tribuna partito da due mamme, poi allargato ad altri genitori. Qualche giorno dopo il Giudice Sportivo aveva assegnato gara persa ad entrambe le squadre, affidandosi al referto arbitrale per prendere la decisione, ma rispetto a quanto è emerso sono cambiate molte carte in tavola.
La partita, fissata sul 5-2 a favore del San Giorgio, sembra terminare in moderata serenità verso la fine dopo i canonici 90'. Al 44' della ripresa, però, l'arbitro di gara sospende l'incontro, per via di un grande tafferuglio partito da, come si legge nel comunicato, da «episodi di violenza da parte dei sostenitori delle due squadre». Come si legge dal comunicato del 6 novembre, che ha approfondito ulteriormente la vicenda, qualche calciatore presente in campo ha provato ad accedere alla tribuna per sedare la situazione, un calciatore del Rapid invece si è aggrappato alla recinzione, si legge, «Con atteggiamento minaccioso e aggressivo». L'arbitro si è quindi trovato costretto a sospendere inizialmente la partita per qualche minuto, nonostante i tentativi da parte dei due capitani e dell'allenatore del Rapid di riportare la calma, situazione che però non è stata sedata del tutto, portando poi alla sospensione definitiva.
Nei minuti seguenti tutti i dirigenti, sia del Rapid che del San Giorgio, hanno contribuito a calmare la situazione in tribuna, con nessuno che ha preso di mira l'arbitro e un litigio che, di fatto, è rimasto quasi totalmente circoscritto ai soli genitori.
Già il giorno successivo alla pubblicazione del nostro articolo il San Giorgio aveva espresso perplessità soprattutto sulla sconfitta a tavolino (arrivata ad entrambe le società) e soprattutto per la multa, addirittura più pesante di quella del Rapid padrone di casa che, in quel frangente, stava perdendo 5-2.
Il San Giorgio sostiene nel reclamo che «sui presunti tafferugli tra tifoserie non c'è mai stato un contatto fisico e che il tutto è rimasto circoscritto a un acceso scambio verbale». Oltre a ciò la società sostiene che «Nessun calciatore del San Giorgio si è avvicinato alle tribune, al contrario della squadra avversaria, che è stata sanzionata con una multa minore rispetta al San Giorgio».
Leggendo la decisione del Giudice Sportivo, conferma come non emerga responsabilità oggettiva da parte del San Giorgio, né dei calciatori, né dei dirigenti, ne dei propri tifosi, a differenza del lato Rapid, dove anche se in parte minore sono stati coinvolti dei tesserati della società biancorossa di casa. Il Giudice conferma la responsabilità del Rapid, in quanto un tesserato ha contribuito ad alimentare la tensione sugli spalti e in campo. «Tale principio di responsabilità oggettiva non ha carattere punitivo, ma mira a preservare l'equilibrio dei valori sportivi e la giurisprudenza endofederale», spiega la Corte Sportiiva d'Appello, aggiungendo come Il fischio finale può essere considerato come reale termine dell'incontro e non come sospensione della partita.
Perciò viene omologato nuovamente il 2-5 a favore del San Giorgio, annullando anche la multa di 300 euro a danno della società torinese.