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Under 17

Gli inizi da difensore e poi da portiere, ora è un bomber da 1.43 gol a partita

Marco Renna: l'inizio tra porta e difesa, i provini ad Inter, Atalanta e Monza e adesso la guida dell'attacco del Rozzano

Marco Renna

ROZZANO UNDER 17 • Marco Renna (foto di Luca Tiddia)

C'è una squadra nel girone B dell'Under 17 che sta volando. E' terza in classifica, è vero, ma a soli due punti dalla vetta e forte del riconoscimento collettivo da parte delle altre squadre come "la favorita".
E' il Rozzano di De Vito, una formazione forte e consapevole della propria forza, bella da vedere e composta da diverse individualità di spessore. Tra queste la punta di diamante è Marco Renna, un attaccante da 10 gol in sette partite giocate su otto in campionato, che arrivano a 12 contando le partite di Coppa.
Il classe 2009 è dotato di grandi doti fisiche che nulla tolgono alla tecnica che possiede, generando un mix perfetto per un grande attaccante che sta seminando il panico nelle difese avversarie.

GLI INIZI E IL CAMBIAMENTO

La sua passione per il calcio nasce guardando i video dei calciatori professionisti su Youtube, quelli che qualsiasi ragazzo ha guardato almeno una volta nella vita, sognando ad occhi aperti di giocare in Serie A o Champions League. E proprio guardando i video online di Chiellini, comincia il percorso calcistico di Renna: in ossequio al ruolo dell'ex capitano di Juventus e Nazionale italiana, Renna inizia la propria carriera a sette anni tra le fila dell'US Settimo Milanese nel ruolo di difensore. L'anno dopo il classe 2009 si sposta all'Alcione dove cambia ruolo, anche se quello di attaccante è ancora un miraggio lontano, indossando i guantoni da portiere, questa volta ispirato dalle gesta tra i pali di Donnarumma. 
A 10 anni il bel gruppo creatosi tra i ranghi dell'Alcione si sposta in blocco al Club Milano dove, dopo qualche tempo, il classe 2009 inizia ad avvertire le prime avvisaglie che qualcosa non va, o meglio, potrebbe andare diversamente: Renna, nonostante le qualità tra i pali, sente che forse il ruolo di portiere non è il suo. I compagni là davanti si passano la palla, segnano, esultano e lui invece tra i pali un pò si annoia. Qualcosa lo spinge a togliersi i guantoni e indossare, metaforicamente, la maglia col numero 9 sulla schiena.

IL NUOVO RUOLO

Si sa, giocare in porta è una vocazione. Al parchetto è il ruolo che una volta formate le squadre nessuno vuole ricoprire e il fascino di indossare i guantoni spesso è patrimonio esclusivo di chi questa vocazione la sente. Non sai perchè, ma mentre tutti battagliano proprio per non stare tra i pali, al punto da aver inventato soluzioni artistiche come " portieri volanti", tu, in un modo all'inizio forse anche a te sconosciuto, ti trovi bene proprio lì, dove nessun'altro vuole stare, in porta. Ma costringersi ad un ruolo che non è il proprio rischia di non rendere giustizia alle proprie qualità e avere un effetto controproducente. E il classe 2009, nonostante le indiscutibili qualità tra i pali che avevano portato a diverse chiamate da squadre di livello come Inter, Atalanta e Monza, si ritrova a vestire i panni dell'attaccante non più nel Club Milano, ma alla Rhodense. Qui Renna gioca finalmente nel ruolo che più gli piace per tre anni, quando arriva una chiamata da un numero conosciuto, quello dell'Alcione, dove il classe 2009 torna nel rinnovato ruolo di attaccante, ma, nonostante una media gol importante se rapportata ai minuti di impiego, non gioca molto e questo spiana la strada per l'approdo al Rozzano.

OGGI

Renna tende a giocare molto sulla fascia anche quando gioca da punta e, come da lui stesso raccontato, preferisce attaccare la profondità rispetto a giocare spalle alle porta facendo sponde, anche se, quando necessario, ovviamente si cimenta anche in quello.
Quest'anno il Rozzano è partito forte, subendo due battute d'arresto contro Casteggio e SC United che hanno generato lo stupore del resto del gruppo ma che non hanno frenato le ambizioni della squadra, come ricordato dallo stesso Renna: «Voglio vincere il campionato, questo è il primo obbiettivo». Il classe 2009, da vero attaccante, non nasconde poi le ambizioni personali: «Voglio vincere il titolo di capocannoniere anche se il campionato rimane la prima cosa, la più importante».
E il futuro? Un classico, ma che vale sempre la pena di ribadire: «nel mio futuro vorrei lavorare nel calcio, magari giocare in una squadra professionista».

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