Under 16
12 Novembre 2025
CG BRESSO UNDER 16 ● Diego Armetta è capocannoniere
Sono passati dieci anni da quando quel bambino biondo, con la maglia numero 16 (molto più grande di lui), assaporava per la prima volta il gusto del gol. Aveva cinque anni, era alla sua prima partita e già si capiva qualcosa: progressione in profondità ad ampie falcate, un tocco e poi il destro incrociato, tra tutti i genitori che gridano «vai Diego!». Armetta quel giorno segnò contro dei bambini più grandi di lui. Dieci anni dopo ecco che il fanciullo è cresciuto, ma non tutto è cambiato. La sensazione di déjà vu persiste: Diego, classe 2010 bomber affermato in Under 16, debutta contro dei ragazzi più grandi di lui in Under 19 Élite. Misurarsi continuamente con chi ha più esperienza: questo significa non avere paura di nessuno.
Armetta non nasconde le emozioni provate prima di mettere piede in campo: «Era la prima volta che giocavo con loro, ma sin da quando mi hanno chiesto di allenarmi con loro ci ho sperato. Quando il mister mi ha chiesto di entrare ero molto felice e anche un po' agitato, ma volevo dare tutto dimostrandogli quanto ci tenessi. Non ho avuto molte occasioni da gol, ho fatto un paio di scambi con l'altro attaccante e ho guadagnato una punizione. Sono soddisfatto, la differenza d'età si sentiva, ma sono riuscito a cavarmela bene». Difficile non farsi intimorire da giocatori così tanto più esperti, ma per Diego non c'è problema e quindi ecco che al 40' del secondo tempo, entra in campo con i più grandi nel corso della partita in casa dello Schuster (persa 4-2): «A cinque anni giocavo con i ragazzi più grandi di me perché la mia categoria non c'era, ma il vero segreto è questo: ho due fratelli più grandi di me che giocavano a calcio e quando giocavano con me non mi facevano mai vedere la palla. Quindi, quando gliela rubavo, erano loro a non vederla più!».
L'educazione famigliare è servita: il sabato debutto in Under 19 Élite, il giorno dopo Armetta ha giocato con i suoi coetanei e, ovviamente, è andato a segno. Il suo timbro, insieme a quelli di Guadagna e Fidani, è valso il 3-0 in trasferta contro il Cologno: «Stavamo attaccando, mi arriva la palla in area di rigore. Faccio un sombrero al difensore che mi stava attaccando e la metto nell'angolino alla destra del portiere». Con quest'ultimo gol, il bomber del CG Bresso vola a quota 11 reti, raggiungendo Michele Miele della Lombardia Uno in vetta alla classifica marcatori: «Cerco di dare sempre il massimo in ogni partita, quindi un po' me l'aspettavo di essere il capocannoniere. Prima dell'inizio del campionato mi ero posto come obiettivo vincere la classifica marcatori. Voglio chiudere la stagione con almeno 20 gol».
Al di là degli obiettivi personali, il vero scopo di un bomber è trascinare la propria squadra. Il CG Bresso sta disputando un ottimo campionato: al momento è terzo nel Girone G, alle spalle di Serenissima e Cus Bicocca, a due punti di distanza. Contro i biancogrigi finì 2-2 e, ovviamente, Armetta ci mise lo zampino: «Il Cus Bicocca è migliorato molto dall'anno scorso. Il mio gol è iniziato con un recupero a centrocampo, poi la palla è stata imbucata in area di rigore per me: tiro, tunnel al portiere e gol». Per lo scontro diretto contro la squadra di Polizzi bisognerà attendere sabato 22 novembre: «Contro la Serenissima sarà una partita molto importante e molto difficile, ma non abbiamo paura e daremo tutto. Crediamo di poter vincere il campionato, anche perché l'anno scorso siamo arrivati secondi e vogliamo la nostra rivincita».
E dire che l'anno scorso i neroverdi ci erano andati proprio vicini: la squadra terminò il percorso al secondo posto, alle spalle dell'Ardor Bollate, dopo che l'ultimo scontro diretto tra le due terminò per 5-4 in favore degli arancioneri. Quel giorno si spensero le speranze di titolo, ma non tutto fu da buttare: «Dopo la partita contro l'Ardor, mister Catania era contento della nostra prestazione perché avevamo dato tutto. Era felice anche di come siamo cresciuti come squadra e come gruppo». Quest'anno però il CG Bresso non ha intenzione di farsi mettere i bastoni tra le ruote da nessuno e, trascinato dal suo bomber, può sognare in grande. Il bambino è cresciuto, ma non è cambiata la sua voglia di segnare.