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Under 17

Sotto età, subentrato e autore di una doppietta, poi la dedica speciale: «Sono per la mia bisnonna»

Pietro Sabetti è l'uomo del momento in casa Cedratese: la storia di un weekend memorabile

Pietro Sabetti, asso della Cedratese

UNDER 17 CEDRATESE • Pietro Sabetti

Ogni grande storia nasce così. Da una concatenazione di sguardi: l’allenatore si gira, tu attendi solo la sua chiamata alle armi, i compagni fanno il necessario per caricarti. Con una pacca sulla spalla, con un cinque che diventa dieci, con un sorriso che responsabilizza e inorgoglisce. Poi, il cambio di basso: “scaldati”. Testa bassa, preparazione accorta, l’adrenalina in trepidante crescita. Infine, il momento tanto desiderato: ultime indicazioni, si va. Obiettivo? Dare tutto, senza mai mollare, per non covare rimpianti. Sfida accettata.

Accade su ogni campo, assume valori e valore in base al contesto, ma è un’emozione difficilmente barattabile. Chiedere a Pietro Sabetti, che lo scorso sabato è andato persino oltre i limiti. Motivo, semplice: entra sul precario risultato di 2-1, segna altri due gol nel giro di 120 secondi, trascina la sua Cedratese a un 6-1 finale senza storia contro il Gavirate. Non basta? Sappiate che era il quarto spezzone giocato con la classe 2009 del club varesotto. Lui è 2010. Del resto, le grandi storie nascono anche così.

 

IMPATTANTE

 

Poche parole, dai molteplici significati, con un fine preciso: lasciare il segno. Pietro è tanto schivo quanto determinato. Prendere o lasciare: sappiate che ha occhi ed energie solo per il pallone. Quel sogno sferico che, difatti, inizia a rincorrere subito. A Olgiate Olona, poi alla Pro Patria. Esperienza effimera, sì, ma indubbiamente arricchente: gli darà la possibilità di trovare slancio e fiducia. Direzione? Gorla Minore, agli ordini di Davide Tomanin. Risultato? Vincente: conquista il campionato provinciale Under 14, sfiora i playoff di Under 15 e convince tutti. Tra l’altro, in un ruolo che non gli appartiene: prima di vestire i panni del bomber, Sabetti era un difensore. Poi, l’intuizione: risalire il manto e assestarsi lì, nei pressi della gloria. Processo avallato dall’allenatore dell’epoca e, dettaglio non ininfluente, dalla carenza offensiva del gruppo di allora. Niente di debilitante: il ragazzo c’è e osa. La strada è tracciata e…parte con una tripletta in amichevole. Insomma, era scritto nelle stelle.

Poi, la sterzata. Gallarate chiama, la Cedratese alza la cornetta. Pietro, ovviamente, risponde presente.  E anche se l’inizio non è dei migliori (causa guaio fisico), ha il merito di crederci sempre. Risultato? Vincente, again: sormontato l’ostacolo, il cuore torna a battere. Il ritmo è delle imprese più belle, quelle che restano. Che graffiano. Che soffiano sui ricordi e sulla vita. C’è un significato profondo, nei suoi primi gol biancazzurri. Figli di una forza insita, di un talento indomito e di una legge non scritta. Ma rintracciabile sempre lì. Sempre nelle stelle. Dal Vangelo secondo Pietro.

PROMESSA MANTENUTA

 

Sabato 15 novembre. Da una parte la Cedratese, dall’altra il Gavirate. Categoria, Under 17 regionale. In palio, punti pesanti: tra chi brama la top 5 e chi, dietro, lotta per la sopravvivenza. Applicazione della legge di Darwin, parziale: alla fine, vince sempre il più forte. Padroneggiano i primi, con un netto 6-1. Senza storia? Affatto: è stata una partita dai mille volti. Anche se, a spiccare, sono i tratti del nostro protagonista. Proprio lui, proprio Sabetti.

Alt, facciamo un passo indietro. Dove nasce la sua centralità negli schemi della classe 2009? Risposta non scontata: «Dietro la mia crescita c’è il lavoro della società e del tecnico Paolo Fera, che ha deciso di tenermi anche se ho un anno in meno. Ha creduto in me fin dal primo giorno di allenamento, lo ringrazio molto». Ovviamente, fiducia ripagata: gioca qualche spezzone e dà sfoggio delle sue qualità. Nell’ordine: «Mi sento avvantaggio nella velocità, nel fiato e nel dribbling, complice anche un fisico che favorisce queste caratteristiche». Punti deboli, uno: «Devo migliorare la finalizzazione». Eppure non si direbbe. L’ultimo match ne risalta esattamente la duttilità e il cinismo nei momenti topici. Ma il calcio, si sa, premia gli sforzi. Detto, fatto.

Minuto 58, l’ingresso in campo. Minuto 67, gol del 3-1. Minuto 69, sigillo del 4-1. A scanso di banalità: incamera due reti da vero bomber. Una con il tempismo e la freddezza dei grandi 9; l’altra con la sterzata e la precisione dei veri 10. In purezza. In nome di una promessa, rivolta a chi vive oltre la vita: la sua amata bisnonna. Palla a Pietro: «Credo che la doppietta sia stata un segno del destino. La notte precedente era venuta a mancare e ho deciso che le avrei dedicato il gol. Così è stato». Dita puntate verso il cielo, segno di gratitudine eterna, e ondata di spensieratezza travolgente. Estasiante: «È stato bellissimo sbloccarsi ed essere abbracciato dai miei compagni, poi addirittura hanno iniziato a urlare il mio nome dalla tribuna. Non dimenticherò mai questa serata, è stata magica». La prima di tante, perché la stagione è ancora lunga. Ma Sabetti  ha già le idee chiare. Anzi, chiarissime: «Siamo una squadra forte e determinata, anche se abbiamo perso un po’ di giocatori chiave. Lo spirito è comunque rimasto intatto. Puntiamo ai playoff». Extra-campo, lo stesso motto: passione per la cucina. E allora, lasciamolo cucinare. Sarà romantico.

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