Under 16 Élite
19 Novembre 2025
SPERANZA AGRATE UNDER 16 ÉLITE • Cristian Pozzi il diez dei rossoverdi di Sangaletti
Se le intenzioni lanciano significati, le azioni le mettono in pratica, ma per il diamante classe 2010 che sta tirando fuori dal suo cilindro un gol più bello dell'altro, a parlare sono solamente una cosa: i fatti. Il famoso film ambientato in quel di Washington intitolato «The Silent Man», andrebbe rigirato attualmente ma in quel di Agrate. Perché se il protagonista Mark Felt, interpretato da Liam Neeson parlando poco fece crollare gli altarini della Casa Bianca negli anni 70, Cristian Pozzi sta facendo crollare le difese del girone C, grazie alla sua tecnica e visione di gioco semplicemente fuori dagli schemi. «Le Petit Diable» di Via Archimede, non ha il vizio di parlare molto perdendosi in troppe chiacchiere e alle parole lascia parlare il campo. Della sua concretezza se ne accorgono tutti a partire dal tecnico, Francesco Sangaletti il quale da inizio stagione si sta letteralmente godendo la versione prime dell'ex Tritium. Numero 10, passione per gli assist e altruismo da vendere, tutte le qualità che un leader tecnico deve assumere, il pittore di Liscate le ha eccome e al suo secondo anno in Élite, le sta mostrando a voce alta.
Il percorso di Cristian nasce da parecchio tempo fa, quando all'età di 4 anni inizia a giocare a calcio nel Valentino Mazzola, squadra guidata dal presidente Sergio Biondini, il quale per lui è considerato metaforicamente come secondo papà. Dopo pochi anni però effettua il passaggio all'Argentia di Gorgonzola, disputando una stagione ineccepibile senza mai perdere una partita. Annata indimenticabile che gli frutta la selezione da Roberto Ricella ai tempi della Tritium, prima di passare ad Albinoleffe ed Inter, il quale tra alcuni nomi scelti figura anche quello di Cristian. Esperienza imprescindibile avvenuta nel momento perfetto, il livello si alza e il pittore di Liscate trova in panchina il tecnico Cortesi, colui che allenò un certo Sandro Tonali nel settore giovanile del Brescia.
Lo reputa come step veramente cruciale all'interno per la sua crescita, nonostante nell'anno dei giovanissimi la squadra di Trezzo sull'Adda, si trova a disputare il campionato provinciale. Per Pozzi e i compagni non c'è problema, e sotto la guida tecnica di Simone Villa, il quale l'anno dopo prese la destinazione Giana Erminio, la Tritium vince il campionato da imbattuta, con una sorpresa altisonante. Ebbene sì, dai classe 2010 all'interno di un campionato provinciale, ai classe 2009 promossi dai regionali ai regionali Èlite, campionato che Pozzi frequenta l'anno seguente sempre con la maglia biancazzurra indossata. Lui la definisce come «esperienza incredibile», con l'allenatore Giancarlo Viscardi, Cristian e i compagni mettono in pratica una vera impresa, in cui il piccolo diavolo, battendo corner e punizioni mette a segno 20 assist e parecchi gol, riuscendo a salvare la categoria formando la crescita di parecchi lati personali e caratteriali in partite sentite, in cui si deve dare d'obbligo il 100%.

Nel linguaggio giovanile attuale il Prime, non rappresenta il momento, ma quel momento. Un punto della tua avventura in cui ti senti maturato e migliore del passato. Quello che in pratica sta vivendo il 10 di via Archimede, il quale appena arrivato alla compagine di Agrate, si è subito sentito parte di una famiglia molto affiatata, percependo la fiducia da parte di tutti e sentendosi imprescindibile per la squadra. Anche per questa volta ha trovato un allenatore come Sangaletti, capace di valorizzare le sue qualità, definendo con questo ottimismo questa sua avventura in Brianza: «Da quando sono arrivato qui, nessuno ha mai cercato di sbarrarmi la strada. Tutti mi hanno fatto sentire speciale e ancora una volta ho trovato un super allenatore come Sangaletti, il migliore che abbia avuto e penso che nessuno come lui mi abbia fatto sentire così. Mi ha sempre dato la sua massima fiducia».
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Il suo momento migliore è dovuto soprattutto alla fiducia che Cristian sta riscontrando da parte di parecchie persone, e ora il fantasista della Speranza vuole battere il ferro finche è caldo. I suoi 5 gol da capocannoniere della squadra, testimoniano la sua predisposizione offensiva a centrocampo ma anche la caparbietà di andare con carattere sui contrasti, amministrando talvolta il palleggio in mediana, tendendo spesso ad abbassarsi anche come doppio play, in base alle esigenze che la gara comporti. La data che Le Petit Diable non scorderà facilmente è solo una: 28 settembre 2025. Un gol che tira fuori tutti i pensieri e le paranoie che Cristian covava da tempo, perché nella sfida interna contro la Real Calepina, una magia imperiale del numero 10 decide il match e porta tre punti pesanti alla Speranza. Ma il fattore da considerare è un altro, Cristian dopo tempo è tornato ad essere decisivo, proprio lui che ha sempre preferito gli assist ai gol peccando forse secondo lui a volte di altruismo spiccato, quel gol spettacolare gli è servito come sblocco prendendo ampia fiducia. Da lì infatti mentalmente il pittore di Liscate ha fatto un upgrade rilevante, provando a calciare da fuori, tentando sempre più dribbling e quando serve accantona quel pizzico di altruismo sostituendolo con un filo di egoismo, che spesso in questi casi serve eccome, soprattutto nel suo ruolo.
«In cosa mi sento bravo? Sicuramente nell'altruismo, cosa che a molti manca», così Cristian si esprime in merito ad una sfaccettatura imprescindibile del suo carattere. La riconoscenza è un sentimento che da parte del suo bagaglio emotivo, infatti tiene a ringraziare tutti gli allenatori avuti da piccolo fino ad ora, i quali lo hanno aiutato a migliorare tecnicamente e caratterialmente. Il suo obiettivo personale come quello di tutti i suoi coetanei e giù di quell'età è solo uno, quello di alzare l'asticella e arrivare nei professionisti. La missione da raggiungere invece a livello corale per la Speranza Agrate, è quella di salvare l'Élite cercando di dare il 100% per una società che lo ha fatto sentire importante.
La sua fonte d'ispirazione nel calcio odierno solo a livello tecnico e Lamine Yamal, proprio la young star del Barcellona ha fatto breccia nel suo animo, per il motivo delle aspettative molteplici che nutre sulle spalle, ma nonostante tutto riesce a giocare con spensieratezza e d'istinto. Così Cristian tiene a sottolineare i motivi per cui si ispira al fenomeno spagnolo: «Mi ispiro a Yamal, non per un fattore caratteriale e ma perché ogni tanto mi servirebbe la spensieratezza e dovrei credere più in me stesso». Naturalezza, purezza e concretezza, Pozzi da silent man fa parlare i suoi gol mostruosi prima di tutto, non tutti i maghi indossano un cappello, per Cristian basta la maglia rossoverde.