Under 16 Élite
03 Dicembre 2025
UNDER 16 ÉLITE OLGINATESE • Riccardo Carsana
Ci sono percorsi calcistici che procedono senza rumore, costruiti più dalla pazienza che dall’evidenza immediata. Quello di Riccardo Carsana segue questa linea sobria, scandita da piccoli passi che oggi sembrano allinearsi con maggiore regolarità. L’esterno alto dell’Olginatese Under 16 arriva infatti da due gol consecutivi — prima contro il Mariano, poi contro l’Accademia Bustese — che portano a tre il totale stagionale e suggeriscono l’inizio di un momento più stabile. Non un’etichetta, né un salto definitivo, ma un segnale: forse Carsana ha trovato un ritmo che gli era sfuggito nei mesi iniziali. E per un ragazzo che sta ancora costruendo il proprio modo di stare in campo, anche una breve scia può valere come indicazione preziosa. Guardare indietro, allora, serve a capire come è maturato questo piccolo avanzamento, e quali tappe lo abbiano accompagnato fino a qui.
La sua avventura nel calcio comincia prestissimo, a quattro anni, nel Monte Marenzo — la squadra del suo paese. Un inizio semplice, di campetti e pettorine che profumano d’erba bagnata, in cui la dimensione del gioco supera quella della competizione. A sette anni arriva il passaggio alla Cisanese, dove incontra l’allenatore che segnerà profondamente la sua crescita: Stefano Mazzoleni. «Lo ringrazio davvero perché mi ha fatto crescere sotto tutti i punti di vista», racconta Riccardo, con un tono che non cerca l’enfasi ma restituisce un riconoscimento sincero.
Poi, la tappa decisiva: l’arrivo all’Olginatese nella scorsa stagione. Un ambiente nuovo, più competitivo, che però accoglie Carsana come parte del progetto. «Per tutto quello che ho fatto finora devo ringraziare i miei genitori e i miei amici di Monte Marenzo. Sono loro che mi hanno sempre sostenuto». Sullo sfondo, una rete affettiva che accompagna ogni scelta.
Accanto al percorso nei club, c’è un’altra parentesi che Riccardo considera speciale: quella nella Rappresentativa. «È stata un’esperienza davvero bella. Abbiamo creato un grande gruppo e quello è stato il punto decisivo per arrivare dove siamo arrivati». Nei ricordi del ragazzo c’è anche un nome che ritorna con un sorriso: Tommaso Briganti del Villa Valle. «È da sempre il mio migliore amico, ed essere lì insieme è stato qualcosa di cui vado davvero fiero». È uno di quei capitoli che restano, a prescindere dai risultati.
Nel presente, invece, a parlare sono le partite. E quella che più racconta l’Olginatese — e Carsana dentro l’Olginatese — è l’ultima prova in casa dell'Accademia Bustese, costruita attraverso tre gol che hanno lo stesso sapore: quello di un gruppo sincronizzato. Il primo nasce da un recupero palla rapido, quasi istintivo. La squadra riparte, l’azione si cuce con precisione, fino alla conclusione di Brentani: destro pulito, palla che sale e si appoggia sotto l’incrocio. Il genere di gol che mette subito un segnalibro sul match.
Il secondo porta la firma di Rasca, che si avventura sulla linea di fondo, scarta due avversari con una naturalezza che sembra allenata da tempo e poi calcia sotto la pancia del portiere. Un gol vissuto più che costruito, pieno di iniziativa individuale. Infine, la rete di Carsana. «Rasca ha crossato da destra, dal limite dell’area. Io sono saltato nell’area piccola e di testa l’ho messa all’altezza dell’incrocio». Una descrizione asciutta, senza bisogno di sovrastrutture: la fotografia nitida di un gesto tecnico efficace, frutto di un tempo d’inserimento che sta migliorando partita dopo partita.
Tutto questo inserito in un sistema tattico preciso: il 4-3-3 di Viscardi che caratterizza la squadra. «Il mio ruolo era quello di esterno destro, con il compito di seguire il loro braccetto di sinistra nei momenti in cui attaccavano». Una responsabilità che va oltre l’estetica del dribbling: significa attenzione, sacrificio, lettura. Significa essere parte attiva della fase di non possesso, cosa non sempre scontata per un giocatore offensivo della sua età.
Rimanere all’Olginatese, per Riccardo, non è stata una scelta tormentata. Piuttosto, un gesto naturale. «Motivi particolari non ce ne sono stati, però l’anno scorso mi sono trovato bene con il gruppo e mi sono inserito subito. Per questo ho deciso di rimanere». A volte è la semplicità a definire le decisioni migliori: sentirsi parte di qualcosa, riconoscere un ambiente che funziona, proseguire il lavoro. Sul piano personale, però, c’è un punto su cui Carsana riflette con estrema lucidità: il fisico. «Devo sicuramente migliorare sotto quell’aspetto, perché non sono molto alto e a livello fisico faccio un po’ di fatica». Lo dice senza giri di parole, come chi ha compreso che la crescita passa anche da ciò che manca, non solo da ciò che già funziona.
Nei pensieri più immediati c’è la prossima partita, quella con la Vis Nova. «Mi aspetto una gara agguerrita ma molto aperta, con diverse occasioni da entrambe le parti». È il modo di guardare avanti di chi sente che la squadra è viva, e che potrà giocarsi le proprie carte con coraggio. Tra le gare che definiscono meglio l’identità del gruppo ce ne sono due: Vigor e Accademia Varesina. «In entrambe abbiamo vinto 7-1 e oltre a giocare bene abbiamo giocato come una vera squadra». Questo passaggio, più di tutti, racconta questo spogliatoio: l’idea di squadra prima del risultato, la coralità prima dell’individualità.
A livello di assist, Riccardo non tiene i conti con precisione. «Penso di essere a 4 o 5». Un dettaglio che rivela un approccio concreto: ciò che importa è ciò che dà alla squadra, più che le statistiche esatte. E alla fine, arrivano le caratteristiche che definiscono davvero il suo modo di stare in campo. «La tecnica, ma soprattutto la velocità». Due tratti che si vedono, ma che lui descrive con naturalezza. Sono strumenti, non etichette. E sono la base su cui continua a costruire.