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Under 17 Elite

Da esterno a punta come Marcus Thuram: l'élite del calcio ha un nuovo predatore

Un'intuizione del tecnico gli ha cambiato ruolo, oggi è il capocannoniere del campionato

Cristian Di Stefano

UNDER 17 ELITE: "Psycho Mantis" Di Stefano

Categoria "Elite": terra di eccellenze, speranze vive, talenti da massima vetrina regionale. Arena di grandi bomber, predatori d'area che ogni domenica scendono in campo con un obiettivo preciso: lasciare il segno, là dov'è più difficile incidere. Perché se è vero che chi ha l'istinto la porta la vede a ogni livello, è importante ammettere che i gol hanno un peso diverso a seconda di dove li fai. E a chi li fai. Nel Girone A, quello che da Sant'Angelo Lodigiano attraversa la parte occidentale di Milano, risalendo una dorsale che passa da Rho, Castellanza, e arriva fino al varesotto, dopo dodici giornate di campionato la classifica cannonieri la comandano in tre con otto reti: Riccardo Pacecca del Club Milano, l'asso nella manica di Schenato che entra dalla panchina e fa sfracelli; Manuel Ranieri dell'Assago, il riferimento di Soresini, attaccante completo temuto; e Cristian Di Stefano, protagonista di una Masseroni che dopo un avvio di campionato non semplice ha ingranato - anche grazie ai suoi gol - un ritmo da capolista.

DA ALA A CENTRAVANTI

Classe 2009, già tante esperienze diverse che ne hanno riempito il bagaglio. Rhodense, dove ha cominciato, poi Accademia Inter, Atletico Alcione, ma anche Sedriano, Seguro e Real Trezzano tra la maglie indossate. Dall'anno scorso, però, la sua casa è la Masseroni, contesto in cui - soprattutto in questa stagione - ha trovato l'alchimia perfetta per mutare da un giocatore interessante a un giocatore determinante. Per modellarsi e trasformarsi in un profilo di calciatore diverso, che sta attirando sguardi diversi e prestigiosi.

Sono i numeri a dirlo, e sono i gol a parlare per lui. Ma c'è una ragione tecnico/tattica alla base della metamorfosi. Di Stefano fino a qui era un esterno d'attacco, un'ala. Ruolo che ne metteva a frutto spunto e rapidità, ma che lo teneva più lontano e decentrato dall'area di rigore. Simone Zonca allora ha l'idea; un'intuizione che riporta alla mente l'arrivo a Milano di Marcus Thuram, accompagnato da qualche perplessità iniziale poiché anche il francese, fino al passaggio in nerazzurro, non era mai stato una primissima punta. Ma se il Tikus si è conquistato fama e gloria a San Siro completando il tandem d'attacco con Lautaro, il ruolo pensato per lui dal tecnico è quello di punta centrale. Scommessa che rappresenta un cambio drastico quanto coraggioso.

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LA NASCITA DELLA MANTIDE

Scommessa che si sta rivelando vincente, perché accanto alla velocità e all'elasticità dell'ala, Di Stefano ha anche fisico, la fame che deve avere un bomber, e la voglia di lottare e sacrificarsi per la squadra. Impegnando i difensori, tenendo palla per far respirare i compagni, andando sugli avversari per il primo pressing. Ma perché la mantide? Suggestioni e ispirazioni calcistiche. Negli angusti spazi di via Terzaghi, sul campo probabilmente più piccolo della categoria, si gioca un calcio diverso fatto di seconde palle; di reazione più che di costruzione. Un calcio che molto spesso si trasforma in una difficoltà in più per la stessa Masseroni. Su quel campo per colpire serve cogliere l'istante giusto, non c'è spaziotempo per un tocco in più, per pensare una soluzione diversa da quella dettata dal primo istinto. Da qui l'immagine di un predatore di precisione, vorace e insieme chirurgico. Le movenze plastiche completano l'affresco di un giovane calciatore in fiducia con se stesso, con il tecnico e con i compagni. Una punta versatile capace di segnare in tanti modi, anche su calcio di punizione come dimostrato nell'ultima uscita in quel di Sant'Alessio. 

Ora però viene il bello. Perché stupire è difficile, ma confermarsi su certi livelli lo è ancora di più. Sabato arriva l'Accademia Inter di Beppe Bergomi. Gente come Imparato, Piva, Bacci, il portiere Tedeschi e un baluardo difensivo come Andrea Melchiori da sfidare. E poi la capolista Varesina. Dal campo più piccolo al più grande - quello di Vedano Olona -. Sette giorni in cui toccherà cambiare pelle. Sette giorni dopo i quali si capirà meglio dove potranno arrivare questa Masseroni e il suo bomber principe.

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