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Under 15

Giocava in squadra con suo fratello maggiore, ora è il capocannoniere con un gol ogni 62 minuti!

Le coincidenze con Mandžukić e la chiamata di Maltagliati: Galletti si gode il bomber Pietro Capone

Pietro Capone dell'Arconatese

ARCONATESE UNDER 15 • Pietro Capone capocannoniere del girone

«Capo ci sei?» La risposta del bomber è scontata come non mai: «Sempre al posto giusto»Questo è un estratto, forse, del più classico dei dialoghi tra il tecnico dell'Arconatese, Franco Galletti e Pietro Capone. Per riassumere il suo valore basterebbe sfogliare il vocabolario italiano-latino, fino ad andare a sottolineare la voce: «Avere senso della kairos». Quella filosofia capace di indicare il momento perfetto per svolgere un'azione. Insomma, il finalizzatore di via delle Vittorie si fa sempre trovare nel punto giusto e al momento giusto. Vocazione o indole? No, per lui parlano i gol e per adesso ne ha già fatti 13 ma in 14 presenze e 3 in 2 gare di Coppa Lombardia. Il gol sembra averlo nel sangue e soprattutto nel corso della medesima annata, il suo spostamento da ala a punta di diamante condotto dall'ex tecnico del Valle Olona, si è rivelato scoppiettante e parecchio redditizio. Giocare con il proprio fratello non ha prezzo e la chiamata del direttore Maltagliati, non ha lasciato scampo a dubbi. Il cecchino di Busto Arsizio, sta vivendo il suo momento migliore. 

FRATELLANZA E LA GRANDE CHIAMATA

La storia che lega Pietro al mondo del calcio parte all'età di 5 anni, quando rimaneva immobile ad osservare per ore e ore suo fratello più grande di 12 mesi, allenarsi in settimana e giocare nel weekend. Muove i primi passi all'Antoniana, una delle squadre della sua città, rimanendo lì per due stagioni di cui l'ultima insieme a suo fratello Emanuele, ora in azione al San Giorgio Legnano. Successivamente, il bomber decide di cambiare aria e di passare alla Castellanzese condividendo lo spogliatoio insieme a parecchi dei suoi amici più fidati. Tra le file neroverdi passa ben 6 anni, prima di ricevere la chiamata del direttore sportivo del settore giovanile dell'Arconatese e campione della Supercoppa Uefa nel 1993 con il Parma di Alberto Malesani: Roberto Maltagliati.

 

Così il trasformatore, ammette la sua volontà nell'accettare la proposta di giocare in quel di Arconate«Sono stato convinto quasi sin da subito, da diversi ex compagni e dall’idea del direttore sportivo Maltagliati, i quali mi hanno convinto a giocare per l’Arconatese. Ora sono due anni che gioco qui e sono molto contento della società, dei compagni e del tecnico». All'interno del rettangolo verde, nel caso di Pietro d'altronde bomber si diventa ma non si nasce, perché per arrivare a gonfiare la rete, prima bisogna difenderla e il suo primo ruolo della sua carriera è proprio quello dell'estremo difensore. Successivamente passa a giocare in difesa, prima degli ultimi quattro anni schierato nel reparto avanzato da esterno a punta. 

CHE RAPPORTO CON GALLETTI!

Con il gruppo si trova alla perfezione, ma con il tecnico Galletti ancora di più, il quale non smette mai di essere da mentore nel nuovo ruolo da adottare, aiutandolo sempre di più anche nei momenti difficili. Il rapporto con Galletti, lo reputa speciale e per lui rappresenta il suo vero punto di forza: «Con lui ho un grande rapporto, mi aiuta nei momenti di difficoltà e negli errori che faccio ma non fa mancare mai una risata al momento giusto». Il momento in cui si è sentito più orgoglioso nel corso di questa prima fase di annata, è sicuramente il gol decisivo dell'1-1 in quel di Rho nella sfida poi vinta 2-1, contro la capolista Rhodense. Un sigillo dato dal suo solito marchio di fabbrica, il tap-in alla Pippo Inzaghi da sontuoso opportunista.

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Il cecchino di Arconate non si è sentito solamente orgoglioso del gol, ma di quel senso di consapevolezza che vale molto di più: «Mi sono sentito molto orgoglioso soprattutto per la partita che siamo riusciti a fare, a livello di gruppo e di squadra». C'è però anche un altro momento d'oro, nel corso della stagione per il bomber, ovvero la gara di Coppa Lombardia contro l'Accademia Bustese: «La vittoria contro la Bustese in Coppa, mi ha fatto credere ancora di più in me stesso ed è stata la partita che ha svoltato il momento per arrivare a questo andamento positivo». 

LE COINCIDENZE CON MANDZUKIĆ

I superpoteri del classe 2011 sono parecchi, ma tra tutti non possiamo non trovare la fisicità, il senso del gol e della posizione maturato negli ultimi tempi e la sua accoglienza e disponibilità anche fuori dal rettangolo verde, capace di includere tutti i suoi compagni. Ma ovviamente non lascia trasparire il valore della scuola, in cui Pietro tiene ad andare molto bene. Il suo idolo da bambino è sempre stato Mario Mandžukić, per una serie di coincidenze assurde tra i due. Ebbene si, Pietro Capone e Mario Mandžukić, sono nati lo stesso giorno dello stesso mese: il 21 maggio. Tutto qui? Non direi proprio, perché i due si sono rotti il naso nello stesso periodo: nel novembre del 2018. Oltre a questo legame, ammira l'ex calciatore croato per la sua bravura in campo, anche se lo ha sempre colpito «El Pipita», Gonzalo Higuain. Tra i suoi compagni ha legato praticamente con tutti, ma soprattutto con Colombo e Romeo.

 

Il gol più bello siglato fino ad ora, non può non essere quello contro la squadra del fratello, il San Giorgio, alla quinta giornata di campionato, il secondo della doppietta realizzata. La sua specialità è il gol di testa da arciere, per questo motivo i gol più roboanti per il bomber, sono quelli in elevazione. Gli obiettivi da raggiungere? Per la squadra, non altro che cercare di arrivare più in alto possibile in classifica, ma sempre divertendoci. A livello personale invece, è quello di migliorare in tutte le sue caratteristiche e aiutare il più possibile il suo gruppo. La voglia di segnare è tanta e non si placherà per nulla, anche dopo la sconfitta che ha sancito la perdita dell'imbattibilità dei ragazzi di Galletti, maturata contro il Canegrate. 

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