È nato per segnare! Il classe 2011 ha la media di un gol a partita e non vuole fermarsi

Nel linguaggio calcistico, “bomber” è il termine che viene utilizzato per riferirsi all’attaccante specializzato nel segnare gol, al finalizzatore puro, capace di trasformare anche poche occasioni in reti ma, soprattutto, all’interprete del tempo e dello spazio, che sa farsi trovare nel posto giusto al momento giusto. Nel lessico più narrativo, è colui che trasforma il gioco in esito, che dà un significato concreto al possesso e alla manovra. In questo senso, Gabriele Paolo Tameni incarna perfettamente il significato più profondo della parola. I suoi 14 gol, segnati fino ad ora, non sono mai stati casuali, ma semplicemente il risultato di una sensibilità costruita nel tempo, di una mente pronta a scegliere prima ancora di colpire.

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IL SUO PERCORSO

La passione di Gabriele non è esplosa all’improvviso, ma è cresciuta in silenzio, giorno dopo giorno. Per il bomber padenghino il calcio non è mai stato solo un pallone che rotola sul campo, ma una religione imparata da piccolo. Prima ancora di segnare gol, ha imparato a guardarlo davanti alla televisione, respirando così partite, voci ed emozioni. La passione è nata con il tempo dentro di me, da sola, perché nessuno della mia famiglia era particolarmente appassionato - spiega il ragazzo. Quel bambino curioso oggi è un attaccante proficuo, ma dietro quei numeri c’è un percorso fatto di sacrifici, lavoro e crescita.

I primi passi sul campo arrivano nei Pulcini dove vive, insieme ai suoi amici d’infanzia, un’esperienza breve ma significativa, prima del trasferimento al Montichiari. Qui Gabriele resta per otto anni, un periodo lungo e fondamentale per la sua formazione: qui ha imparato la pazienza, la disciplina e l’importanza del lavoro quotidiano. Crescere in questo ambiente significa per lui imparare a conoscersi, ad affrontare momenti difficili e a costruire delle basi solide. Il suo percorso, da due stagioni, lo ha portato al Vighenzi. Fin dai primi giorni ho trovato un ambiente sereno, positivo, in cui tutti sono lì, a tua disposizione, per farti migliorare e crescere - commenta Gabriele. Forse è proprio il sentirsi a casa che ha fatto la differenza, perché qui il ragazzo ha trovato spazio e fiducia per esprimersi.

IL RAPPORTO CON LA SQUADRA E GLI OBIETTIVI

I 14 gol segnati fino ad ora in stagione non erano un traguardo scontato: se devo essere sincero - spiega il bomber - a inizio anno mi sentivo che avrei potuto segnare tanto, perché sapevo di aver lavorato bene durante l’estate. Gabriele è consapevole che nel calcio nulla arriva per caso e che ogni rete è il risultato di allenamenti, attenzione ai dettagli e voglia di migliorarsi. Sottolinea che, tutto questo non viene da solo, ma nasce grazie anche al contributo della squadra e del mio allenatore, Paolo Colosio. Il mio rapporto con lui è fondamentalmente. Si tratta di un legame nato già dalla scorsa stagione, costruito sul dialogo e sulla fiducia. Parliamo spesso, ci confrontiamo e mi sento di essere cresciuto molto grazie ai suoi consigli.

Fuori dal rettangolo verde, Gabriele osserva e studia. Tifa Inter e, non a caso, il suo punto di riferimento è Lautaro Martìnez, di cui ammira la leadership e la capacità di incidere con pochi tocchi. Legge articoli, analizza i movimenti e cerca degli spunti da riportare nel proprio gioco. Il suo sogno è chiaro e ben definito: diventare professionista il prima possibile. Ma intanto, nel presente ci sono obiettivi ambiziosi ma concreti: a livello personale, vorrei superare quota 30 gol. A livello di squadra, vincere la Coppa Brescia e il campionato sarebbe bellissimo. Sono consapevole della forza delle nostre avversarie ma sono convinto che ce la possiamo giocare con chiunque. I bomber non vivono di attese ma di lavoro, di passione e di fame, che non si misura solo con i gol, ma anche con la voglia di migliorarsi giorno dopo giorno. Il suo presente è tutto già scritto, il futuro ancora di scoprire.