Calcio e infortuni
16 Aprile 2024
Il tratto lombare della schiena si muove in stretta relazione con il movimento delle anche. Se quando camminiamo ci mettiamo le mani sul tratto lombare possiamo sentire che all’oscillare avanti e indietro delle anche si accompagna una flessione e rotazione delle vertebre lombari. L’anatomia delle articolazioni, l’origine e inserzione dei legamenti, dei muscoli e dei tendini legano assieme il bacino, le anche e le cinque vertebre lombari formando un’armonica struttura che consente la stabilità e la deambulazione. Nel calcio questo insieme anatomico è alla base dei movimenti fondamentali come il calciare e cambiare direzione, saltare e atterrare e l’analisi attenta di questi distretti durante il movimento ci aiuta sia nella cura sia nella prevenzione delle patologie più frequenti. Per esempio, i dolori lombari e le pubalgie.
Un articolo pubblicato nel 2017 ha trovato una correlazione tra l’astensione dell’anca nel movimento del calcio piazzato e l’estensione del tratto lombare negli adolescenti che soffrono di mal di schiena. I soggetti in cui la schiena si inarca di più con l’estensione dell’anca sono quelli più propensi a sentire male. È probabile che la causa sia una debolezza dei muscoli stabilizzatori del tronco o una scarsa elasticità dei muscoli responsabili della flessione dell’anca. I giovani passano molto tempo seduti e non sempre l’attività fisica settimanale riesce a compensare carenze di forza causate dalla sedentarietà. Una preparazione che curi la corretta mobilità delle anche e la forza del tronco dovrebbe aiutare a prevenire lombalgie. Una complicanza negli adolescenti che potrebbe favorire la rigidità delle anche e lo scarso controllo del tronco è la crescita e maturazione tipica di questi anni. Nel momento in cui l’individuo si sviluppa nell’adolescenza può crescere anche di 8 o 10 centimetri in un anno. Questa variazione di lunghezza delle ossa lunghe del corpo non si accompagna a volte con l’ottimizzazione della coordinazione e riduce la flessibilità. La cosa migliore da fare in queste fasi è controllare i volumi di carico e magari concentrarsi sulla coordinazione e qualità del gesto tecnico specifico. Si tratta di fasi di transizione che una volta stabilizzate consentono un pronto ritorno all’attività agonistica.
Per meglio accompagnare queste fasi è utile valutare la colonna, il bacino e le anche e dove necessario mobilizzare in modo specifico le articolazioni. Un interessante articolo su Spine ha dimostrato che nei soggetti lombalgici di età compresa tra i 25 e 37 anni si associa alla flessione del tratto lombare una rotazione specifica di alcuni segmenti. Ossia alla normale dinamica di movimento della colonna vi possono essere dei movimenti accessori di alcune vertebre che facilitano la sensibilizzazione al dolore. Questi movimenti possono indicare debolezze muscolari legate allo stare seduti per tempi prolungati o a movimenti specifici non simmetrici. Il calciare il pallone è uno dei tanti possibili esempi.
La chiropratica aiuta nel ripristino della normale mobilità con l’utilizzo di mobilizzazioni specifiche manuali e riduce i tempi di recupero in caso di dolori lombari o a volte lo risolve. Anche se efficace non sempre è sufficiente nel consentire il ritorno all’attività. Il recupero della forza e il ricondizionamento fisico sono essenziali per stare bene e affrontare l’attività agonistica in tutta serenità. Quando necessario oggi giorno la video analisi dei movimenti specifici può aiutare nella programmazione del lavoro necessario per il completo recupero e per ridurre l’incidenza delle recidive. La ricerca ci dice che muoversi bene non solo è fondamentale per recuperare il mal di schiena ma aiuta a prevenire infortuni di ginocchio tipici del calcio come le distorsioni di ginocchio e la rottura del crociato anteriore.
PAROLA DI DOC
Il Dr. Franco Cento si è laureato nel 1995 in chiropratica presso il Palmer College of Chiropractic a Davenport nell’Iowa dopo aver conseguito un Bachelor of Science in Sports Biology nel 1992 presso Springfield College a Springfield nel Massachusetts negli Stati Uniti d’America. Dal 2003 sino ad oggi lavora presso Isokinetic Torino. Dal 1997 al 2001 ha collaborato con la Kappa Cus Torino di Pallavolo. Nel 2001/2002 collabora con la Nazionale Italiana di canottaggio al centro federale di Piediluco. Dal 2000 al 2003 con la Nazionale Italiana di Snowboard ai Mondiali di Madonna di Campiglio e alle Olimpiadi Invernali a Salt Lake City. Dal 2000 al 2003 con la prima squadra del Piacenza. Nel 2008/2009 con la prima squadra del Torino Calcio. Nel 2010/2011 con la prima squadra della Juventus F.C. Dal 2006 al 2012 con il Genoa F.C.