Calcio e Infortuni
21 Febbraio 2025
Calcio Femminile e infortuni al ginocchio: come ridurre il rischio e proteggere la carriera delle atlete. I consiglio del Dott. Gastaldo di Isokinetic Torino
Negli ultimi anni, il calcio femminile ha vissuto una grande crescita sia in termini di popolarità che di partecipazione. Tuttavia, insieme a questo sviluppo si è registrato un preoccupante aumento degli infortuni, in particolare quelli legati al ginocchio. Tra questi, le lesioni del legamento crociato anteriore (LCA) rappresentano uno dei problemi più gravi e frequenti per le calciatrici di tutte le età.
Secondo studi scientifici recenti, le calciatrici hanno un rischio di rottura del LCA da due a tre volte superiore rispetto ai colleghi maschi. Questo dato allarmante non è casuale: fattori anatomici, biomeccanici e neuromuscolari giocano un ruolo chiave. Ad esempio, la maggiore incidenza di ginocchio valgo (le famose "gambe a X") nelle donne può favorire movimenti scorretti durante gesti tecnici come i cambi di direzione rapidi o gli atterraggi dopo un salto. Questi movimenti, se associati ad esempio a uno scarso controllo del tronco, mettono sotto forte tensione il legamento crociato, aumentando il rischio di lesioni.
Oltre alla predisposizione anatomica e alle anomalie di controllo del movimento, anche la dinamica di gioco influenza il rischio di infortuni. Le partite, ad esempio, sono molto più rischiose degli allenamenti: si è osservato che l'incidenza degli infortuni durante le gare è quasi quattro volte superiore rispetto alle sessioni di allenamento. La maggiore intensità, la pressione competitiva e le situazioni di gioco imprevedibili contribuiscono a questo aumento del rischio.
Fortunatamente, la prevenzione funziona. Programmi di allenamento specifici come il FIFA 11+, nati proprio per ridurre il rischio di infortuni, si sono dimostrati estremamente efficaci. Bastano 20 minuti all'inizio di ogni seduta di allenamento, due o tre volte a settimana, per ottenere risultati concreti: gli studi dimostrano una riduzione del rischio di infortuni al LCA fino al 50%. Questi programmi includono esercizi di forza, stabilità, controllo neuromuscolare e flessibilità, tutti progettati per migliorare la qualità del movimento e la reattività muscolare.
Oltre alla prevenzione di gruppo, è prezioso adottare anche un approccio personalizzato. Ogni atleta è diversa e presenta specifici fattori di rischio. Attraverso strumenti come il Test di Analisi del Movimento è possibile individuare schemi motori disfunzionali che potrebbero predisporre a infortuni. Questo tipo di valutazione, se effettuato regolarmente (ad esempio all'inizio e al termine della stagione), consente di personalizzare i programmi di prevenzione da mantenere durante la stagione e fuori stagione, correggendo movimenti a rischio e potenziando le aree più deboli. Questo lavoro è ancora più potente se effettuato durante l’età evolutiva, in adolescenza, quando le calciatrici sono più a rischio di infortunio e di reinfortunio.
Un altro aspetto emerso dagli studi riguarda l'importanza della progressione dei carichi di lavoro. L'aumento troppo rapido dell'intensità o della frequenza degli allenamenti, soprattutto dopo periodi di pausa o inattività, può sovraccaricare le strutture muscolari e legamentose. Un ritorno graduale e ben pianificato è fondamentale per ridurre il rischio di infortuni.
Infine, sfatiamo un mito: non ci sono prove scientifiche solide che colleghino il rischio di lesioni al ciclo mestruale o a fattori ormonali. La vera chiave per la prevenzione è la qualità del movimento e la preparazione fisica mirata.
In conclusione, la prevenzione degli infortuni al ginocchio nel calcio femminile non è solo possibile, ma necessaria. Non si tratta solo di proteggere la salute delle atlete, ma anche di garantire loro la possibilità di crescere, migliorare e godersi il calcio senza il timore di stop forzati e lunghi periodi di riabilitazione. Investire nella prevenzione significa investire nel futuro del calcio femminile.
Dott. Marco Gastaldo
Il Dr. Marco Gastaldo nell’agosto 2018 è entrato nel Gruppo Medico Isokinetic Torino di cui attualmente è Medico Gestore. Ha sviluppato le proprie competenze in ambito di ecografia muscolo-scheletrica, analisi del movimento, terapia infiltrativa, terapia ad onde d’urto. Nel 2017 ha effettuato una formazione presso il Centre de Médecine du Sport del CHUV di Losanna in ambito di Medicina dello Sport, Riabilitazione sportiva e Podologia. Dal 2015 al 2018 è stato Consigliere dell’Ufficio di coordinamento nazionale della Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa (SIMFER). Nel 2020 ha ottenuto il Diploma Nazionale Avanzato di Ecografia Muscoloscheletrica della Società Italiana di Ultrasonologia in Medicina e Chirurgia (SIUMB).