Cerca

Calcio e infortuni

I consigli del 'doc': Muscoli sotto pressione, la guida completa alle lesioni muscolari nel calcio e i rimedi

Circa il 30–40% degli infortuni sono di natura muscolare. Affrontarli e prevenirli richiede un lavoro di squadra a livello medico e tecnico

Isokinetic Torino • I consigli del 'doc': Muscoli sotto pressione, la guida completa alle lesioni muscolari nel calcio e i rimedi

Isokinetic Torino • I consigli del 'doc': Muscoli sotto pressione, la guida completa alle lesioni muscolari nel calcio e i rimedi

Nel calcio le lesioni muscolari rappresentano una delle problematiche più diffuse e rilevanti. Si stima che circa il 30–40% degli infortuni che colpiscono i calciatori siano di natura muscolare. Non si tratta solo di un fastidio per l’atleta: un infortunio muscolare può infatti compromettere l’intera programmazione di una squadra, influire sulla gestione del gruppo e mettere sotto pressione lo staff medico e atletico.

Affrontare e prevenire questi infortuni richiede un lavoro di squadra a livello medico e tecnico. Ortopedici, fisiatri, fisioterapisti e preparatori atletici devono collaborare strettamente per garantire un recupero efficace e duraturo.

Ma cosa rende così frequenti e complesse le lesioni muscolari? Le cause sono molteplici e spesso si combinano tra loro. Entrano in gioco fattori estrinseci, come i carichi di allenamento, la qualità del terreno di gioco o le condizioni climatiche, e fattori intrinseci, legati all'atleta stesso: squilibri muscolari, precedenti infortuni o un controllo neuromuscolare non ottimale.

Un interessante studio del gruppo Isokinetic, condotto tramite videoanalisi, ha esaminato gli infortuni muscolari gravi agli arti inferiori (con oltre 28 giorni di stop) avvenuti nelle partite di Serie A maschile tra il 2018 e il 2021. Dai dati è emerso che i muscoli più colpiti sono quelli posteriori della coscia (hamstring), seguiti dai polpacci, dagli adduttori e infine dai quadricipiti. In circa due terzi dei casi, è stato l’arto dominante (quello utilizzato per calciare) a essere coinvolto. La maggior parte di questi infortuni si è verificata senza contatto con l’avversario, soprattutto nel primo tempo di gara e durante azioni ad alta intensità: scatti, cambi di ritmo, gesti tecnici come il tiro o movimenti che sollecitano in maniera improvvisa la catena cinetica.


Classificazione delle lesioni muscolari

Per poter impostare un trattamento efficace, è fondamentale classificare correttamente la lesione. Le lesioni muscolari vengono solitamente suddivise in tre gradi:

  • Grado I: si tratta di stiramenti o microlesioni, con sintomi lievi e nessun deficit funzionale evidente. Spesso, l’imaging (ecografia o RMN) può anche non mostrare alterazioni significative.

  • Grado II: qui si parla di rotture parziali delle fibre muscolari. Il dolore è più intenso, l’edema è presente e le limitazioni funzionali sono evidenti. L’imaging mostra lesioni fibrillari focali.

  • Grado III: è la forma più grave, con rottura completa del muscolo o della sua giunzione con il tendine. La funzionalità è compromessa in modo marcato e spesso si rende necessario l’intervento chirurgico.

Fattori di rischio principali

Ci sono diversi elementi che aumentano la probabilità di incorrere in una lesione muscolare. Tra i più rilevanti troviamo:

  • Affaticamento neuromuscolare, che riduce la capacità del muscolo di resistere ai carichi eccentrico-esplosivi.

  • Squilibri muscolari, in particolare tra muscoli agonisti e antagonisti (come nel caso del rapporto Hamstring/Quadriceps, spesso alterato nei calciatori).

  • Scarsa flessibilità e un controllo motorio del core non adeguato.

  • Pregressi infortuni, che aumentano significativamente il rischio di recidiva, specialmente entro i 12 mesi.

  • Gestione inadeguata del carico di lavoro, con aumenti troppo rapidi dell’intensità o della frequenza degli allenamenti (il cosiddetto “spike workload”).


Come si arriva alla diagnosi

La diagnosi di una lesione muscolare parte sempre dall’osservazione clinica: il medico valuta la sede del dolore, la mobilità del distretto interessato e la forza muscolare.

A supporto della valutazione clinica, si utilizzano esami strumentali:

  • Ecografia muscolare, molto utile nella fase iniziale per confermare il sospetto diagnostico e monitorare l’evoluzione della lesione.

  • Risonanza magnetica (RMN), considerata il gold standard per definire con precisione la localizzazione, l’estensione e l’eventuale coinvolgimento tendineo o miotendineo.

In ambito specialistico, una classificazione sempre più utilizzata è quella proposta dal Munich Consensus Statement, che distingue tra:

  • Lesioni funzionali: senza evidenza di danno strutturale all’imaging.

  • Lesioni strutturali: in cui sono presenti lesioni visibili all’imaging, con implicazioni diverse anche in termini di tempi di recupero.


Come si tratta una lesione muscolare

Il trattamento delle lesioni muscolari prevede un percorso a fasi ben precise:

  • Fase acuta (prime 72 ore): si applica il protocollo POLICE (Protection, Optimal Loading, Ice, Compression, Elevation). È sconsigliato l’uso precoce di farmaci antinfiammatori non steroidei, che possono interferire con il processo di riparazione naturale del tessuto.

  • Fase subacuta: si introducono terapie fisiche (come tecar, ultrasuoni o laser), esercizi isometrici, mobilizzazione controllata e stretching progressivo.

  • Fase di rieducazione funzionale: si lavora sul rinforzo muscolare, con particolare attenzione agli esercizi eccentrici (es. Nordic Hamstring), alla propriocettiva e al ritorno graduale alle specificità del gesto tecnico.

  • Return to play (RTP): il rientro in campo deve rispettare criteri oggettivi: forza simmetrica tra gli arti, H/Q ratio superiore a 0.6 e assenza di dolore. Non ci si può permettere di forzare i tempi.


La prevenzione è fondamentale

Prevenire è sempre meglio che curare, soprattutto quando si parla di infortuni che rischiano di compromettere intere stagioni. Le strategie preventive più efficaci includono:

  • Screening muscolari regolari, per monitorare forza, flessibilità e controllo motorio.

  • Esercizi eccentrici mirati, come il Nordic Hamstring, che riducono drasticamente il rischio di lesioni.

  • Gestione ottimizzata dei carichi di lavoro, grazie all’utilizzo di tecnologie GPS e alla valutazione del rapporto tra carico cronico e acuto.

  • Educazione dell’atleta, affinché impari ad ascoltare il proprio corpo e a segnalare tempestivamente eventuali sintomi.

Le lesioni muscolari nel calcio rappresentano una sfida clinica e gestionale molto attuale. Un infortunio muscolare mal gestito può significare settimane o mesi fuori dal campo, ricadute frequenti e performance compromesse. Per questo è fondamentale adottare un approccio integrato che unisca scienza, esperienza e prevenzione, con l’obiettivo di tutelare la salute dell’atleta e garantire un ritorno all’attività in piena sicurezza e nel minor tempo possibile.

Dr. Andrea Maria Tieghi

Isokinetic Torino


Il Dr. Andrea Maria Tieghi nasce a Torino nel 1988 dove svolge il suo percorso formativo prima durante la laurea magistrale in Medicina e Chirurgia conseguita nel 2017 e successivamente nella formazione specialistica in Medicina Fisica e Riabilitativa. Si diploma presso la scuola quadriennale post-laurea Agorà di Milano (2018-2022) dove si specializza nel campo della medicina rigenerativa. Durante gli anni di formazione specialistica frequenta il Centro Protesi INAIL di Budrio (BO) dove entra in contatto con il Comitato Italiano Paralimpico.

Da sempre appassionato di sport ha praticato Volley a livello agonistico ed è un amante di sci e surf. L’amore per la riabilitazione sportiva lo porta a svolgere numerose assistenze mediche presso la Lega Volley Femminile serie A2, la Federazione Italiana Nuoto e il Centro Sportivo Universitario. Presta inoltre servizio con la Croce Rossa Italiana presso lo Stadio Olimpico Grande Torino durante i match del Torino FC.

Integra ulteriormente la sua attività nella medicina sportiva lavorando presso il gruppo Virgin Active.

Oltre allo sport la passione per la musica classica lo porta ad esercitare come medico del Teatro Regio di Torino.

Durante tutta la durata della pandemia (2020-2022) si dedica intensamente all’attività di medico USCA nell’ambito dell’emergenza COVID.

Per approfondire e perfezionare le sue competenze nella Medicina Sportiva, trascorre oltre un anno dei 4 anni di formazione specialistica presso il Centro Isokinetic di Torino dove abbraccia i valori del gruppo nella ricerca del massimo recupero funzionale possibile in atleti professionisti e pazienti.

Nell’Education Research Department di Bologna si interessa alle tecniche di analisi biomeccanica digitale 3D per la prevenzione degli infortuni sviluppando la tesi di specializzazione dal titolo: ““The effect of a targeted neuromotor training program in change of direction biomechanism after ACL-reconstruction””.

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Sprint e Sport

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter