Calcio e infrtuni
30 Maggio 2025
Isokinetic Torino • I consigli del Doc: mi sono rotto il menisco, ora cosa faccio o che cosa devo fare?
I menischi sono “ammortizzatori” del ginocchio, sono due per ogni ginocchio e sono posizionati medialmente e lateralmente all’interno dell’articolazione.
I meccanismi di lesione più comuni consistono in un movimento di torsione eseguito con ginocchio semi-flesso, meccanismo frequente durante attività ad alta intensità come negli sport multidirezionali come il calcio. A causa di questo meccanismo (rotazione di ginocchio ad alta energia), i pazienti che si infortunano in questo modo tendono a riportare lesioni associate, specialmente a carico dei legamenti del ginocchio, in particolare il legamento crociato anteriore ed il collaterale mediale. Anche se meno comuni, le lesioni meniscali possono verificarsi anche in azioni di flessione forzata del ginocchio, quando l’atleta piega rapidamente le ginocchia sotto carico attraverso un ampio movimento (ad esempio: squat, atterrare da una caduta, ecc.).
Oggigiorno la comunità medica è unanimemente d’accordo nell’affermare che preservarli, cioè “cercare di non toglierli” è l’obiettivo primario per evitare la futura insorgenza di artrosi del ginocchio. I problemi meniscali si distinguono in 2 tipi: gli infortuni traumatici che determinano le fratture dei menischi e i dolori meniscali senza una storia di infortunio acuto. Questa distinzione è fondamentale per capire e consigliare la migliore cura, chirurgica o riabilitativa.
I menischi, a seguito di un improvviso trauma del ginocchio, possono lesionarsi in modi diversi come potete vedere dall’immagine.
Nel 75% dei casi l’infortunio coinvolge il menisco mediale (quello interno, quello rivolto verso l’altra gamba), ma quando l’infortunio provoca anche la lesione parziale o totale dei legamenti allora è il menisco laterale ad essere più frequentemente danneggiato. La diagnosi di lesione acuta del menisco viene fatta ascoltando la tipologia dell’infortunio, facendo una accurata visita medica e infine valutando le immagini della risonanza magnetica che deve sempre essere eseguita soprattutto in previsione di un intervento chirurgico.
Come già accennato la prima scelta di trattamento di una lesione meniscale acuta è quella di preservare il menisco stesso, cioè “cercare di non toglierlo”, cercare di “ripararlo” e non soltanto di asportare la parte di menisco danneggiata; tutto ciò non solo per prevenire una possibile futura artrosi del ginocchio, ma anche perché i menischi hanno molte altre funzioni quali la distribuzione del peso, la stabilizzazione dell’articolazione, la lubrificazione e la nutrizione della cartilagine.
Studi scientifici approfonditi hanno dimostrato che dopo la maggior parte degli infortuni meniscali acuti è necessario l’intervento, ma che circa il 30% delle lesioni acute dei menischi potrebbero essere riparate, cioè suturate, “cucite”, ma solo il 10% viene attualmente riparato. Tali ultime statistiche sono determinate dal fatto che la meniscectomia, cioè l’asportazione della parte lesionata, ha una serie di vantaggi a breve termine che la fanno spesso preferire quando il paziente/atleta deve scegliere tra due possibili operazioni.
In particolare, la “semplice” meniscectomia presenta un recupero più veloce (qualche settimana rispetto ad alcuni mesi), minori costi chirurgici e minore rischio di dover essere rioperato; è comprensibile che questi vantaggi facciano propendere per questa scelta chirurgica, ma è necessario ricordare che “una volta tolto il menisco non c’è più” e tutte le sue funzioni vanno parzialmente perse.
Risulta pertanto importante, in fase di scelta chirurgica, tener conto dei vantaggi a breve termine, ma anche dei possibili svantaggi che possono presentarsi in un futuro lontano, e pertanto è necessario non “mettere eccessiva fretta” nel recupero, in particolare quando si tratta di giovani atleti.
ll processo di recupero funzionale sia a seguito di approccio conservativo che post-chirurgico è cruciale per un corretto ritorno allo sport.
La fisioterapia avverrà in diversi ambienti riabilitativi come la piscina, la palestra, la sala di analisi del movimento ed il campo. In piscina ed in palestra, l’obiettivo è controllare la sintomatologia dolorosa e recuperare l’articolarità e la forza; il recupero prevede l’esecuzione di test di analisi del movimento per impostare un programma di training neuromotorio personalizzato finalizzato a migliorare il controllo del gesto e prevenire schemi di movimento che potenzialmente posso predisporre a nuovo infortunio ed infine recuperare la gestualità sport specifica sula campo riabilitativo.
Il Dr. Luca Tomaello si è laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università degli Studi di Parma nel 2000 e si è specializzato, a pieni voti con lode, nel 2005 in Medicina Fisica e Riabilitazione. È autore di pubblicazioni scientifiche riguardanti patologie del rachide e del ginocchio. Nel 2000 è stato medico sociale della squadra di baseball serie A1 "Cantine Ceci", a Parma. Nel 2005 ha collaborato con il centro ISICO di Milano, specializzato nelle patologie della colonna vertebrale. Dal 2005 è medico del Centro di Riabilitazione per lo Sport Isokinetic di Torino e dal 2006 ne è il Direttore Sanitario. Dal 2010 al 2016 è stato consulente medico fisiatra della squadra Juventus F.C. Dal 2012 al 2014 è stato Consigliere del Comitato Sport SIGASCOT. Dal 2020 Consigliere del comitato Riabilitazione SIAGASCOT.