Under 16
30 Marzo 2023
IRIS : Ciriolo lascia i classe 2007 per guidare la prima squadra
É stata una storia bellissima ma, come questo sport insegna, le cose belle sono destinate a finire presto. Questo è quello che è successo lo scorso 11 Marzo, data dell'ultima partita in cui Matteo Ciriolo si è seduto sulla panchina dell'Iris Under 16. Il tecnico, concentrato ormai sulla prima squadra ci tiene a salutare caldamente il gruppo di ragazzi con cui, nell'arco delle ultime due stagioni, è sbocciato e cresciuto un favoloso rapporto che ha contribuito agli ottimi risultati registrati dalla squadra sul campo. L'allenatore si guarda indietro e spiega l'accaduto, specificando come la scelta di lasciare il gruppo sia stata sofferta quanto necessaria. In quest'ottica, è Ciriolo stesso a ribadire un concetto: gli allenatori vanno e vengono ma i rapporti che nascono tracciano solchi indelebili nel cuore di ogni componente del gruppo.
«Non è stato un periodo facile, critiche ne ho subite molte, sono passato per il traditore ma non ho chiesto io di allenare la prima squadra. Mi hanno accusato di aver abbandonato i ragazzi ma io ho semplicemente risposto alla chiamata della società che aveva bisogno di aiuto» apre Ciriolo. Perchè si, l'allenatore ha lasciato l'Under 16 ma è rimasto a far parte della società bianconera: la panchina da lui occupata è quella della prima squadra, compagine che milita in Terza Categoria. Su questo, il tecnico chiarisce i fatti: di certo è gratificante realizzare che il proprio lavoro non sia passato inosservato e che, grazie a questo, Ciriolo sia riuscito a raggiungere l'obiettivo di allenare la prima squadra, traguardo a cui ogni tecnico ambisce almeno inizialmente. Tutto questo non vuole sminuire il calcio dei settori giovanili e le parole dell'ormai ex allenatore dei 2007 aiutano a far capire il concetto: «La soddisfazione per essere stato scelto come allenatore della prima squadra è grande, vuol dire che il lavoro non è passato inosservato. Ai ragazzi voglio dire questo: i cambi in panchina fanno parte del gioco, il calcio è questo. Il nostro è stato un percorso bellissimo che si è interrotto, non proprio per volontà mia. La passione che ho avuto è stata davvero grande. Dicevo sempre che a casa ho tre figli ma al campo ne avevo 14/15, li sentivo e li sento tutt'ora miei. Un gruppo che mi è davvero rimasto nel cuore, hanno dato più loro a me che io a loro». Ciò che è subito lampante dal discorso del tecnico è quella particolare alchimia che proviene solo da un genuino rapporto con dei ragazzi che nella figura dell'allenatore avevano trovato un riferimento e allo stesso tempo un amico, capace di trasmettere alla squadra le motivazioni giuste senza mai compromettere l'equilibrio di un clima disteso e di un'atmosfera rilassata.
Ciriolo continua e rincara la dose quanto a malinconia: la descrizione dei due anni in cui è stato a capo del gruppo la compie davvero col cuore tra le mani, ricordando i trionfi che più hanno lasciato il segno: «Due anni fa, ancora sotto restrizioni causa Covid-19, abbiamo iniziato il nostro percorso. I ragazzi arrivavano da un lungo periodo di inattività e abbiamo iniziato a conoscerci. Una volta rotto il ghiaccio abbiamo iniziato a tessere un rapporto davvero speciale che si è articolato in due stagioni. Un gruppo di amici ma soprattutto una squadra che si è messa a disposizione mia e dello staff e che all'inizio brancolava nel buio. Tutti i miglioramenti che hanno registrato sono solo merito loro. Il percorso di crescita è stato netto, ringrazio tutti i ragazzi per avermi fatto crescere come uomo. Mi spiace per come sia finita, volevo concludere vincendo qualcosa. Sono sicuro che loro continueranno su questa linea perché sono davvero un gruppo invidiabile e lo saranno con qualunque allenatore. Le vittorie che porterò sempre con me sono tante, in campionato soprattutto. In questa stagione abbiamo fatto quattro punti in due partite contro una corazzata come l'Ausonia Academy, lo scorso anno ci siamo confrontati contro squadre che disputavano campionati Regionali, perdendo solo in semifinale contro l'Arezzo nel Torneo Adriasport, a Cesenatico. Tutto questo lo puoi fare quando c'è un gruppo che ti segue e che ci crede. Alcuni ragazzi hanno rifiutato delle offerte da altre società per rimanere parte del gruppo, le soddisfazioni più grandi sono queste. Non si può dimenticare tutto questo e quello che fa più male è proprio il momento dell'addio». Le parole di Ciriolo sono piene di carica emotiva, sintomo di come sia stata dolorosa la separazione.
A volte ci si interroga sui motivi per cui questo accade, ma soprattutto nel calcio i rapporti sono limitati e volti a spremere le proprie forze fino a non averne più e doverne ricercare di nuove; il terzo posto che attualmente i ragazzi del 2007 occupano nel Girone H, a seguito di un lungo periodo che li ha visti primeggiare nella prima parte di campionato, pare testimoniare proprio questo. Si può dire che l'obiettivo è stato raggiunto, che il tecnico sia riuscito ad ottenere il meglio dai giocatori e che addirittura sia riuscito a spingersi oltre coinvolgendo totalmente la sfera emotiva. É forse per questo che Ciriolo stesso viene chiamato «Loco» all'interno del centro sportivo dei bianconeri, evidenziando sia il suo metodico e ossessionato approccio all'allenamento che la sua grande abilità nell'entrare in sintonia da subito con i giocatori, peculiarità che ha sempre contraddistinto il più «Loco» di tutti, Marcelo Bielsa. Adesso però, come già detto, il tecnico è al timone della nave della prima squadra e guarda dritto al suo obiettivo, ovvero quello di poter navigare nelle acque della Seconda Categoria nella prossima stagione: «Inizialmente la squadra ha subìto il cambio di guida tecnica ma le prime due uscite sono comunque state positive. Inoltre l'obiettivo è importante, siamo secondi e vogliamo salire e faremo di tutto per centrare l'obiettivo della promozione. Vogliamo centrare il traguardo e continuare a crescere il prossimo anno. I giocatori si sono messi subito a disposizione, fin dalla prima partita sono andati benissimo".
É questa dunque la nuova vita di Matteo Ciriolo che però non smetterà mai di guardare indietro a quella vecchia. Lo farà con piacere ma anche con una punta di malinconia, in quanto è lui stesso ad ammettere che quei ragazzi gli sono entrati nel cuore. Il tecnico conclude infatti con un messaggio, un augurio rivolto ai suoi ex calciatori ma che ancora adesso considera come dei figli: «Il messaggio che do ai miei ragazzi è di continuare nel loro percorso e di non lasciare ciò che è stato fatto. Questo è il mio piccolo lascito per fare in modo che questa favola non si spezzi. Spero che possano continuare a calcare campi da calcio e continuare il percorso di crescita. Siamo riusciti a far conoscere a tutti l'Iris 2007 di Matteo Ciriolo».