Premiazioni
26 Giugno 2023
La grande serata di premiazioni milanese di venerdì 23 giugno, organizzata per il secondo anno presso il Teatro Guanella, ha riservato emozioni diverse e contrastanti, ma tutte molto forti. La prima è la tristezza, con il Delegato Adriano Girotto che ha ricordato con grande commozione il compianto Carlo Tavecchio. La seconda emozione è stata l’orgoglio, al momento di illustrare i numeri esorbitanti di un centro di gravità come Milano, gestiti sempre tempestivamente grazie a uno staff di preziosi collaboratori («Senza di loro non sono nulla» dirà Girotto). La terza emozione è stata la delusione, che Girotto ha voluto manifestare in merito all’assenza di una rappresentanza ufficiale da parte delle istituzioni cittadine. Poi è stato il momento della speranza, con le parole del consigliere regionale Ivo Licciardi, che ha richiamato un concetto di responsabilità sociale da perseguire, ugualmente a quella sportiva. L’intervento di Pedrazzini è stato il cuore della serata, incentrato sull’argomento di maggiore attualità, e cioè la Riforma dello Sport. Dal primo luglio cambierà molto per le società, dalla necessità di aggiornare il proprio statuto fino all’obbligo di regolamentare il lavoro sportivo, passando per la questione vincolo. L’ultima emozione è stata la felicità condivisa al momento della consegna delle Coppe. Una dopo l’altra le squadre e i loro rappresentanti hanno sfilato sul palco a tempo di musica per ritirare il meritato premio agli sforzi di una stagione. Di seguito tutti i principali interventi della serata.
«Prima di cominciare consentitemi di avere un momento di tristezza; questa sera mi manca un pezzo, e quel pezzo è Carlo Tavecchio. Ricordo che gli mandai un ultimo messaggio quella domenica dicendogli - Carlo non venire lunedì, riposati -. Eravamo abituati a vederci per pranzo assieme... e non ci siamo più andati. Ci siamo conosciuti nel 1986, sono passati un po' di anni. Mi ha insegnato tanto, come penso abbia insegnato tanto a tutti noi. Ci mancherà, ci mancherai Carlo. Questo è poco ma sicuro.
Riguardo all'attività sportiva, voglio solo citare alcuni numeri di Milano, che parlano da soli, al termine di una stagione che ha avuto ottimi riscontri e prodotto vantaggi anche dallo spostamento dell'Under 16 al sabato. Abbiamo oltre 23mila tesserati di settore giovanile, oltre 11mila dirigenti di società. Più o meno 1500 squadre, 8mila tesserati dilettanti. 23mila su 127mila della Lombardia vuol dire che noi, anzi, voi, muovete il 20% dei ragazzi della regione. Le società di Milano hanno anche 104 concessioni, ed è particolarmente rumorosa questa sera l'assenza dell'assessore allo sport di Milano. Per il secondo anno consecutivo ha impegni improrogabili che non gli consentono di venire a parlare con voi. È una tristezza, consentite di dirvelo. Ieri sera Seregno c'era l'assessore con fascia tricolore che ha messo a disposizione l'auditorium, con grande impegno. Questo a Milano non succede. Si vede che noi, con solo 1500 squadre, con solo 12.800 gare, prendendo solo il 30% dell'utenza tra i 12 e i 17 anni non siamo abbastanza importanti per le istituzoni. Secondo me è una vergogna. Poi vogliamo riempirci la bocca di socialità, di investimenti? Va bene, ma la verità è che poi sul campo ci siamo noi e ci siete voi a gestire tutta questa attività, a cercare di togliere i ragazzi dalla strada e a insegnargli dei principi sportivi. D'altronde non mi risulta che sia come in periferia o in altri comuni dove pagano luce, acqua e gas. A me risulta che ci paghiamo tutto da noi...»
Il Delegato Adriano Girotto
«Un anno fa, da neoeletto, ero stato chiamato a rispondere su questo palco del problema della copertura delle gare. Ebbene, oggi possiamo dire che i numeri sono cresciuti grazie alla sinergia tra Comirato Regionale Arbitri, CRL, e grazie al reclutamento fatto - 118 nuovi arbitri, primi in Lombardia su 25 sezioni -. Abbiamo designato al 31 maggio 5230 gare, solo come Sezione Milano per la Delegazione, a cui vanno aggiunte 1760 gare designate dalle sezioni limitrofe. Su 7000 partite, dunque, soltanto una è saltata per mancanza di arbitro. Lo sforzo è stato notevole, ma sta generando un forte ricambio in un momento difficile.
Oggi il passo il pallone a voi sul tema della violenza. Quest'anno la Lombardia ha visto 47 episodi di violenza, fisica e verbale, più del doppio della scorsa stagione. Episodi all'ordine del giorno. L'abbassamento dell'età dei giovani arbitri, indispensabile per la copertura di così tante gare, è chiaro che porta con sé il fatto di mandare in campo ragazzi inesperti, almeno all'inizio, talvolta fragili. Ma se ci pensate, né più né meno dei giovani calciatori. Io ringrazio i tantissimi dirigenti e allenatori che si comportano in maniera esemplare davanti ad arbitraggi talvolta inadeguati, ma credo che queste persone siano le prime a desiderare che certe figure non facciano più parte del calcio. Io mi aspetto, e ci aspettiamo tutti un deciso cambio di rotta».
Quest'anno abbiamo vinto il Torneo delle Province con la categoria Giovanissimi. Abbiamo fatto un gruppo veramente eccezionale, sia per i tecnici, sia per la bravura e la professionalità di questi ragazzi. 8 mesi di lavoro in cui il gruppo ci ha dato grosse soddisfazioni, indipendentemente dal risultato, ma per la correttezza, la serietà e la presenza. Con gli Allievi abbiamo perso, ma siamo stati sfortunati. Avevamo una squadra super competitiva, ma il calcio si sa, è fato così».
Luigi Dubini con i ragazzi della Rappresentativa Under 15
«Oggi vorrei parlarvi della missione di questo Consiglio, che è il miglioramento, cioè vogliamo lasciare le cose meglio di come le abbiamo trovate. Nessuno di noi pensa di essere un "super uomo", ma credete, questo team ha forza, tenacia, determinazione, visione. Arriviamo dal mondo dello sport come voi, sappiamo come si ragiona e saremo all'altezza del compito. Lo dobbiamo al presidente Carlo Tavecchio.
Cosa sta succedendo oggi a Milano? Ci sono diversi presidenti che hanno cominciato ad assumere un atteggiamento diverso, a creare un po' più squadra col CRL. A partire dal condividere gli aspetti da migliorare, cominciamo ad avere un dialogo nuovo rispetto a due anni fa. Iniziamo a capire come possiamo fare le cose assieme. Noi crediamo che il calcio debba riprendersi la consapevolezza, la responsabilità di leadership nel mondo dello sport. Al contempo credo che Milano questo lo debba fare nei confronti della regione, con oneri e onori, ancor prima delle vittorie sul campo.
Tornando ai presidenti, crediamo che attraverso loro si avvicinano i dirigenti, i mister, gli adulti che hanno intorno i ragazzi, ai quali possiamo indicare una strada nuova. Il nuovo percorso vuol essere un percorso insieme con il quale dare un nuovo motivo, ad ogni ragazzo e ragazza, di fare una scelta di sport».
Ivo Licciardi, Sergio Pedrazzini e Marco Grassini
«Il tema che ci sta attanagliando un po' tutti quanti è quello della Riforma dello Sport. Una riforma che, diciamocelo, non è partita tanto bene. Se nei principi si poteva comprendere l'obiettivo del legislatore cioè quello di normare tanti lavoratori nello sport - non soltanto nel calcio - che non erano regolati da contratti - cosa che metteva a rischio anche le associazioni -. Poi però ha preso una piega sbagliata, con quattro governi che si sono passati la palla fino arrivando a toccare in maniera molto delicata in nostro mondo, quello del vero dilettantismo. Trasformandolo un po' troppo, tra adempimenti, oneri e costi, in un mondo simil-professionistico da un punto di vista degli impegni. Questo non ci è piaciuto, né a noi né ovviamente alla società che rappresentiamo: il 14 gennaio proprio qui in Lombardia fu fatta un'assemblea direi molto rumorosa proprio per questo livello di insoddisfazione nei confronti di una legge che dava tante indicazioni su oneri e adempimenti, ma senza concedere nulla, come di solito invece accade.
Seppure in ritardo è arrivato oggi un ministro che viene dal nostro mondo - Andrea Abodi, ndr - e ha recepito che questa legge andava semplificata. Ha preso ascolto e sta mettendoci mano. Oggi dei miglioramenti li vediamo. Ma che da questi miglioramenti possiamo ritenerci soddisfatti, sicuramente no. Uno su tutti il fatto che fino al percepimento di somme inferiori ai 5mila euro non ci saranno praticamente oneri oltre a una registrazione pressi il RAS. Tenete conto che l'87% dei nostri percipienti sono sotto questa soglia.
Un piano di comunicazione ufficiale lo faremo una volta che ci sarà un testo definitivo sulla base di queste modifiche, per le quali ringraziamo chi ci sta ascoltando. Faremo dei convegni informativi, ma soprattutto apriremo uno Sportello Riforma dello Sport permanente, perché ci sarà bisogno di professionisti che aiutino i nostri segretari a interpretare la norma ogni giorno.
Voglio essere ottimista su questo punto, come dobbiamo esserlo. Abbiamo superato una pandemia tutti insieme, abbiamo superato momenti difficili; supereremo anche questa legge tutti assieme, perché la passione è sempre superiore, e il vostro valore in termini di volontari è sicuramente superiore a qualsiasi aspetto normativo».